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UNA SOLA UMANITÀ
BEPPE DEL COLLE: SENZA IL LORO LAVORO SAREMMO TUTTI PIÙ POVERI

 [Da "Famiglia cristiana" n. 35 datato 30 agosto 2009 (ma già pubblicato) riprendiamo il seguente editoriale di Beppe Del Colle dal titolo "Senza il loro lavoro saremmo tutti più poveri", l'occhiello "L'immigrazione, una grande risorsa economica per il nostro paese" e il sommario "Una ricerca della Banca d'Italia conferma che l'immigrazione ci è di aiuto in termini fiscali, economici e di qualità occupazionale: gli immigrati, infatti, fanno mestieri che noi non vogliamo più fare" ]  
 
Se l'immigrazione è il problema più sentito dagli italiani in questa estate di sconci pettegolezzi, ma anche di polemiche assurde fino al ridicolo, allora è giunto il momento di fare due conti. Il primo viene dalla Banca d'Italia e riguarda i numeri e le occupazioni regolari degli immigrati, ma soprattutto insiste su una tesi irrefutabile: non portano via lavoro agli italiani.
Nel Centronord, dove più forte è la percezione popolare negativa del fenomeno, il 79,3 per cento degli stranieri fanno gli operai (mentre fra gli italiani lo fanno solo il 35,1 per cento), ma guadagnano l'11 per cento in meno dei nostri connazionali. Il loro tasso di occupazione complessivo è dell'83,1 per cento, il nostro del 74,5.
Le differenze riguardano soprattutto la qualità delle occupazioni, dove certi confronti sono spietati: fra gli uomini, nelle costruzioni opera il 27,6 per cento dei dipendenti immigrati, contro l'11,1 dei nostri; fra le donne il 42,7 per cento delle straniere è dedito ai servizi familiari (badanti, colf) contro appena il 7,5 delle italiane.
La ricerca della Banca d'Italia ne conclude che l'immigrazione ci è di aiuto in termini fiscali (i dipendenti regolari o i commercianti o gli artigiani indipendenti pagano i contributi e le tasse come tutti noi), in termini economici (producono ricchezza e consumano come noi), in termini di qualità di occupazioni (fanno mestieri ed esercitano funzioni che noi non vogliamo più fare, permettono a molte donne italiane di lavorare fuori casa).
Secondo conto. Per la sanatoria delle badanti e delle colf, aperta dal 21 agosto fino al 30 settembre, lo Stato calcola di incassare fra i 300 e i 450 milioni di euro, a seconda della cifra finale delle regolarizzazioni, per ciascuna delle quali le famiglie o i datori di lavoro che ne fruiscono devono versare 500 euro come forfait sul mancato pagamento del lavoro finora clandestino nei mesi fra aprile e giugno.
Terzo conto, molto meno preciso, ma esemplare. La Regione Campania ha venduto un terreno di sua proprietà a San Nicola di Varco, una frazione di Eboli, dove verrà installato da una società privata un polo agroalimentare d'eccellenza.
Su quel terreno c'era una volta un mercato ortofrutticolo, adesso da anni c'è un accampamento di settecento immigrati nordafricani, in maggioranza marocchini, che vivono (secondo un servizio dell'Ansa del 21 agosto) "in condizioni disumane, senza acqua nè servizi igienici, fra immondizia e topi". Ogni mattina quegli infelici aspettano che i "caporali" vengano a ingaggiarli per lavori agricoli nei dintorni, per 25 euro al giorno.
Riassumendo: gli immigrati sono una nostra molteplice risorsa, per l'erario, per la previdenza sociale e per i privati, ma non li vogliamo. Quando poi capita ancora che una settantina muoiano in mare, diamo la colpa a Malta, all'Europa, alla Libia, a tutti meno che alla nostra indifferenza.
Il problema è enorme, le cifre parlano di molti milioni di immigrati, dall'Est europeo, dall'Africa o dall'Asia o dal Sudamerica, in molti Paesi dell'Europa occidentale. Servirsene solo per litigare fra politici, come si fa in Italia, è desolante.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 20 del 27 agosto 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
 



Giovedì 27 Agosto,2009 Ore: 14:56
 
 
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