Ho letto con soddisfazione sul quotidiano Liberazione (domenica 17 gennaio), la lettera di Renato Pierri, intitolata "Un teologo felice". Perché con soddisfazione? Perché difficilmente i giornali di sinistra pubblicano critiche al nuovo genio della teologia, Vito Mancuso. Il teologo che spera "di poter contribuire con le sue idee al necessario rinnovamento della dottrina e della vita spirituale, nella luce immortale della verità" (cf  L'anima e il suo destino, pag. XVI). Ma perché Vito Mancuso ha la coscienza cristiana felice, come sottolinea Pierri? Certamente non perché vende tante copie dei suoi libri; né perché Gad Lerner, Fabio Fazio, e Corrado Augias lo invitano  in televisione,  ma perché lui ama la vita: "Alla fine sta tutto qui. Occorre mantenere in vita lo spirito dell'infanzia, la forza prigenia con cui la natura ci ha generato...la vita non tradisce...Basta solo esser giusti. Tutto qui." (cf Op. cit. pag. 317). Capito? Basta esser giusti, e certo non possiamo angustiarci per il fatto che gran parte dell'umanità sia vittima dell'ingiustizia, del sopruso dei potenti, dell'ignoranza. Si angustiano forse i mistici? Neppure per idea. Essi "hanno un altro modo di camminare, i passi calmi di chi è arrivato a casa. Un altro modo di relazionarsi col mondo esterno, col cibo, con la propria sessualità..." ( cf. Op. cit. pag. 67). Beati i mistici! Se vengono a sapere, non so, che sotto le macerie a Haiti ci sono bambini ancora vivi che stanno morendo di dolore,  di fame e di sete, i mistici continuano tranquilli a camminare con i passi calmi di chi è arrivato a casa.

Veronica Tussi

 

Mercoledì 20 Gennaio,2010 Ore: 16:52