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Diritti umani. Una laurea contro la tortura

Presentata a Roma un'iniziativa dell'Azione dei cristiani contro la Tortura (ACAT)


Roma (NEV), 8 luglio 2009 - “Una laurea non ferma la tortura, ma rompe l'indifferenza contro la tortura che, tragicamente, è assai più diffusa di quanto non pensiamo”. Così il teologo Paolo Ricca, docente emerito della Facoltà valdese di Teologia, intervenuto il 26 giugno nella tavola rotonda di lancio dell'iniziativa “Una laurea per fermare la tortura. Il valore della formazione giovanile”, promossa dall'Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura (ACAT) e svoltasi nella “Sala della pace” della Provincia di Roma e presieduta da Maria Elisa Tittoni, di ACAT Italia. “La tortura viene applicata nella metà dei paesi del mondo – ha affermato - e in Italia non esiste una norma che la condanni in senso assoluto. Questi dati, nella Giornata internazionale contro la tortura che ricorre proprio oggi, devono interrogare le coscienze di tutti e, in primo luogo, dei cristiani e delle chiese”.
“I cristiani non sono vergini rispetto alla tortura – ha affermato Ricca - perché nella lunga storia delle chiese l'hanno spesso praticata. E per questo lancio un appello perché ogni chiesa cristiana sia come una cellula dell'ACAT attraverso la quale esprimere l'azione dei cristiani contro la tortura”.
È seguita la testimonianza della scrittrice iraniana Masomeh Zamyndoost amareggiata per la situazione attuale nel suo paese. “Conosco la tortura da quando ho 16 anni – ha affermato -. Mi ricordo i tempi dello Scià, quando fui tirata per le gambe e le braccia. In seguito a quelle torture fui costretta a rimanere ferma per due anni. Oggi ovviamente penso ai giovani iraniani che stanno pagando il loro prezzo alla libertà. E' la stessa realtà, ieri come oggi”.
È quindi intervenuto Carlo Bracci, presidente di “Medici contro la tortura”, la cui associazione negli anni, ha seguito circa 1200 rifugiati che hanno subito delle torture: “Ma il percorso di riabilitazione e di inserimento è difficile perché nella società italiana non c'è nulla che li aiuti. Per questo dobbiamo parlare ai giovani nelle scuole, educarli alla cultura dei diritti umani”.
“La parte più importante del nostro lavoro passa attraverso la trasformazione delle mentalità – ha affermato Sylvie Bukhari-de Pontal, presidente della FIACAT, la Federazione che collega le diverse ACAT nazionali, una trentina in tutto. Si è detta molto preoccupata per la strisciante minimizzazione del problema della tortura nelle nostre società, e ha accolto con entusiasmo l'iniziativa di ACAT Italia di istituire un bando di laurea su questi temi: "Un'idea geniale che faremo certamente nostra e che proporremo in altri paesi".
All'incontro sono giunti messaggi di solidarietà da parte del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti; del presidente del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax, card. Raffaele Martino – portato dal prof. Tommaso Di Ruzza - e della moderatora della Tavola valdese, pastora Maria Bonafede.
Ha chiuso la tavola rotonda l'intervento Arsène Bolouvi, già presidente dell'ACAT del Togo negli anni '90: “Vi sono paesi come il mio – ha affermato – nel quale si considera la tortura un problema politico e quindi di parte. La tortura si nutre del silenzio e dove si pratica la tortura non è possibile parlarne pubblicamente. Per questo è importante il progetto lanciato da ACAT Italia, perché sono stato testimone della lotta dei giovani del Togo per la democratizzazione del loro paese”.
Il premio di laurea istituito da ACAT Italia sarà assegnato a tesi discusse negli anni accademici 2008/09 e 2009/10. Tema della tesi dovrà essere: ”La tortura e i trattamenti crudeli, inumani o degradanti contro le persone nel mondo contemporaneo: cause, implicazioni, strategie e strumenti per la loro prevenzione e abolizione e per la riabilitazione delle vittime”. L’intento del premio è quello di sensibilizzare il mondo giovanile su una tematica ancora oggi tristemente attuale.
Le domande di partecipazione al bando dovranno pervenire all’ACAT rispettivamente entro il 30 aprile 2010, per il premio relativo all’anno accademico 2008/09, ed entro il 30 aprile 2011 per il premio relativo all’anno accademico successivo. È possibile scaricarlo dal sito www.acatitalia.it.
Il progetto gode del supporto della Facoltà valdese di teologia, del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, di Medici contro la tortura e di FIACAT.


Giovedì 09 Luglio,2009 Ore: 17:27
 
 
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