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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org EVITIAMO L’INDIFFERENZA E LE DIMENTICANZE ESTIVE.,di PADRE CLAUDIO CRIMI - DEI MISSIONARI COMBONIANI,

Una letterea al presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
EVITIAMO L’INDIFFERENZA E LE DIMENTICANZE ESTIVE.

di PADRE CLAUDIO CRIMI - DEI MISSIONARI COMBONIANI,

L’estate porta la gente a ignorare le situazioni piu’ dolorose. Pubblichiamo la lettera del comboniano padre Claudio Crimi al Presidentre USA Barack Obama, sottoscritta da centinaia di persone e spedita in maggio, poco prima del voto di fiducia sul pacchetto sicurezza che la Lega Nord ha imposto al parlamento.


GENTILE PRESIDENTE OBAMA,
sono PADRE CLAUDIO CRIMI, un missionario cattolico comboniano. Ho lavorato in Africa, in MOZAMBICO per trent’anni. Ora sono a Roma (via del Buon Consiglio 19) dove dirigo l’ACSE (un’associazione comboniana di accoglienza e sostegno agli immigrati e ai profughi. Il mio cuore tuttavia è sempre rivolto al MOZAMBICO, dove ho passato la gran parte della mia vita e dove ho toccato con mano le tante difficoltà di questa pur meravigliosa Africa:miseria, malattie, guerre, ignoranza, sottosviluppo. L’Italia è il paese che per collocazione geografica, è più esposto insieme con la Spagna, ai flussi migratori. Finora ci siamo barcamenati tra accoglienza ed espulsioni. Ora però il GOVERNO ITALIANO ha optato per una linea dura: il respingimento dei barconi dei clandestini, uomini, donne, bambini, che mossi dalle guerre, dalle carestie, e dall’ingordigia delle classi dirigenti dei loro paesi, abbandonano i villaggi alla ricerca di un’alternativa di vita. Hanno un sogno semplice: un lavoro, la salute, magari un’istruzione per sé e per i loro figli.
Nel giro di tre giorni sono stati rispediti in LIBIA 500 immigrati. Nel giro di un mese quanti saranno? Ed in un anno? E’ ovvio che non possiamo essere noi italiani da soli a risolvere il problema, ma è anche vero che la politica dello struzzo, che l’UNIONE EUROPEA sta cercando di attuare, è un suicidio collettivo! L’egoismo unito alla cupidigia alla lunga non pagano e generano solo sofferenza e morte. Bisogna aumentarla collaborazione con i paesi poveri per aiutarli a uscire dal pozzo in cui si trovano. Il GOVERNO LIBICO ha risposto con durezza alle critiche dei VESCOVI ITALIANI e in particolare a quelle del VATICANO:”Se volete possiamo portare a Piazza San Pietro tutti gli stranieri che le vostre navi hanno portato qui – ha detto il portavoce di GHEDDAFI – bisogna capire che la Libia da sola non ce la fa, queste persone scappano dalla fame, non dalla guerra.
La coscienza dell’EUROPA deve svegliarsi perché noi proveremo a fermare chi affronta il mare per avere una vita migliore, però saremo costretti a fermarci se continueremo ad essere il LUOGO DI TRANSITO di tutta l’AFRICA. E saremo costretti a sospendere i controlli delle frontiere verso l’esterno qualora ci rendessimo conto che il PESO MIGRATORIO sta diventando troppo pesante”. Dalle cronache dei respingimenti in mare, tra le tante cose toccanti e drammatiche, una mi ha colpito in particolare. Si riferiva ad un ragazzo di 17 anni diventato pazzo per le sevizie. “La sua colpa era quella di essere nero, di chiamarsi ABRAMO, e di essere “israelita”, dice una sua parente; quel ragazzo non ha più vita, gli hanno tolto anche l’anima. Preghiamo per lui. Non perché viva, ma perché muoia presto, perché, finalmente, possa trovare la pace”.
Come uomo, e come uomo di fede posso pregare perché trovi la pace, ma non perché muoia. Certamente dobbiamo invocare la giustizia di Dio sulle aberrazioni che l’essere umano commette contro il suo simile, soprattutto se più debole e indifeso, dobbiamo pregare contro gli abusi di potere e le ingiustizie che distruggono l’umanità. Sono grida che Dio non può far cadere nell’indifferenza, saprà far trionfare la sua GIUSTIZIA. Presidente, lei per storia personale e per convinzione politica è un grane punto di riferimento per la gente umile, povera ed oppressa di tanta parte del mondo. soprattutto di quello sottosviluppato, che guarda a Lei come ad una SPERANZA di redenzione e di riscatto: “YES, WE CAN”.
Credono e sperano. Ora più che mai, la situazione degli Africani è davvero tragica. Sfruttati da trafficanti di uomini, da governi corrotti, da carestie, dall’AIDS, da guerre e dall’ignavia dei paesi occidentali, fanno di tutto per uscire dalla loro condizione. Se vogliamo fermare i FLUSSI MIGRATORI, dobbiamo uscire dall’indigenza, dobbiamo creare in loco possibilità di lavoro e di vita. Il lungimirante motto del nostro fondatore DANIELE COMBONI, non ostante fosse vissuto due secoli fa, era appunto “SALVARE L’AFRICA CON L’AFRICA”
E’ urgente varare un piano multinazionale di assistenza al territorio africano che metta insieme governi, associazioni umanitarie, volontariato e tutte le persone che ancora hanno un cuore. Fiducioso nel fatto che Lei ascolterà la mia supplica e quella delle persone che l’hanno firmata, La ringrazio e La saluto
PADRE   CLAUDIO   CRIMI,       MISSIONARIO COMBONIANO
(A CURA DI CARLO CASTELLINI)


Lunedì 13 Luglio,2009 Ore: 14:11
 
 
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