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www.ildialogo.org Una cena al buio,di Giovanni Carbone

Lettera
Una cena al buio

di Giovanni Carbone

Un pesante telone nero chiude al buio la sala preparata per accogliere i 54 ospiti. Sono affidato a Gaetano che mi porta a sedere a fianco di Antonella. Sua sorella Luciana prende posto alla mia destra, mentre Lino, il suo fidanzato, mi è di fronte. Siamo in pratica in sei ad occupare il tavolo regolarmente imbandito. Adesso mi confondo con i nomi, comunque i non vedenti: Gaetano, Dario, Matteo, Mario, Pina… con molto tatto hanno reso facile il nostro approccio con l’oscurità e ci hanno suggerito come muoverci in ogni circostanza.
Intanto Gaetano provvede per noi del tavolo numero 7. Si dà un gran da fare a passare tra i tavoli con i piatti imbracciati. Luciana riceve per prima l’antipasto e già dal primo scambio di telegrafiche battute, avverto che Gaetano è nel “suo”: orgoglioso e fiero di adoperarsi a rendere la serata suggestiva, carica di emozioni. Gaetano, o chi per lui, si sente più che mai visibile al buio, visibile nella sua condizione. Vede a suo modo e si sente visto a suo modo, alla pari. Gaetano, di solito assistito, questa sera assiste, insegna, conforta, tollera… Passivo in altri momenti, stasera è attivo, cercato, interrogato. Da dipendente, Gaetano questa sera è protagonista di storia. Gaetano, questa sera, ha condiviso con i disponibili la dimensione del suo arco vitale.
Il conduttore, che ha sventagliato i vari avvisi, ha, tra una leccornia e l’altra, sciorinato col giusto garbo e colorato calore le battute tese a ironizzare con franca simpatia sul suo gruppo di appartenenza. Ci ha intrattenuti con aneddoti e gustose storielle, al punto che gustare la cena è passato in secondo ordine.
Chi suona il pianoforte intona pure canzoni e canzonette. Le classiche napoletane, quelle che si cantano in coro in ogni occasione che si rispetti, infondono un’allegria che riempie i vuoti e sbiadisce il cupo. Il coinvolgimento è quello stesso che scatta in ogni grado di luminosità.
            Non so dire cosa mi abbia indotto, ma improvvisamente mi sono allontanato dal contesto. Ho cominciato a vagare tra le stelle ad una velocità supersonica. Smarrito nello spazio, tra bagliori accecanti e profondi buchi neri, mi sono ritrovato a considerare il commiato dalla Terra. Sul nostro pianeta tantissime sono le possibilità di vita, normali e diversamente normali. Allora infinite saranno le dimensioni destinate alla nostra vita ideale. Così ragiono durante questo stravagante fantasioso viaggio interstellare.
Sarà per il contrappeso dantesco che quelli che ne sono attualmente privati, godranno della Luce, via via più luminosa, tesa a quella Suprema? Intesa come massima Trasparenza? Come massima Saggezza? Come massima forza Creatrice? Di conseguenza, per lo stesso contrappeso, chi vive attualmente nella luce materiale, si avvia verso le tenebre tese al buio totale, inteso come assenza di conoscenza? Annientamento volontario?
“Giovanni ci sei?” Così Lino mi ha riportato nella sala a partecipare alla nobile iniziativa. Tra una pausa e l’altra, Lino ha detto di essere impiegato in un’azienda. Luciana ha detto d’insegnare ai sordomuti il linguaggio dei segni. Anch’io ho raccontato qualcosa di me. Poi di nuovo mi sono ritrovato a riflettere sul nero e bianco, su buio e luce. Sono la stessa cosa? I colori possono identificare due condizioni diverse di vita?
Cosa mi riporta in sede? L’introduzione nella sala di vassoi coperti di graziosi lumini. La luce fioca è stata però sufficiente a levare i veli dai nostri immaginati volti. La curiosità è stata appagata. Questa volta nel piatto sono comparsi gioia e sorpresa, conciati di spassionato affetto e tenera amicizia: il piatto certamente più gradito della cena.
Per un acino di pepe si perde la ministra! È vero! Per la fretta sono andato via, quasi di soppiatto, privandomi della preziosa occasione di stringere la mano ai vedenti e non. Gradirei che questa presente esternazione giungesse a chi ho individuato con nome. Grazie all’intero staff che ha organizzato questa illuminante esperienza da estendere tra i giovani. Per me un vero gradito regalo. A tutti la mancata stretta di mano.
23 ottobre ’09
Giovanni Carbone
 
 

 



Sabato 24 Ottobre,2009 Ore: 23:00
 
 
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