- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (288) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org DARWIN. L’evoluzione è un sistema aperto, per questo è difficile da accettare. Una recensione di Sandro Modeo del recente lavoro di Edoardo Boncinelli,a cura di Federico La Sala

BIOLOGIA, FILOSOFIA, E TEOLOGIA. "Perché non possiamo non dirci darwini­sti"(E. Boncinelli), "Perché non possiamo non dirci cristiani"(B. Croce), ma non possiamo dirci "cattolico-romani" - né nella scienza, né nella fede, e nemmeno nella politica!!!
DARWIN. L’evoluzione è un sistema aperto, per questo è difficile da accettare. Una recensione di Sandro Modeo del recente lavoro di Edoardo Boncinelli

(...) a differenza di altri biologi o genetisti, Boncinelli non vede però un’incompatibilità tra scienza e fede, e tantomeno irride i credenti (...) esorta solo a non confondere concetti e cate­gorie, a non creare indebite mescolanze. E in­vita, semmai, ad andare fino in fondo alla pro­spettiva filosofica naturalistica implicata dal darwinismo (...)


a cura di Federico La Sala

 

 
  Edoardo Boncinelli esplora le basi della biologia moderna. 
  Un legame diretto tra le spugne e la mente umana

Darwin, la natura non ha progetti

L’evoluzione è un sistema aperto, per questo è difficile da accettare

di Sandro Modeo (Corriere della Sera, 11.09.2009)

Oggi - a 150 anni dall’Origine delle specie di Charles Darwin - più della scimmia scandalizza la spu­gna. Più che dall’avere in comune con un gorilla il 99 per cento del corredo ge­nico, molti esemplari di Homo sapiens posso­no sentirsi feriti dal fatto - appurato di re­cente - che le proteine adibite all’adesione cellulare in certe colonie di spugne sono le stesse che regolano le connessio­ni dei nostri neuroni, e quindi il nostro pensiero. Eppure, non c’è esempio migliore per riassumere la discendenza dei viventi da un comune progenitore unicellulare, cioè uno dei cardini della teoria evoluzionistica.

Del resto, con la sua prosaicità, l’esempio condensa bene l’insoffe­renza in toto verso la teoria stes­sa, vista per un verso (è la posizio­ne di tanti credenti) come una pe­ricolosa alternativa al Dogma, con l’uomo detronizzato e privato del suo pedigree divino; per un altro (è la posizio­ne di tanti scienziati sociali, specie di sini­stra) come un insieme di spiegazioni interne alla biologia, utili per capire il collo della gi­raffa, ma totalmente impotenti o rozzamente limitative davanti alle grandi domande psico­logico- filosofiche e alla complessità della Sto­ria.

Il nuovo, foltissimo libro di Edoardo Bonci­nelli Perché non possiamo non dirci darwini­sti (Rizzoli), in cui lo scienziato riprende e in­tegra gli argomenti di un saggio già classico come Le forme della vita (Einaudi), è la mi­gliore smentita a queste visioni pregiudiziali: anche perché il rigore dell’esposizione (la di­stinzione tra le acquisizioni sicure, quelle controverse e i limiti costitutivi della teoria) è resa incalzante dalla felicità degli esempi e delle metafore e da una trasparenza sintatti­co- concettuale «ad alta definizione».

Unica condizione richiesta: essere disposti a riparti­re da zero, affrontando un doppio paradosso. Il primo paradosso è che per capire le im­plicazioni filosofiche dell’evoluzionismo - la sua innovativa «visione del mondo» - non bisogna trattarlo come una teoria filoso­fica, ma come una teoria strettamente scienti­fica.

Con ferrea progressività, Boncinelli stabi­lisce così il dominio delle dinamiche evoluti­ve a partire da 3 miliardi e 800 milioni di an­ni fa, cioè dal momento in cui - 700 milioni di anni dopo lo stabilizzarsi della Terra lungo la propria orbita - appaiono le cellule e l’in­formazione replicabile, prima nell’Rna e poi nel Dna. Infatti, anche se una sorta di evolu­zione chimica ha preparato il terreno - con gli amminoacidi tesi ad aggregarsi, per prove ed errori, in proteine organizzate - è solo da quel momento che comincia a operare la «selezione naturale» in quanto processo-gui­da dell’evoluzione com’è intesa da Darwin.

È il punto centrale, su cui non si insisterà mai abbastanza. Gli or­ganismi, per Darwin, non «reagi­scono » agli stimoli dell’ambiente (suolo e acqua, aria e luce), ma vi si affacciano con un incessante brulichio di variazioni (o mutazio­ni) scremate in base a un idoneità biologica leggibile solo «a poste­riori ». Non di «risposte» si tratta, ma sem­mai di un ventaglio di «proposte» destinate a essere appunto selezionate in rapporto alla lo­ro efficacia adattativa, e poi trasmesse dai ge­ni alla discendenza. Non solo: perché l’evolu­zione non si arresti, le mutazioni devono con­tinuare senza sosta attraverso errori di repli­cazione del Dna, al punto che, pur operando sul fenotipo (l’organismo) la selezione elegge il suo interlocutore vero nel genotipo (il patri­monio genetico), di cui il fenotipo è l’espres­sione.

Dai batteri alla raffinata struttura del corpo umano, l’evoluzione è dunque un sistema aperto, un processo in cui convivono conser­vazione e cambiamento, stabilità e alta flessi­bilità, spreco immane (i tanti tentativi inido­nei) e spietato opportunismo (vedi certi pe­sci di caverna che perdono l’apparato ocula­re). E soprattutto - per riprendere Jacques Monod - caso e necessità: il caso nell’origi­ne della vita (che nell’universo conosciuto è un accidente raro se non unico) e nelle muta­zioni; la necessità nei vincoli fisici e chimici della materia, organica e inorganica, e nella replicazione genetica.

L’insieme può trasmet­tere l’idea di un cosmo insensato e tirannico, che terrorizza - diceva Stanley Kubrick - non per la sua «ostilità», ma per la sua «indif­ferenza». E qui si incunea il secondo paradosso. La visione del mondo implicata dall’evoluzione - che spiega molto in termini di «adatta­mento » - è meno adattativa di tante altre. E questo - come dimostra Boncinelli - per­ché l’evoluzione è priva di cause e scopi, men­tre il nostro cervello cerca ovunque spiegazio­ni causali e disegni finalistici: il bambino sco­pre a pochi mesi la causalità nel movimento, e a 3-4 anni il finalismo attraverso la pianifica­zione. In quest’ottica, anche la religiosità è spiccatamente adattativa, perché riesce a su­turare la paura della morte, la sofferenza per un lutto, il «nonsenso» dell’esistente.

A differenza di altri biologi o genetisti, Boncinelli non vede però un’incompatibilità tra scienza e fede, e tantomeno irride i cre­denti, atteggiamento che produce - dati alla mano - più acquisti di Bibbie di ogni altro: esorta solo a non confondere concetti e cate­gorie, a non creare indebite mescolanze. E in­vita, semmai, ad andare fino in fondo alla pro­spettiva filosofica naturalistica implicata dal darwinismo, ricordandoci che «la biologia si può trascendere ma non ignorare», cioè che anche le più vertiginose elaborazioni metafi­siche sono comunque vincolate e indirizzate dai nostri limiti neurofisiologici.

Nel finale potente e toccante dell’ Origine delle specie Darwin vede «qualcosa di gran­dioso » nel fatto che «da un inizio tanto sem­plice, così tante forme di vita si siano evolute e stiano evolvendo, tutte straordinariamente belle e degne della più grande ammirazio­ne ». È legittimo vedervi un innesco divino (Darwin stesso parla di vita «infusa»); ma è legittimo anche emozionarsi al pensiero che l’esito più alto e più tragico del processo evo­lutivo (la nostra consapevolezza e il nostro in­terrogarci sull’universo) condivida certi tratti con quelli di una semplice spugna.



Martedì 15 Settembre,2009 Ore: 21:43
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
filippo angileri trapani 16/9/2009 15.13
Titolo:L'evoluzione è un sistema aperto
Ottimo articolo.Mi complimento con l'autore

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Filosofia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info