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Voci dalla Palestina occupata
BoccheScucite

Quindicinale di controinformazione - n. 94 del 15 gennaio 2010


  • "Non dividerò mai Gerusalemme con i palestinesi, e non tornerò ai confini del '67". (Primo Ministro Netanyahu)
  • Cosa pensa delle costruzioni illegali che Israele continua a progettare e realizzare? Ian Kelly, portavoce del Dipartimento di Stato, ha risposto: "Incutono sgomento".
  • Javier Solana, ancora responsabile dell'Unione Europea per il medio oriente: "I palestinesi devono decidersi a fare passi in avanti, concreti, per andare, gradualmente, verso la creazione di uno Stato. Ma non credo sia questo sia il momento di parlarne".
  • "Lungo i più di quarant'anni di occupazione e oppressione, il 90% della lotta palestinese è stata nonviolenta e la grande maggioranza dei palestinesi ha sostenuto questo metodo di lotta. Dopo sessant'anni di ingiustizie ancor'oggi i palestinesi prendono parte alla resistenza nonviolenta, come cultura e impegno collettivo. Sono azioni che compie chiunque, uomo, donna o bambino. Il movimento nonviolento si sta sviluppando nei villaggi di Jayyous, Bilin e Naalin, dove il muro di separazione israeliano minaccia di cancellare la vita produttiva. C'è un momento in cui non si può più subire l'ingiustizia. E per i palestinesi questo momento è giunto".  Mustafa Barghouthi

in allegato BoccheScucite n.94 - 15 gennaio 2010

 

"Sotto gli occhi di centinaia di milioni di arabi, di 1 miliardo 300 mila musulmani, l'Egitto partecipa direttamente al blocco di Gaza. Nello stesso Egitto milioni di persone si vergognano del fatto che il loro paese prenda parte all'annientamento dei loro fratelli arabi. Ma perché lo fa? Il governo egiziano riceve un cospicuo sussidio americano ogni anno 2 miliardi di dollari, per gentile concessione di Israele. Inoltre, Mubarak ce l'ha con Hamas, perchè rifiuta di fare quello che vuole lui. E poi l'Egitto è in una brutta situazione. Per questo Mubarak non ha altra scelta che ottemperare al diktat degli USA, che è in realtà il diktat di Israele. Così si spiega la sua partecipazione al blocco che distrugge la vita di un milione e mezzo di esseri umani, uomini, donne, vecchi e bambini. Sembra che il popolo egiziano sia disposto ad accettare qualunque cosa. Dal tempo degli antichi faraoni sino a quello attuale, i governanti non sono stati costretti ad affrontare una grande opposizione. Ma verrà il giorno in cui l'orgoglio nazionale avrà ragione di questa pazienza. Io intanto, in quanto israeliano, protesto contro il blocco israeliano. Se fossi egiziano protesterei contro il blocco egiziano. Come cittadino di questo pianeta, protesto contro entrambi."  (Uri Avnery)


BoccheScucite
quindicinale di controinformazione - n. 94 del 15 gennaio 2010


BoccheScucite è realizzato da Don Nandino [per contatti nandyno@libero.it]



Marted́ 19 Gennaio,2010 Ore: 15:08
 
 
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