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www.ildialogo.org Un mostro giuridico,di Mauro Ungaro

Un mostro giuridico

di Mauro Ungaro

Da La Voce Isontina n. 18 del 9 maggio 2009


Seguito dell'articolo del 29 aprile sul tema dei figli di nessuno. Ringraziamo l'amica Augusta De Piero di Udine ed il direttore de la Voce Isontina, settimana della arcidiocesi di Gorizia, che ce lo ha messo a disposizione.

Sono stati molti i lettori che in questi sette giorni hanno scritto o telefonato in redazione per sapere come era andata a finire la vicenda dei "figli di nessuno" di cui ci siamo occupati nello scorso numero di "Voce" pregandoci di mantenere i riflettori accesi sulla vicenda. Ed allora permettete, per una volta, al direttore di dedicare lo spazio dell’editoriale a quella che, a prima lettura, può apparire cronaca stretta ma che, a guardare solo un po’ oltre le righe, è espressione sintomatica dell’attuale momento che il Paese sta vivendo. Premessa necessaria: la nostra speranza (ma non ci facevamo troppe illusioni!) di essere smentiti dai fatti è andata delusa. Le Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) della Camera hanno discusso in sede referente lo scorso 29 aprile e trasmesso all’aula il Disegno di legge riguardante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica".
Nessuna delle modifiche introdotte rispetto al testo licenziato dal Senato ha toccato la "famigerata" lettera f dell’articolo 45 fra le cui conseguenze avevamo segnalato l’impossibilità per l’ufficiale di Stato civile di ricevere la dichiarazione di nascita e/o il riconoscimento del figlio naturale da parte di genitori privi di permesso di soggiorno. Con il rischio di far aumentare a dismisura sia il numero dei piccoli invisibili, facilmente vittime di sfruttamento sessuale o della tratta degli esseri umani che quello dei parti al di fuori delle strutture sanitarie (con evidenti pericoli per la salute delle puerpere).
Per un assurdo giuridico, poi, l’entrata in vigore della norma favorirebbe la concessione della cittadinanza italiana a questi neonati.
Nel nostro ordinamento, infatti, il figlio di cittadini stranieri nato in Italia ottiene la cittadinanza del Paese di appartenenza dei genitori a meno che questi non siano apolidi (potrà chiedere la cittadinanza italiana solamente al compimento del 18° anno di età ma tale concessione non avviene automaticamente ed è oggetto di un lungo procedimento burocratico). L’entrata in vigore del nuovo Ddl impedirebbe ai genitori di registrare l’atto di nascita e così il figlio dovrebbe essere dichiarato immediatamente adottabile divenendo però, contemporaneamente, cittadino italiano.
Un mostro giuridico senza capo ne coda.
La sensazione è che ancora una volta nel nostro Paese si vogliano chiudere le porte della stalla quando i buoi sono scappati. E da un pezzo.
In mancanza di una seria politica dell’immigrazione, l’intera questione è stata affrontata in questi anni dai Governi di turno essenzialemente a fini elettoralistici.
Nell’opinione pubblica le immagini degli sbarchi sulle coste siciliane di migliaia di disperati hanno alimentato l’idea di un’invasione che si è pensato di arginare con il ricorso a leggi e strutture dimostratesi, di volta in volta, sempre meno efficaci.
Forse è il caso di ammettere che da sola l’Italia non possiede la bacchetta magica per risolvere la questione (sintomatico che i miliardi regalati alla Libia abbiano aumentato invece che diminuire il numero dei partenti da quelle coste...). È necessario un impegno dell’intera Unione Europea. Comune e convinto. Ed a riguardo (ma anche sul destino degli ospiti del "San Giuseppe" a Gorizia...) ci piacerebbe conoscere le proposte di coloro che in queste settimane vengono a chiedere il nostro voto per diventare europarlamentari. Investimenti mirati nei Paesi di origine potrebbero essere un primo gesto concreto; ma non basta. Certamente anche fra gli immigrati ci sono delinquenti. Ma questa realtà si affronta ripartendo da un effettivo controllo del territorio e dall’inflessibilità dinanzi a tutti i comportamenti illeciti.. Risolvere tutto con atteggiamenti persecutori verso i più indifesi non porta da nessuna parte.
Mauro Ungaro


Venerd́ 08 Maggio,2009 Ore: 15:41
 
 
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