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www.ildialogo.org ITALIA, 2010: IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (SENZA "NOME" E SENZA "PAROLA") E LA BUSSOLA ROTTA. Una nota di Mario Monti,a cura di Federico La Sala

CRISI COSTITUZIONALE E VERGOGNA PLANETARIA (1994-2010). IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GRIDA: FORZA ITALIA!!! IL PRESIDENTE DI UN PARTITO GRIDA: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ IL MENTITORE ISTITUZIONALE?!!
ITALIA, 2010: IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (SENZA "NOME" E SENZA "PAROLA") E LA BUSSOLA ROTTA. Una nota di Mario Monti

IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI. NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2010)!!!


a cura di Federico La Sala

La bussola del Presidente

 

di Mario Monti *

Il Presidente della Repubblica non guida la politica del Paese. Ma può, restando nei suoi poteri, esercitare una leadership. Con essa, può offrire orientamento ai cittadini e al mondo politico.

Ascoltando il messaggio di Giorgio Napolitano, sapevo di non potermi attendere l’annuncio di decisioni. Cercavo una cosa più rara e importante, in un momento così confuso: l’orientamento, una visione nella quale riconoscersi, sull’Italia, la crisi, la politica. La visione mi è parsa nitida e forte. Ne ho colti quattro capisaldi.

L’atteggiamento. A fine 2008 il Presidente indicava «l’atteggiamento da tenere dinanzi alla pesante crisi»: dobbiamo considerarla come «grande prova e occasione per aprire al Paese nuove prospettive di sviluppo». Rispetto a questo metro di valutazione, il suo giudizio dopo un anno appare incoraggiante, ma non soddisfatto. Grazie al «serio sforzo» compiuto dalla comunità internazionale e da quella italiana - «Paese» e poteri pubblici - «guardiamo con fiducia, con più fiducia del 31 dicembre scorso, al nuovo anno». Ma sulle politiche per dare all’Italia nuove prospettive di sviluppo, «il discorso resta ancora interamente aperto».

Il Paese. Risiede sul colle più alto, il Presidente, ma è un attento osservatore delle realtà locali. Ed è «guardando a quel che si è mosso nel profondo del nostro Paese» che nutre una fondata fiducia. «Nel tessuto più ampio e profondo della società si è reagito alla crisi con intelligenza, duttilità, senso di responsabilità». Con garbo, Napolitano sembra invitare i protagonisti della politica a posare anch’essi lo sguardo un po’ più in basso: «In realtà, non è vero che il nostro Paese sia diviso su tutto: esso è più unito di quanto appaia se si guarda solo alle tensioni della politica».

La politica. Se il suggerimento verrà colto, si potrà avere «un ritorno di lucidità e di misura nel confronto politico», che gioverebbe alle stesse forze politiche. «Esse- diceva il messaggio di un anno fa- possono guadagnare fiducia solo mostrandosi aperte all’esigenza di un impegno comune, ed esprimendo un nuovo costume». Predica inutile? Non proprio. «Lo so bene- osserva Napolitano (con elegante understatement, se si pensa agli attacchi personali che ha ricevuto da più parti) - abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico, ma ciò non deve impedirci di vedere come si sia operato in concreto da parte di tutte le istituzioni, realizzandosi, nonostante i forti contrasti, anche momenti di impegno comune e di positiva convergenza».

Le riforme. L’impegno comune è necessario per le riforme, chieste con vigore dal Presidente: quelle istituzionali e quelle, «da non rinviare», nel campo economico e sociale. «L’economia italiana deve crescere di più emeglio che negli ultimi quindici anni: ecco il nostro obbiettivo fondamentale». Egli registra positivamente le riforme annunciate dal governo sugli ammortizzatori sociali e sul fisco. Invita a presentare «un’analisi e una proposta d’insieme».

Quello di Napolitano non è un discorso di politica economica. Ma i temi sui quali sollecita l’azione - il Mezzogiorno, i giovani, l’equità sociale - sono legati da una stringente logica economica. Senza risultati su questi fronti, l’Italia sarebbe frenata nella crescita. E non riuscirebbe neppure ad essere un’«economia sociale di mercato», per mancanza di «sociale» e conseguente rigetto del «mercato».

Mario Monti

* Corriere della Sera, 02 gennaio 2010


SUL TEMA, IN RETE, SI CFR.:

  "PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!! NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2009)!!! Per i posteri, alcune note per ricordare

  Europa. Italia, 2008 ..... 
  NUOVO GOVERNO. FEDELTA’ ALLA REPUBBLICA E ALLA 
  COSTITUZIONE. Giuramento di Berlusconi, Bossi e tutti gli altri Ministri. In Parlamento un solo partito e un solo urlo: "Forza Italia"!!!

  L’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA: L’ITALIA E LA VERGOGNA. Un’analisi di Gianrico Carofiglio 
  RESTITUIRE LA PAROLA "ITALIA" AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO, AL PARLAMENTO, E A TUTTI I CITTADINI E A TUTTE LE CITTADINE D’ITALIA

  PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...



Sabato 02 Gennaio,2010 Ore: 11:28
 
 
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