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www.ildialogo.org E IL CIELO SI APRI'. LA NUOVA CITTA' E IL DIRITTO DEL SOLE ("IUS SOLIS"): AL DI LA' DEL DIRITTO DEL SANGUE ("IUS SANGUINIS") E DELLA TERRA ("IUS SOLI"). Intorno a una nota di Michele Ainis,a cura di Federico La Sala

CITTADINANZA: EVANGELO E COSTITUZIONE. PARLARE CON FRANCHEZZA ("PARRHESIA") E IN SPIRITO DI CARITA' ("DEUS CHARITAS EST". 1 Gv., 4.8) - E NON IN SPIRITO DI MAMMONA ("DEUS CARITAS EST": Benedetto xvi, 2006) E DI "MAMMASANTISSIMA". Una lezione di Diogene di Sinope ...
E IL CIELO SI APRI'. LA NUOVA CITTA' E IL DIRITTO DEL SOLE ("IUS SOLIS"): AL DI LA' DEL DIRITTO DEL SANGUE ("IUS SANGUINIS") E DELLA TERRA ("IUS SOLI"). Intorno a una nota di Michele Ainis

La prima riforma degli Anni Dieci non ha il timbro della legge, né tantomeno della legge costituzionale. Viaggia su una vettura più dimessa, più modesta: la circolare ministeriale. Quella con cui il ministro Gelmini ha comunicato ai presidi che il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi non riguarda tutti gli stranieri. Non riguarda, più in particolare, gli stranieri nati qui. Che dunque da oggi sono un po’ meno estranei alla terra su cui hanno spalancato il loro primo sguardo (...)


a cura di Federico La Sala

“Ius soli” cade il tabù

di Michele Ainis (La Stampa, 11 gennaio 2010)

La prima riforma degli Anni Dieci non ha il timbro della legge, né tantomeno della legge costituzionale. Viaggia su una vettura più dimessa, più modesta: la circolare ministeriale. Quella con cui il ministro Gelmini ha comunicato ai presidi che il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi non riguarda tutti gli stranieri. Non riguarda, più in particolare, gli stranieri nati qui. Che dunque da oggi sono un po’ meno estranei alla terra su cui hanno spalancato il loro primo sguardo, o meglio sono diventati un po’ italiani.

Una novità a ventiquattro carati: è la prima applicazione dello ius soli in un ordinamento che continua ad essere improntato allo ius sanguinis.

Rispetto al fatto nuovo, non è poi così importante interrogarsi sulle ragioni che lo hanno generato. Può darsi che un tetto rigido, senza compromessi né eccezioni, avrebbe svuotato troppe scuole, dato che i figli degli immigrati sono maggioranza in varie aree del Paese. Può darsi che una riforma per via legislativa s’infrangerebbe contro l’altolà di Bossi e della Lega, e quindi meglio scavalcare il Parlamento. O infine può darsi che in Italia le uniche riforme si facciano sottovoce: non abbiamo forse battezzato l’elezione diretta del presidente del Consiglio senza scomodare la Costituzione, limitandoci a cambiare la scheda elettorale?

Ma il fatto nuovo è figlio a propria volta della nuova società in cui siamo immersi mani e piedi. Nel 2007 gli stranieri iscritti nei registri anagrafici sono cresciuti di 460 mila unità, più dell’anno prima, e dell’anno prima ancora. Questi stranieri hanno dato alla luce 64 mila bambini, il 90% in più rispetto al 2001. E tutti loro - i padri e i figli - sono ormai 4 milioni, solo a contare gli immigrati regolari. Sennonché questi immigrati restano stranieri nella loro nuova Patria: nel 2005 gli abbiamo concesso 19.266 cittadinanze, un terzo rispetto alla Spagna, un decimo rispetto alla Germania, un grammo di polvere rispetto alle 154.827 cittadinanze elargite quello stesso anno dalla Francia.

Possiamo allora accompagnare con un viatico questa circolare? Il viatico è al contempo una speranza, quella d’abitare in un Paese dove le riforme siano proclamate a tutto tondo, senza sotterfugi normativi. Dove la legge del 1992 sulla cittadinanza venga corretta per adeguarla ai nuovi tempi: oggi servono 10 anni (ma in realtà non meno di 13), la proposta bipartisan Sarubbi-Granata (pendente dal 30 luglio in Parlamento, e sottoscritta da 50 deputati di ogni gruppo, a eccezione della Lega) dimezza questo termine. E trasforma inoltre la cittadinanza italiana in un diritto, anziché in una graziosa concessione delle autorità amministrative. Con un giuramento e con un esame d’italiano, perché non c’è diritto senza l’adempimento d’un dovere. Ma in un tempo certo e ragionevole, che diventa automatismo per i figli degli immigrati residenti da 5 anni. Non è buonismo: specialmente dopo i fatti di Rosarno, è un esercizio di realismo.

_________

 

 Sul tema, in rete, si cfr.:

  Cittadinanza (diritto)

  DIOGENE DI SINOPE 
  Mentre una volta prendeva il sole, Alessandro Magno sopraggiunto 
  e fattogli ombra disse: "Chiedimi quel che vuoi". 
  E Diogene, di rimando: "Lasciami il mio sole".

  DELLA LINGUA E DELLA POLITICA D’ITALIA. DANTE: L’UNIVERSALE MONARCHIA DEL RETTO AMORE. 
  Per una rilettura del "De Vulgari Eloquentia" e della "Monarchia"

  Eu-ropa ed Eu-angelo. Una Riforma cosmologica ... GIORDANO BRUNO, LE "TRE CORONE" E IL  VANGELO ARMATO. Nuccio Ordine rilegge la grande opera di Bruno (e fa intravedere impensate connessioni con Dante, Boccaccio, Lessing e noi, tutti e tutte).

  TOMMASO CAMPANELLA (Wikipedia)

  "PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!

  COSTITUZIONE, LINGUA E PAROLA.....

  TEOLOGIA-POLITICA LUCIFERINA... A SILVIO BERLUSCONI UN "NOBEL"

  METTERSI IN GIOCO, CORAGGIOSAMENTE

LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica") e canta "Forza Italia" (1994-2009). Questo è il nodo da sciogliere

 



Lunedì 11 Gennaio,2010 Ore: 14:37
 
 
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