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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Una falla in Vaticano?,

La posta di fra' Calvino
Una falla in Vaticano?

Caro fra’ Calvino,
ti seguo da qualche anno, anzi ti avviso: occhiuti prelati ti tengono sotto tiro.
Ti racconto, spero in breve, la mia storia: ero giovane appena ventenne, già universitario di giurisprudenza in una città del sud. Brillavo negli studi e già allora facevo breccia, oltre che tra i colleghi, tra i docenti specie se cinquantenni. Il fatto è che, appena entrato in pubertà, mi ero accorto che le ragazzine non erano di mio gusto e che invece mi piaceva osservare i ragazzi. Vissi amori ed amorazzi adolescenziali; poi approdai agli adescamenti nei sempre affollati autobus della mia città. E qui venne l’incontro che doveva cambiare la direzione della mia vita. Un giorno mentre ero a caccia nel solito autobus affollato, un uomo dall’apparente età di 40 anni accettò il mio ammiccamento. Si rivelò una persona a modo poiché mi trattò con cortesia e mi portò al bar. Ordinò per due e a me che lo puntavo provocante, confessò che lui, padre di famiglia, aveva voluto fermarsi con me… per capire. Ed aveva capito bene tant’è che mi aprì un orizzonte cui non pensavo. Mi disse: potresti “sublimare” questa tua situazione facendoti prete cattolico. L’idea, buttata là, mi spaventò. Poi, poco alla volta, cominciai a pensarla come soluzione… fascinosa se “sublimata”. Avevo tutte le carte per essere un principe del foro oppure un brillante prof. universitario e invece intrapresi la grande avventura: gli amici, soprattutto quelli che mi conoscevano a fondo, mi dissero matto, altri mi sfottevano e qualche volta, perentori, levavano la “s”. In fondo navigavo bene tra soprusi che mi deresponsabilizzavano.
Misi a parte del proposito mia madre che, felice come una pasqua, andò a spifferare tutto al parroco. Fui subito circuito di attenzioni e blandizie e, già laureato, il vescovo credé bene di farmi fare gli studi teologici a Roma…. nei grandi atenei che plasmano i futuri vescovi. Avevo fatto proposito “sublimante” ma dovetti scoprire che qui si prospettava una più densa pacchia. Anche qui molti mi trovarono avvenente e fui presto conteso tra taluni docenti. Fui a 29 anni “sicuro prete celibe”, dopo avere ottenuto “maxima cum laude” vari dottorati: ovviamente qui tutti sanno che quello portante è il dottorato “in utroque”. I docenti, divenuti alti prelati mi hanno voluto al loro servizio ed oggi, appena 40 anni, mi prospettano l’episcopato, I miei grandi “amici” protettori li conosco in tutti i sensi e loro altrettanto “conoscono me”.
Il punto, caro fra’ Calvino, è che per quanto “navigato” ora comincio a sentirmi a disagio: strane sensazioni mi assillano quasi che una qualche forma di paternità frustrata affiori nei miei 40 anni. Ma le lusinghe, le pressioni, un qualcosa come un voler bene a qualcuno di questi “ovattati spasimanti”, mi trattiene. Ma poi scorgo… il baratro leggendo il Vangelo. Vorrei un tuo consiglio.
Don Elio.





Caro don Elio e cari fratelli e sorelle, pace e bene nel Signore!
La questione posta sembra di straordinaria gravità.
Beninteso noi riteniamo, fino a prova contraria, che il sedicente don Elio sia uno “spericolato” burlone; viceversa ci troveremmo dinanzi a un vero “miracolo”, una piena “conversione” ad U. Si tratterebbe infatti di un uomo che, al solo scopo di agguantare “il potere” ad esso sacrificando ogni sua dignità, ogni parvenza da “uomo”, dopo aver percorso una via “tortuosa” ma “in salita”, viene folgorato nell’allungo conclusivo.
Eh! No, caro don Elio, è difficile, se non impossibile crederti.
Ma perché, allora, soffermarsi su questa “provocazione” e non cestinarla?
La risposta è nelle sempre più gravi “incongruenze” in cui si aggroviglia questo papa che appare sempre meno benedetto:
1) si sta celebrando l’anno sacerdotale con l’opzione per l’oscurantismo tipico in cui si muoveva il cosiddetto “santo curato d’Ars” che “urbi et orbi” è riconosciuto “ignorantissimo”. Basta, all’uopo, citare: “senza il prete, morte e passione di nostro Signore non servirebbero a niente”. E vedi caso lo stesso pontefice si fa “divulgatore ammirato” di simili scemenze.
2) volontà oscurantistica che induce in questo papa Benedetto lo sfoggio del capzioso utilitaristico “ciò che massimamente alla chiesa può giovare in tali cose (pedofilia e omosessualità) non è tanto la puntigliosa rilevazione delle debolezze (poca cosa!) dei suoi ministri, quanto una rinnovata e lieta coscienza della grandezza del dono di Dio concretizzato in splendide figure di generosi pastori, di Religiosi ardenti di amore per Dio e per le anime (vedi caso, entrambe le due entità “Dio-anime” non si vedono e, perciò…l’esortazione di Gesù:…”bugiardi”!)
Ma dopo il pensiero vola a splendide figure di generosi pastori… il cardinale Martini, per caso? Eh! No: quello non è catalogabile tra… gli “obbedienti coraggiosi in quanto rinunciano a vagliare autonomamente i contenuti da credere”!
Ma dall’argomentare, indegno del più misero “sillogista” (da quando dal meno viene il più?) pare di assistere ad una (tanto aborrita) parata di gay-pride. E a questo proposito, il nostro don Elio, un quesito “serio” sembra porlo e su questo vorremmo coinvolgere i nostri pochi lettori: se Gesù sapeva di “eunuchi per nascita” ed “eunuchi per scelta” perché mai un “omosessuale continente per il Regno” non deve essere “presbitero”, cioè, nel suo genere, “anziano” nella comunità ecclesiale?
Precisiamo: presbitero e non sacerdote giacché (Ebrei,7:24) solo Gesù, come Melchisedek (7:3: senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita) rimane sacerdote in eterno, solo Gesù ha un sacerdozio “che non passa ad alcun altro”.
Quindi non sussiste il dilemma “no, sacerdoti sposati; si, sacerdoti celibi”, a meno che non si voglia fare il distinguo per favorire il rientro nei “ranghi e nella casta” di quei preti sposati che “sfortunatamente” non sanno come sbarcare il lunario senza le prebende e lo scranno in chiesa.
3) Ma se resta vero che coloro che esercitano potere “sulla chiesa” devono “pascere” le pecore (non tosarle!) necessita che costoro provvedano senza remore a far sì che il popolo di Dio (ad es. in America Latina) possa essere nutrito (pasciuto) con il pane e il vino “vero Sangue e Corpo di Cristo Signore”.
Ma guardate un po’! mancano i preti per l’Eucaristia e si proiettano “miraggi” di confessionali assediati da miriadi di penitenti.
Sveglia, Chiesa!

Vostro, nel Signore Gesù,
 


 



Luned́ 13 Luglio,2009 Ore: 14:58
 
 
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