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www.ildialogo.org Sicurezza. Preoccupazione del presidente FCEI per una legge che criminalizza gli immigrati,

Sicurezza. Preoccupazione del presidente FCEI per una legge che criminalizza gli immigrati

Franca Di Lecce: Una grave sconfitta culturale del nostro paese


Roma (NEV), 8 luglio 2009 - "La votazione definitiva del disegno di legge sulla sicurezza suscita in me un profondo dispiacere". È quanto ha dichiarato il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Maselli, a seguito dall'approvazione definitiva del Senato che ha tramutato in legge il decreto sicurezza.
"Dispiacere - ha spiegato Maselli - soprattutto per le conseguenze che l'istituzione del reato di immigrazione clandestina produrrà per il nostro paese. Da un punto di vista giuridico sembra una piccola cosa, ma questa legge cambia definitivamente i rapporti tra gli immigrati irregolari e il paese dove avevano cercato accoglienza. C'è il rischio - ha proseguito Maselli - che, al di là delle dichiarazioni, l'immigrato irregolare eviti di andare al pronto soccorso anche se affetto da una grave malattia, e c'è ben più del rischio della nascita di persone che saranno inesistenti dal punto di vista burocratico. La condizione folle del 'Fu Mattia Pascal' diventerà effettiva per bambini perfettamente innocenti che si troveranno senza alcuna garanzia, come se fossero inesistenti. Queste sono - ha concluso Maselli - solo alcune delle osservazioni che si possono fare, ma mi paiono sufficienti per essere profondamente preoccupati".
Duro anche il giudizio di Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della FCEI: “L'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza è una grave sconfitta culturale per l'intero paese. Si punisce non chi commette reato ma una semplice condizione esistenziale: essere migrante e aspirare a un futuro migliore è ora un crimine. In questo contesto – prosegue Di Lecce - non ci rallegra la proposta di un provvedimento di urgenza sulle regolarizzazione delle colf. Da un lato ci si preoccupa delle famiglie italiane, e dall'altro lato si restringono i ricongiungimenti familiari per i migranti. Oltre a sentirlo come un rattoppo e un tentativo di distrazione dalla legge disumana appena approvata, lo riteniamo pericoloso sul piano del messaggio che lancia: si salva chi serve i signori. La cultura della solidarietà e dei diritti su cui abbiamo fondato la nostra democrazia lascia il posto alla cultura della sudditanza e della umiliazione”.
Critiche all'introduzione del reato di clandestinità vengono anche dall'Alleanza evangelica italiana (AEI): ”l'equiparazione dello stato di clandestino ad un reato – si legge in un comunicato stampa dello scorso 3 luglio - tradisce una visione impaurita, fragile e ossessionata della cittadinanza, scaricando sullo straniero irregolare la funzione di capro espiatorio della tensione avvertita. Per questo – continua l'AEI - invitiamo il governo ed il parlamento a rivedere il provvedimento in questione, favorendo un patto di cittadinanza per gli stranieri capace di accogliere in modo disciplinato, compassionevole e responsabile”.


Giovedì 09 Luglio,2009 Ore: 17:23
 
 
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