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www.ildialogo.org Islam e omosessualità,di Amina Salina

Islam e omosessualità

di Amina Salina

Hadhrat Abu Musa al-Ash'ari (R.A.) narra che Rasulallah (Sallallahu Alayhii
Wassallam) disse:
" Il Qiyamah (il Giorno del Giudizio) verrà:
* Quando sarà visto come una vergogna agire seguendo le ingiunzioni del
Corano."
 
fratelli e sorelle,
vorrei affrontare in quest’articolo un tema sensibile che è tra i temi di cui si occupa la nostra rivista distruggendo lo stereotipo veramente occidentalista ed ingeneroso che fa dell’Islam una religione omofobica.  Data la vastità dell' argomento seguiranno alcuni articoli di fratelli e sorelle che vanno nello stesso senso.
Innanzitutto vorrei chiarire che nell’Islam non esiste una condanna della persona omosessuale.  L’Islam non si preoccupa di chi una persona ama ma del rapporto che ogni credente ha con la sua fede con Allah e con il prossimo.  Una persona con tendenze omosessuali può vivere la sua vita di credente e guadagnarsi il Paradiso facendo semplicemente quello che dice Allah come ognuno di noi, non deve essere discriminato o maltrattato.  
Esiste un solo versetto coranico che parla di punizione, senza dire quale, per chi venga sorpreso nell'atto omosessuale ed è il versetto 16 della Sura delle donne che dice: «E se sono due dei vostri a commettere infamità, puniteli; se poi si pentono e si ravvedono, lasciateli in pace.  Allah è perdonatore, misericordioso.  "Allah non specifica di quale peccato si tratti.  Gli esegeti hanno affermato che il versetto di applica agli omosessuali.  Per quanto riguarda il tipo di punizione ci sono tre hadiths che ne parlano ma gli studiosi sono in disaccordo sulla validità degli stessi.  Di fatto la maggior parte degli Ulema ritengono che nel diritto islamico tradizionale l’omosessualità debba essere punita nello stesso modo dell’adulterio ma nella realtà dei paesi a maggioranza musulmana non è così.  La stragrande maggioranza degli esegeti fa anche riferimento alla storia di Lot ed alla punizione degli abitanti di Sodoma e Gomorra da parte di Dio narrata sei volte nel Nobile Corano più o meno negli stessi termini dell’Antico Testamento (Corano 7:80-82,(Corano 27:55-58 Corano 29:28-29 trad.  di A.  Bausani ).  Abdennur Prado propende però per una interpretazione differente.  Secondo lui il popolo di Lot fu distrutto non a causa dell’omosessualità ma a causa della promiscuità sessuale assoluta che praticavano e soprattutto del rifiuto dell‘ospitalità che a quei tempi ed in quel clima desertico poteva significare la condanna a morte per chiunque si trovava in difficoltà.
 Nella Tradizione islamica c è una netta condanna del rapporto anale - omo o etero che sia - poiché esso viene associato al possesso assoluto della persona.
Nessuno può avere un dominio assoluto su un altra persona.  Solo Allah, poichè ci ha creati, può decidere il nostro destino.  Anche l’orientamento sessuale fa parte in qualche modo della fede quindi deve essere coerente rispetto a quello spirituale.  L' amore del musulmano deve essere orientato ad Allah non può prescindere dalle norme religiose ed etiche anche se si sa gli esseri umani sono stati creati deboli.  A livello metafisico ogni essere umano è uno spirito che occupa un corpo; lo spirito in sé, la vera natura umana, non è né donna né uomo, non è né bianco né nero, né ricco né povero e tutti hanno la stessa dignità di fronte al Creatore.  Tutti gli spiriti sono uguali, e non devono in alcun modo accentuare le differenze tra due corpi: in questo si ritrova il fatto che l'Islam, come molte religioni, lavora nell'anelare dello spirito a un livello superiore rispetto a quello terreno, quello dell’insan al kamil, l’uomo perfetto che è il Profeta. .
Detto ciò alcuni storici dell’Islam hanno attribuito l’atteggiamento espressamente omofobico che si è espresso dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi al fatto che molti teorici della rinascita islamica si sono formati in Inghilterra da dove hanno aderito ad una visione etica sostanzialmente puritana che poi hanno trasportato nella cultura islamica.  Un hadith attribuito al Profeta afferma: "Colui che ama e rimane casto e nasconde il suo segreto e muore, muore da martire. " Questo significa che, l'amore per giovani uomini nell'Islam, lontano dall'essere il sentiero verso la perdizione che è nel Cristianesimo, era un sentimento comprensibile che, se tenuto sotto controllo, poteva innalzare un credente fino al paradiso.  L'amore tra uomini diventò un crimine punibile (nella vita) solo se veniva consumato - e veniva sorpreso nel praticarlo, il che richiede la testimonianza di quattro uomini o di otto donne.
Questo rendeva di fatto inapplicabile la sentenza in quanto tutte queste persone dovevano vedere con i loro occhi la penetrazione - così come nel caso dell’adulterio - non bastava che i due fossero sorpresi a letto. Sembra che di fatto la condanna capitale fosse stata eseguita solo nel caso di rei confessi che spontaneamente la chiedevano per espiare ed essere ammessi subito al Paradiso. Di fatto i giuristi fecero di tutto per evitare l’applicazione della pena di morte ove fosse tradizionalmente consentita.
Oggi nel mondo islamico c’è forse il ritorno a quella situazione di tolleranza e di apertura che può consentire agli omosessuali di essere considerate persone, peccatori come tutti, per dare loro la possibilità di vivere senza essere discriminati come cittadini e di accedere alla santità se vogliono. Esistono anche collettivi ed associazioni di giovani musulmani gay credenti che si presentano come tali e partecipano assieme agli immigrati alle lotte per i diritti civili in Occidente e altrove.
salam
amina salina


Gioved́ 11 Febbraio,2010 Ore: 15:34
 
 
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