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www.ildialogo.org Dachan Il Niqab non e' un obbligo ma e' anticostituzionale vietarlo,di Dr. Mohammed Nour Dachan

Dachan Il Niqab non e' un obbligo ma e' anticostituzionale vietarlo

di Dr. Mohammed Nour Dachan

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’UCOII ALL’AUDIZIONE PRESSO LA PRIMA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI


INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’UCOII ALL’AUDIZIONE PRESSO LA PRIMA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI

ROMA 01 DICEMBRE 2009


Nel Nome di Dio Unico.

Sig. Presidente, Onorevoli parlamentari, anzitutto il mio sincero grazie per questo invito che considero a nome mio e dell’Ucoii un onore e un segno tangibile del rispetto e dell’attenzione del Parlamento verso la comunità musulmana d’Italia.

Passo subito ad esporre la valutazione dell’Ucoii sulle proposte di legge presentate.

L’Ucoii non considera il burqua un dovere religioso inderogabile.

Il dovere religioso che discende dal Generoso Corano riguarda esclusivamente l’obbligo di indossare un velo che cinga il capo, ossia l’hijab.

Fatta questa premessa, l’Ucoii non può mancare di evidenziare come le due proposte di legge, introducendo il divieto di portare il volto coperto a prescindere da esigenze di sicurezza, si pongono in contrasto con la Carta costituzionale e introducono una pericolosa forma di discriminazione. Parlando di sicurezza apro una parentesi e tengo a precisare che niente e nessuno ha mai portato tanto danno all’Islam ed ai musulmani quanto il terrorismo.

In uno stato liberale e laico il foro interno, le scelte religiose – qualunque esse siano – devono essere lasciate alla libera scelta dell’ individuo.

La attuale legge n. 152 del 1975 contempera in modo equilibrato e rispettoso i principi costituzionali della libertà religiosa dell’individuo con i principi di difesa dell’ordine pubblico.

Questo principio fino ad oggi è stato sufficiente a soddisfare le esigenze di sicurezza senza dare vita a discriminazioni.

Per la prima volta una legge dovrebbe vietare espressamente una credenza religiosa.

Tale previsione ci pare – qualunque sia la credenza religiosa in questione – un abuso, una violazione dei principi costituzionali.

A questo proposito, l’Ucoii non può che richiamare le pronunce del Consiglio di Stato il quale con la sentenza del 19 giugno 2008 n. 3076 ha stabilito che l’ uso di coprire il volto per motivi religiosi integra «un utilizzo che generalmente non è diretto ad evitare il riconoscimento, ma costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture».

Orbene, pare all’Ucoii che una legge che si proponesse di dichiarare illegale una tradizione o una cultura, come ci ricorda il Consiglio di Stato, sia semplicemente liberticida e anticostituzionale.

Comunque nessuno degli aderenti e dei dirigenti dell’Ucoii, né nessuna donna della seconda generazione in Italia porta un siffatto abbigliamento che ripeto a chiare lettere: non è religiosamente necessario.

L’Ucoii è preoccupata del fatto che le proposte di legge in questione avrebbero come conseguenza l’ulteriore emarginazione delle persone che si sentono legate a quella determinata credenza religiosa.

Dichiarando illegale il burqa anziché il dialogo avremo ulteriore segregazione e autosegregazione, con conseguenze ancora peggiori e drammatiche.

L’Ucoii teme che a causa del divieto che si vuole introdurre quelle donne – poche, pochissime – scompaiano dai radar delle istituzioni e della società e che di esse non si sappia più nulla.

La nostra società ha bisogno di dialogare e soprattutto le istituzioni hanno bisogno di conoscere i propri cittadini, i loro problemi e soprattutto come vivono.

Solo in questo modo sarà possibile prevenire e combattere ogni forma di abuso, di prepotenza e di imposizione – utilizzando erroneamente la religione – all’interno della famiglia.

Ma una legge che rende clandestina una credenza religiosa, sebbene assolutamente minoritaria – qualunque essa sia – è la migliore alleata dei violenti e dei prevaricatori che abusano della debolezza della donna.

Senza libertà, senza dialogo, senza rispetto dell’individuo può solo nascere rancore, frustrazione, emarginazione e dunque altra illegalità.

Se un uomo impone con la violenza alla propria moglie il burqa, questo stesso uomo sarà anche in grado, dopo l’introduzione del divieto previsto dalle due proposte di legge, di imporre alla stessa moglie la clausura e la reclusione a casa. E questa volta con la complicità della Legge Italiana! Cosa ne sarà di quelle donne?

Ill.mi Parlamentari, l’Ucoii rappresenta alla Vostra attenzione la necessità di una legge sulle libertà religiose che sia in grado di dare a ciascuna confessione religiosa e a ciascuna credenza religiosa il giusto rispetto e le giuste possibilità di espressione.

Allo stesso tempo l’Ucoii auspica che siano sanzionate in modo sempre più severo qualunque forma di abuso e di violenza sulle donne commessa per qualsivoglia motivo.

L’Ucoii ha approvato all’unanimità nella sua assemblea del 08 luglio 2007 tenutasi a Bologna .la Carta dei Valori della quale condivide spirito e contenuti che già al punto 26 della richiama l’esigenza di superare l’uso del burqua.

L’Ucoii conferma questo indirizzo e ad esso si richiama integralmente.

La strada intrapresa dalla Carta dei valori rimane la migliore: lavorare sul piano culturale, sul piano dei valori condivisi, del dialogo.

L’Ucoii auspica che il superamento di tali pratiche venga fatto senza creare aree di illegalità che servono solo a generare ulteriore frustrazione e incomprensione.

L’Ucoii è preoccupata che con queste proposte di legge si possa arrivare all’ inaccettabile conseguenza che le donne sorprese in pubblico con il burqa verranno processate e condannate.

Le conseguenze delle proposte di legge sono paradossali: verranno punite proprio le persone più deboli, quelle che vogliamo proteggere, le donne!!

Ill.mi Parlamentari chiudo questo mio intervento citando le parole del grande costituzionalista presidente emerito della Corte costituzionale Prof. Valerio Onida, il quale nel disapprovare ogni invasione dello Stato nel foro interno degli individui ha scritto:

«Lo Stato non può identificarsi in nessuna religione e in nessuna filosofia antireligiosa, deve rispettare la libertà di tutti, individui e gruppi, deve trattare tutti, individui e gruppi, in conformità al principio di eguaglianza, e insieme assicurare il rispetto da parte di tutti delle regole comuni inderogabili».

Nell’augurio che queste parole possano essere terreno e fonte di ispirazione comune Vi auguro un buon lavoro, ringraziandovi a nome mio e dell’Ucoii per il Vostro prezioso operato, sempre improntato al bene dell’Italia e alla felicità di tutti gli italiani.

Con l’occasione auguro ai fratelli e alla sorelle musulmane buona festa del Sacrifico/ del Pellegrinaggio terminata ieri e con fraterna vicinanza un Buon Natale, celebrazione sacra per Voi fratelli cristiani e auguri di Felice Anno Nuovo a tutti i cittadini italiani di qualsiasi religione, credenti e laici

Il Presidente dell’Ucoii

Dr. Mohammed Nour Dachan
 



Domenica 20 Dicembre,2009 Ore: 19:28
 
 
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