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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org DOV’E’ IL QUARTO POTERE?<br>LA VERITA’ E’ COSI’ INEFFABILE?,

Aspettando sabato 3 ottobre…
DOV’E’ IL QUARTO POTERE?
LA VERITA’ E’ COSI’ INEFFABILE?

PARTE PRIMA


“Se voi avete la forza, a noi resta il diritto.”
Victor Hugo
 
 “Il giornale, invece di essere una missione, è diventato un mezzo per i partiti. Da mezzo si è mutato in commercio e come tutti i commerci non ha né fede né legge. Il giornale non è che un negozio dove si vendono al pubblico parole capaci di sostenere le tesi e le opinioni di chiunque. Se esistesse un giornale dei gobbi, questo foglio dimostrerebbe sera e mattina la bellezza, la necessità, la bontà dei gobbi...”
 
Chi scrive così è Honoré de Balzac in Illusions Perdues.
Mi sembra interessante riportare qualche altro brano del libro pubblicato proprio negli anni in cui nel mondo della carta stampata stava per scoppiare una rivoluzione destinata ad avere un peso decisivo nel giornalismo di quegli anni e di quelli futuri.
Scrive ancora Balzac:
 
“Il giornale non è fatto per illuminare le opinioni, ma per lusingarle. Può accadere, in un dato momento, che tutti i giornali diventino vili, ipocriti, infami, bugiardi, assassini. Uccideranno idee, sistemi, uomini e, proprio per questo, fioriranno e godranno il favore di ogni benpensante. Il male sarà fatto senza che nessuno ne sia l’autore… Noi giornalisti saremo tutti innocenti, potremo lavarci le mani da qualsiasi infamia. Napoleone ha giustificato questo fenomeno, morale o immorale, come volete, con una frase crudele e cinica: – I delitti collettivi non impegnano nessuno. –”
 
“Il giornale può permettersi la più atroce condotta, nessun redattore se ne crede personalmente insudiciato. Si servirà della religione contro la religione, schernirà la magistratura quando la magistratura lo offenderà, la loderà quando avrà servito le passioni popolari. Per conquistare qualche abbonato in più, inventerà le favole più commuoventi, il giornale servirebbe il proprio padre crudo in pinzimonio piuttosto che non interessare o divertire il suo pubblico…”
 
“Da principio vedremo i giornali diretti da uomini onorati, poi cadranno in potere dei più indegni, i quali hanno la coscienza e la colonna vertebrale di gomma. Oppure cadranno nelle mani degli imprenditori che hanno i quattrini per comperare le penne “migliori”…”
 
“Maggiori concessioni si faranno ai giornalisti, più esigenti diverranno. I giornalisti arricchiti saranno sostituiti da altri affamati e poveri. La piaga è incurabile, diverrà sempre più maligna, sempre più purulenta. E più grande sarà il male, più sarà tollerato, fino al giorno in cui, per la grande abbondanza, la confusione nascerà tra i giornali, come a Babilonia…”
 
“Noi giornalisti sappiamo che i fogli su cui scriviamo si dimostreranno più ingrati ancora dei re, più spregiudicati nella speculazione e nel calcolo dei più disonoranti commerci, siamo tutti consapevoli che i giornali divoreranno le nostre coscienze, le nostre intelligenze per vendere ogni mattina la loro acquavite cerebrale…”
 
Questo è l’aspro e profetico giudizio che il genio di Balzac dava sui giornali e sui giornalisti negli anni in cui vedeva la luce uno dei più interessanti fenomeni della stampa quotidiana, il romanzo d’appendice, il famoso Feuilleton, che avrebbe dato incremento straordinario alle vendite dei giornali. Anche allora, come ora, si parlava di crisi della stampa quotidiana. I direttori e gli editori si spremevano le meningi per cercare di aumentare le tirature dei loro fogli. Non a caso Balzac scriveva che il giornale, per conquistare un abbonato, era costretto a inventare storie lacrimose, sensazionali e sarebbe stato disposto anche a… uccidere il proprio padre pur di interessare, divertire, avvinghiare quell’inafferrabile, difficile volubile personaggio che è il lettore di un quotidiano.
 
 
Il 1941 segna il debutto hollywoodiano, a soli ventisei anni, di uno dei padri della cinematografia moderna, con una pellicola di inestimabile valore: Citizen Kane (Quarto Potere), il cui merito è di aver denunciato l’esistenza di un Quarto Potere (1), in grado di influenzare l’opinione pubblica e di agire nei confronti della società come un moderno tiranno.
 
“L'altra settimana, come per tutti gli uomini, la morte è sopraggiunta anche per Charles Foster Kane.”
Citizen Kane (Quarto Potere)
 
 “Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? Su questo argomento posso illuminarla, io sono un'autorità su come far pensare la gente. Vi sono i giornali per esempio, sono proprietario di molti giornali da New York a San Francisco.”
Citizen Kane (Quarto Potere)
 
“Ho avuto colloqui con tutti i capi delle grandi potenze: Inghilterra, Francia, Germania e Italia; sono troppo intelligenti per imbarcarsi in un'avventura (la seconda guerra mondiale) che segnerebbe la fine della nostra civiltà.”
Citizen Kane (Quarto Potere)
 
“Solo una persona può decidere il mio destino, e quella persona sono io.”
 Citizen Cane (Quarto Potere)
 
“Sì, esatto, ho perso un milione di dollari lo scorso anno, perderò un milione di dollari questo anno e conto di perdere un altro milione l'anno prossimo, di questo passo sarò costretto a chiudere il giornale… tra sessanta anni.”
Citizen Kane (Quarto Potere)
 
“L’impressione prodotta fu di sorpresa e di sbalordimento. Non vi erano esempi di registi che, agli inizi della carriera, avessero dato simili prove di un genio impetuoso e singolare…
Welles ha la violenza irresistibile di una forza naturale, una forza della natura dominata dall’intelligenza…”
 
Con queste parole, nella sua Storia del Cinema, Carl Vincent sottolinea l’importanza del capolavoro di Orson Welles.
Per Francois Truffaut:
 
“Il film dei film.”
 
La sceneggiatura si ispira alla vita del magnate americano William Randolph Hearst, che fu veramente in grado, in alcuni momenti della propria esistenza, di determinare il corso delle vicende politiche del suo paese. Una delle più sinistre, che si inquadra in una lunga tradizione di “Menzogne di Stato”, è quella della corazzata americana Maine, il cui affondamento avvenuto nella Baia dell’Avana, il 15 febbraio 1898, serve da pretesto all’entrata in guerra degli Stati Uniti contro la Spagna e all'annessione di Cuba, di Porto Rico, delle Filippine e dell'Isola di Guam. Capostipite di quel tipo di informazione che passerà alla storia con il nome di yellow journalism, un giornalismo di carattere sensazionalistico, Hearst monta una violenta campagna, sostenuta da uomini di affari americani, che hanno grossi investimenti a Cuba e pensano di espellerne la Spagna. Per settimane, giorno dopo giorno, dedica a questo episodio pagine e pagine del suo quotidiano, reclamando vendetta e ripetendo instancabilmente:
 
“Ricordatevi della Maine! All'inferno la Spagna!”
 
Tutte le altre testate giornalistiche lo seguono a ruota. La tiratura del New York Journal passa, di colpo, da 30.000 a 400.000 copie, per poi superarne regolarmente il milione. È il trampolino di lancio di una formidabile attività editoriale, che, agli inizi del 1900, comprende una dozzina di giornali quotidiani, almeno venticinque riviste e una radio. Il 25 aprile 1898, il Presidente William McKinley, incalzato da ogni parte, dichiara guerra alla Spagna. Tredici anni dopo, nel 1911, una commissione d'inchiesta concluderà che si era trattato di un'esplosione accidentale nella sala macchine.
 
 
Paragonato a quello dei grandi gruppi mondiali di oggi, il potere di Citizen Kane è insignificante. Proprietario di alcuni giornali venduti in un solo paese, Kane dispone di un potere nano se paragonato agli arcipoteri dei megagruppi mediatici dei nostri tempi.
La globalizzazione è, anche, globalizzazione dei mass-media, della comunicazione e dell’informazione. Preoccupati soprattutto nel perseguimento del proprio gigantismo, che li costringe a corteggiare gli altri poteri, questi grandi gruppi non si propongono più, come obiettivo civico, di essere un Quarto Potere, né di denunciare gli abusi o di correggere le disfunzioni della democrazia per migliorare e perfezionare il sistema politico. Non puntano più a ergersi a Quarto Potere e, tanto meno, ad agire come un Contro-Potere.
Questo Quarto Potere è stato, grazie al senso civico dei media e al coraggio di giornalisti audaci, quello di cui disponevano i cittadini per criticare, respingere, contrastare, democraticamente, decisioni illegali che potevano essere inique, ingiuste e, perfino, criminali nei confronti di persone innocenti. Ha, talvolta, pagato anche a caro prezzo: attentati, sparizioni, assassini, come si verifica ancora in molti paesi.
È stato, si è spesso detto, la Voce dei Senza-Voce.
Da una quindicina di anni, via via che si è accelerata la globalizzazione liberista, questo Quarto Potere si è, tuttavia, svuotato del suo significato, ha perduto, a poco a poco, la sua funzione essenziale di Contro-Potere. Questa inquietante realtà si impone, studiando da presso il funzionamento della globalizzazione, osservando come un nuovo tipo di capitalismo si sia sviluppato, non più semplicemente industriale, ma soprattutto economico, in breve un capitalismo speculativo. In questa fase della globalizzazione, assistiamo a un brutale confronto tra Mercato e Stato, tra Settore Privato e Servizi Pubblici, tra Individuo e Società, tra Personale e Collettivo, tra Egoismo e Solidarietà.
Il vero potere è ormai detenuto da un manipolo di gruppi economici planetari e di imprese globali il cui peso negli affari del mondo appare, talvolta, più importante di quello dei governi e degli stati. Sono questi i nuovi padroni del mondo che ispirano le politiche della grande Trinità globalizzatrice: Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Organizzazione Mondiale del Commercio.
Le domande civiche che dobbiamo, dunque, porci sono:
 
“Come reagire?
Come difendersi?
Come resistere all’offensiva di questo nuovo potere che ha, in qualche modo, tradito i cittadini ed è passato con armi e bagagli al nemico?”
 
Bisogna, molto semplicemente, creare un nuovo potere.
Un potere che ci permetta di opporre una forza civica cittadina alla nuova coalizione dei dominanti. Un potere, la cui funzione sarebbe di denunciare il superpotere dei media, dei grandi gruppi mediatici, complici e diffusori della globalizzazione liberista. Quei media che non solo hanno cessato di difendere i cittadini, ma agiscono contro il popolo nel suo insieme. I cittadini dovrebbero mobilitarsi per esigere che i media, appartenenti ai grandi gruppi globali, rispettino la verità, perché solo la ricerca della verità costituisce, in definitiva, la legittimità dell’informazione.
La rivoluzione digitale ha abbattuto il muro che separava le tre forme tradizionali della comunicazione: suono, scrittura, immagine. Ha consentito l’affermazione di internet, che rappresenta un nuovo modo di comunicare, di esprimersi, di informarsi, di distrarsi.
I globalizzatori sostenevano che il XXI secolo sarebbe stato il secolo delle imprese globali. L’Oservatorio Internazionale dei Media (MWG), sostiene che questo sarà il secolo in cui la comunicazione e l’informazione apparterranno, finalmente, a tutti i cittadini.
Sa’adi ci racconta che un re dell’oriente dette un giorno l’ordine di mettere a morte un uomo innocente. Questi gli disse:
 
“O re, abbi pietà di te: io non soffrirò che un istante, mentre il tuo errore sarà eterno.”
 
“L'écrivain est en situation dans son époque:”, 
 
scriveva Jean-Paul Sartre nella presentazione di Temps Modernes :
 
“chaque parole a des retentissements. Chaque silence aussi. Je tiens Flaubert et Goncourt pour responsables de la répression de la Commune, parce qu'ils n'ont pas écrit une ligne pour l'empêcher. Ce n'était pas leur affaire, dira-t-on. Mais le procès Calas, était-ce l'affaire de Voltaire? La condamnation de Dreyfus, était-ce l'affaire de Zola? ”
 
Nel 1945, lo sterminio degli ebrei no era né il caso Calas né il caso Dreyfus.
Il mondo era preso da altre preoccupazioni.
Gli scrittori en situation accolsero in silenzio il ritorno dei sopravvissuti dai campi di della morte.
 
 
“Perdonate, ma non dimenticate”,
 
sono i versi di una canzonetta molto popolare nel dopoguerra 1914-1918.
Perdonare, sì. Perché non possiamo mai sapere il grado di colpevolezza.
Fino a che punto Hitler ha agito per pazzia?
Non ne abbiamo le prove.
Ma prendiamo precauzioni perché non si ripeta.
Il perdono sì, sempre.
Ma non dimenticare.
E, per non dimenticare, dobbiamo, a nostra volta, far conoscere la verità.
Per divulgarla non dobbiamo cedere all’oblio.
Attualmente tutto il mondo è percorso da forze razziste.
Per poter affermare:
 
“Mai più odio, mai più olocausto, mai più orrore.”,
 
non bisogna dimenticare.
L’oblio lascia via libera all’odio.
Noi siamo i depositari della storia, siamo i depositari della memoria.
Anche se non l’abbiamo vissuta in prima persona.
Noi abbiamo, dunque, questa responsabilità.
Ma, per essere ascoltati, bisogna essere credibili.
E, per essere credibili, bisogna essere competenti, sperimentare, avere già sperimentato.
Solo così si potrà proclamare a voce alta ed essere ascoltati.
Il potere porta sempre delle responsabilità.
Non pensate mai a ciò che vorreste fare, ma a ciò che è vostro dovere compiere.
 
 
Vi è un momento della storia dell’uomo che mi tocca dal profondo.
È quello in cui gli esseri umani hanno iniziato ad allineare i loro morti per sotterrarli.
Non si sono mai visti animali allineare le spoglie di altri animali.
Gli animali si nascondono per morire.
Dal momento in cui i resti dei defunti non sono più stati abbandonati, ma accuratamente disposti, una nuova era ha avuto inizio: quella dell’UMANITA’.
 
 
Daniela Zini
 
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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. 


Mercoledì 30 Settembre,2009 Ore: 15:43
 
 
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