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www.ildialogo.org BERLUSCONISMO, VELTRONISMO, E CONFLITTO D'INTERESSI (1996-2009): UNA TRACCIA DEL PASSAGGIO, UNA TESTIMONIANZA, E UN RACCORDO. IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI FURIO COLOMBO.,a cura di Federico La Sala

L'ITALIA, LA COSTITUZIONE, E IL GIOCO 'SUPER-PARTITICO'(1994-2009) DEL PARTITO DI "FORZA ITALIA" ...
BERLUSCONISMO, VELTRONISMO, E CONFLITTO D'INTERESSI (1996-2009): UNA TRACCIA DEL PASSAGGIO, UNA TESTIMONIANZA, E UN RACCORDO. IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI FURIO COLOMBO.

Ho appena depositato alla Camera dei Deputati la legge sul conflitto di interessi, la stessa che avevo preparato alla Camera nella XIII Legislatura (1996)e che avevo presentato al Senato non appena eletto nel 2006, secondo e ultimo governo di Romano Prodi.


a cura di Federico La Sala

Conflitto d’interessi, la mia legge e il mio saluto ai lettori de l’Unità

di Furio Colombo *

Ho appena depositato alla Camera dei Deputati la legge sul conflitto di interessi, la stessa che avevo preparato alla Camera nella XIII Legislatura (1996)e che avevo presentato al Senato non appena eletto nel 2006, secondo e ultimo governo di Romano Prodi.

Lo annuncio su questo giornale come si farebbe in una corsa a staffetta, per lasciare traccia del passaggio e dunque come raccordo e testimonianza di lavoro insieme a conclusione di un pezzo bello e difficile (bello nel giornale, difficile in Italia) passato sotto la testata de l’Unità.

Vado, come molti lettori sanno, in cerca di una nuova avventura, mentre resta intatta l’amicizia e gratitudine per questo giornale, per chi mi ha così straordinariamente sostenuto e aiutato quando lo dirigevo, per chi ha diretto, dopo, con coraggio e bravura.

Affido il testo della mia legge sul conflitto di interessi a l’Unità (sapendo che lo pubblicherà ne l’Unità on line) perché è il cuore di tutti questi anni di opposizione a Berlusconi. So, naturalmente, che Walter Veltroni ha annunciato una sua legge sul conflitto di interessi nel prossimo futuro. Ne sono felice e non vedo l’ora di confrontare i due testi. Non è una gara. È un impegno comune. È l’impegno che avrebbe dovuto identificare subito il Partito Democratico.

È impossibile nominare un solo tratto della persona, della leadership, del ruolo politico, del governare di Berlusconi senza scontrarsi in pieno con il macigno immenso del conflitto di interessi. La prima e più convincente prova è nel senso di «vecchio» e «già detto» o «già usato» che sarà la reazione di molti lettori.

Il colpo di genio è stato questo: liquidare come ridicolo, noioso, inutile, se necessario eversivo ogni tentativo di tornare a parlare di conflitto di interessi. Conta il totale, ferreo controllo mediatico per dirottare un Paese? La prova è ciò che è accaduto ai Radicali (il partito di Pannella e di Bonino). Una serie di manifestazioni anche drammatiche come lo sciopero totale della sete e della fame del leader di quel partito ha infranto, verso la fine della campagna elettorale per le elezioni europee, il totale blocco che ha quasi sempre impedito ai Radicali di essere visti o ascoltati. So che l’esempio è imperfetto perché l’ossessivo embargo a danno dei Radicali non risale a Berlusconi ma a molto prima. E tuttavia serve a dimostrare il punto. Una volta rimosso, sia pure per pochi giorni, il sacro divieto, Pannella, Bonino e il gruppo Radicale alle elezioni Europee sono magicamente balzati dall’uno al tre per cento e in alcune grandi città hanno raggiunto (ricordate, in pochi giorni) il cinque, il sei, il sette per cento.

Chi domina le fonti pubbliche e private delle notizie e mostra di poter creare per i fedeli carriere precoci e grandiose, come è accaduto per Minzolini, e fa sapere di gestire al meglio il destino maschile e femminile di chi si affida al buon cuore di quel potere, è in grado di chiudere porte che dovrebbero essere aperte, di aprire brecce vastissime a illustrazione della sua gloria. È - soprattutto - in grado di scoraggiare quelle stupide domande (tipo "ma chi è Elio Letizia e perché Berlusconi ha dovuto andare a Casoria nel giorno, nell’ora, nel luogo e con le imbarazzanti persone indicate"?) che rovinano una carriera.

È una legge semplice. Risponde a tre domande. Chi è incompatibile con la responsabilità diretta del potere? Chi lo diventa se si violano alcuni limiti e alcune condizioni? Quali incompatibilità non si possono cancellare? Nella vita sociale e professionale vi sono molto rigorose incompatibilità accettate da tutti in base a dati di fatto e regole precise.

Un uomo sposato non può avere una seconda moglie. Un giudice, restando giudice, non può fare l’avvocato.

Un deputato o senatore non può legalmente dirigere una azienda o un giornale ed esserne responsabile. In nessuno di questi casi si dice che l’incompatibilità viola un diritto. La regola, se mai, serve a impedire che un diritto si espanda in uno spazio che gli altri cittadini non hanno. La regola non è una ingiustizia ma la barriera contro il pericolo di una ingiustizia.

Semplice? Abbastanza, tanto che queste incompatibilità ci sono nelle democrazie di tutto il mondo. In Italia, da quindici anni, reazioni scomposte fanno subito barriera se appena nominate il conflitto di interessi.

Ecco dunque perché tutto comincia (e molto finirebbe) con una legge seria, prioritaria, severa. È stata la prima cosa che abbiamo fatto ridando vita a questo giornale.

I colleghi coraggiosi e i lettori di allora ricorderanno l’ondata di attacchi personali e di calunnie. Ai colleghi e ai lettori di adesso lascio lo stesso impegno. E lo stesso rischio.

* l’Unità, 02 agosto 2009


  Conflitto di interessi, ecco la proposta di Furio Colombo 
  Ecco il testo della proposta di Furio Colombo sul tema del conflitto di interessi. *

Onorevoli colleghi, il problema del conflitto di interessi - ovvero di incompatibilità dei titolari di funzioni di governo che siano anche titolari di rilevanti attività aziendali - è lo scopo di questa proposta di legge. Con essa si vuole impedire al paralisi della normale vita politica di un paese che si verifica quando una persona, oltre che responsabile di attività di governo, è anche alla guida di rilevanti attività economiche. Questa proposta di legge tende a colmare due vuoti legislativi pericolosi e allarmanti. Il primo riguarda la portata e le dimensioni dell’attività privata che - facendo capo a una persona che svolge funzioni di governo - tende a creare il problema gravissimo di una sovrapposizione o aggancio fra responsabilità pubblica e interesse privato.

Il secondo vuoto riguarda l’attenzione scarsa o nulla finora prestata al delicatissimo settore imprenditoriale delle comunicazioni intese in tutte le possibili forme, modi e settori in cui tale attività si può svolgere, dalla Tv, alla radio, ai giornali, alla telefonia, all’informatica.

Il problema, in tutti e due i percorsi indicati, è materia così delicata e rilevante al fine di definire incompatibilità e separazione completa di responsabilità pubblica e interesse privato, che la sua regolamentazione non può essere rinviata ai criteri decisionali, che possono essere di volta diversi, di una autorità garante.

Nessuna autorità può essere messa in condizioni di decidere su un conflitto di interessi in assenza di una legge che stabilisca le modalità per risolverlo. Non è ragionevole chiamare qualcuno - per quanto autorevole - a decidere su un conflitto già in atto fra attività di governo e interessi privati. Infatti quando tale conflitto è insorto, si sono già stabilite le condizioni di pericolo per la legalità che possono rendere inagibile l’azione di una eventualità Autorità incaricata di risolvere il problema.

E’ persuasione di chi presenta questa proposta di legge che ogni aspetto della incompatibilità tra funzioni e interessi e ogni regola sul come identificare, impedire o fermare un conflitto di interessi debba essere definito e diventare legge della Repubblica prima che il conflitto insorga, così come avviene per ogni comportamento giudicato - da una comunità e dai suoi legislatori - pericoloso per la vita della repubblica e i rapporti fra i cittadini. Nel caso che stiamo discutendo, è in gioco la credibilità e rispettabilità di un governo e dei suoi membri, il rispetto per le norme e decisioni di quel governo, la certezza che in nessun caso e per nessuna ragione possa esservi dubbio sul completo disinteresse di ogni azione e decisione di governo, il costante rispetto di ogni norma vigente, l’armonia con i principi della carta costituzionale, prima fra tutte è la prescrizione, che è anche vincolo comune: “La legge è uguale per tutti”.

Il conflitto di interessi in atto infrange, prima di tutto, tale fondamentale principio. Infatti attribuisce al titolare del conflitto la disponibilità di un doppio criterio decisionale: l’efficacia erga omnes di una determinata norma o decisione; ma anche la possibile convenienza privata di quella norma o decisione nell’ambito degli interessi personali di chi governa, se chi governa è titolare di conflitto. Ovvero è in grado di decidere sul proprio beneficio privato.

Questa legge indica le dimensioni, ovviamente cospicue, del tipo di interesse privato, finanziario, azionario, proprietario o manageriale cui si intende porre argine e stabilire impedimento.

L’esperienza, anche recente, insegna che esercitare funzioni di governo - mentre si rappresentano vasti interessi privati - è situazione in grado di travolgere l’autonomia di qualunque Autorità (per esempio attraverso insistenti ed efficaci campagne di intimidazione e delegittimazione mediatica, campagne facilmente orchestrabili con mezzi adeguati). La stessa esperienza dimostra la capacità di condizionare una assemblea legislativa (certo la parte di assemblea che sostiene il titolare di un vasto conflitto di interessi) sia attraverso il peso mediatico, sia attraverso la versatilità e varietà di interventi, premi e vantaggi in svariati settori e in luoghi diversi della vita pubblica e privata, in modo da rendere compatto il consenso ogni volta che esso riguardi una legge “ad personam”.

Le leggi “ad personam”, di cui è stata costellata la legislatura precedente, sono il capolavoro del conflitto di interessi, nel senso di manifestazione perfetta del danno nei confronti di un paese, delle sue leggi, dei suoi cittadini. Dimostrano che un potente titolare di conflitto di interessi tende a usare la condizione anomala esattamente nel senso per il quale tale condizione deve essere preventivamente proibita; ovvero, per il suo esclusivo, privato, personale interesse. E poiché, come si è visto e constatato di recente in Italia, è in grado di farlo usando l’obbedienza compatta di una maggioranza, si ha la dimostrazione che il conflitto di interessi - quando esiste in dimensioni abbastanza grandi - è in grado di rompere il patto fra lo stato e i cittadini, di relegare in posizione irrilevante il dettato della Costituzione e di usare un vasto consenso, creato dall’uso spregiudicato del conflitto di interessi, per favorire e sviluppare tutti i modi - che sono in sé l’opposto dell’interesse pubblico - in cui quel conflitto si può esprimere.

Ciò dimostra quanto sia arduo e irrealistico immaginare che una Autorità garante - che è parte delle istituzioni umiliate e vilipese dal conflitto - possa smantellare le difese di un potere pubblico-privato ormai insediato, mentre quel potere è già in grado di intimidire, disinformare e creare gogna per i propri avversari.

Questa proposta di legge indica dunque una definizione chiara, un intervento preventivo, e le norme che rendono impossibile l’instaurarsi di una condizione di conflitto in atto, nella persuasione - già provata da recente esperienza - che un conflitto in atto tende ad allargarsi e, con i frutti di convenienza illegale che ne ricava, è in grado di rendere vana ogni contestazione alla grave situazione di illegalità che il conflitto stesso produce.

L’impegno di questa proposta infatti non conta sul deterrente di multe sempre inefficaci, per quanto severe, verso le grandi ricchezze. Si propone invece di rendere impossibile l’instaurarsi, presso qualsiasi carica di governo, di una situazione di conflitto di interessi che è la peggiore infezione nella vita pubblica e nella moralità di una comunità e di un paese.

CONFLITTO DI INTERESSI

Art. 1 - Agli effetti della presente legge sono titolari delle cariche di governo il Presidente del Consiglio dei Ministri, i ministri, i vice-ministri, i sottosegretari di Stato, i commissari straordinari di governo, i presidenti delle regioni ordinarie e delle regioni a statuto speciale.

Art. 2 - Agli effetti della presente legge sono incompatibili con cariche di governo i titolari di attività imprenditoriali, finanziarie, industriali o commerciali di qualunque impresa che abbia, rapporti di concessione con pubbliche amministrazioni, nonché di qualunque tipo di impresa che dipenda, per il suo funzionamento, da autorizzazione o sorveglianza o approvazione o controllo di organi dello Stato.

Sono incompatibili i titolari, i maggiori azionisti e amministratori di imprese attive a qualsiasi titolo nel settore delle informazioni, comunicazioni, telefonia e informatica, con qualsiasi mezzo e forma di diffusione. Sono inoltre incompatibili i titolari di responsabilità, proprietà e controllo diretto e indiretto di qualsiasi fondo, impresa, attività finanziaria, industriale, distributiva, bancaria, immobiliare, con un valore superiore ai 10 milioni di euro, in qualsiasi parte del mondo siano dislocate.

Art. 3 - L’incompatibilità di cui agli articoli 1 e 2 è in atto dal momento della elezione della persona titolare di imprese e interessi elencati in questa legge e rende impossibile l’inclusione di tale titolare in qualsiasi lista di governo. Una volta accertate le condizioni di incompatibilità indicate in questa legge, l’esclusione è automatica e non è previsto alcun ricorso, salvo che alla magistratura ordinaria.

Art. 4 - Il titolare di un conflitto di interessi indicato in questa legge può porre fine al conflitto:

  attraverso la vendita e la collocazione del capitale ricavato in un fondo cieco;

  attraverso le dimissioni e la separazione dall’impresa o dall’attività in questione in caso di attività manageriale con l’impegno a non riassumere cariche o funzioni dello stesso tipo o nello stesso campo prima di tre anni dalla fine del mandato;

  nel caso di impresa di editoria, giornalismo, radio, televisione, telefonia, informatica, l’incompatibilità permane e impedisce l’assunzione di ogni attività di governo, perché non è possibile - in questi settori - la costituzione di un fondo cieco. Inoltre, la vendita improvvisa a causa dell’assunzione di una responsabilità di governo, non garantisce in alcun modo l’indipendenza dell’impresa e il distacco del titolare di governo dal sistema informativo già controllato. Altra causa ostativa è la concessione da parte del governo del permesso di trasmettere, sia nel settore pubblico che in quello privato. Chiunque sia beneficiario di concessione governativa - o lo sia stato negli ultimi tre anni - è incompatibile con cariche di governo.

Art. 5 - I casi di incompatibilità dovuti a ragioni diverse dalla proprietà e titolarità di impresa sono regolati da altre leggi. La magistratura ordinaria accerta, su richiesta della parte ritenuta “incompatibile”, l’esistenza effettiva delle condizioni di tale incompatibilità nel caso che esse siano contestate dalla parte interessata.

* l’Unità, 01 agosto 2009


Conflitto d’interessi. Veltroni presenta una nuova proposta di legge *

Tredici articoli e il tentativo di rimediare a quello che viene definito un «vulnus» della legislazione italiana, che data ormai da molti anni. È la proposta di legge per regolare il conflitto di interessi che Walter Veltroni ha presentato insieme a Roberto Zaccaria, del Pd, e a deputati di tutti i partiti d’opposizione: Massimo Donadi e Leoluca Orlando dell’Italia dei Valori, Bruno Tabacci dell’Udc e Beppe Giulietti, portavoce dell’Associazione Articolo 21, eletto nell’Idv e ora passato al gruppo Misto.

«Come avevo annunciato - afferma Veltroni - ho lavorato con Roberto Zaccaria ad un testo di legge che affronti in modo definitivo il tema, cruciale in una democrazia, della separazione tra interessi pubblici e privati. In questi anni la colpevole assenza di questa norma ha finito con il privare il nostro Paese di una regola tipica di tutte le democrazie liberali. Il valore politico di questa iniziativa - conclude l’ex segretario del Pd - è per me in primo luogo nel fatto che essa è sostenuta e sottoscritta unitariamente da autorevoli parlamentari di tutta l’opposizione».

Nella relazione al testo si definisce inefficace la legge Frattini del 2004 e si citano il testo di Dario Franceschini della passata legislatura e quello di Gianclaudio Bressa, presentato nell’aprile scorso. La proposta stabilisce la «incompatibilità assoluta» tra precisi incarichi di governo (da presidente del Consiglio a sottosegretario a commissario del governo) e, ad esempio, «la proprietà di un patrimonio di valore superiore a 30 milioni di euro la cui natura, anche riguardo alla concentrazione nel medesimo settore di mercato, configura l’ipotesi di conflitto di interessi», «la proprietà, il collegamento o il controllo diretto o indiretto di un’impresa che svolga la propria attività sulla base di qualunque titolo abilitativo rilasciato dallo Stato».

In questo caso, la soluzione indicata dalla proposta di legge è «l’invito ad optare (da parte dell’Autorità Antitrust, ndr.), con decadenza dalla carica in caso di mancata opzione». Fuori dai casi di incompatibilità assoluta, invece, si indica la strada dell’obbligo di astensione, sottoponendo il caso all’Autorità. La proposta di Veltroni indica poi la strada per la «repressione di situazioni di conflitto di interessi»: diffida, sanzioni amministrative pecuniarie per violazione degli obblighi di dichiarazione o di astensione o per inottemperanza alla diffida, che arrivano fino a un livello «non inferiore al doppio e non superiore al quadruplo del vantaggio patrimoniale effettivamente conseguito dall’impresa» proprietà del soggetto.

Il testo prevede infine anche la «parità di accesso ai mezzi di comunicazione durante le campagne elettorali», da parte dei candidati a cariche elettive.

* l’Unità, 01 agosto 2009


Sul tema, in rete, si cfr.:

  GLI APPRENDISTI STREGONI E L’EFFETTO "ITALIA". LA CLASSE DIRIGENTE (INCLUSI I GRANDI INTELLETTUALI) CEDE (1994) IL "NOME" DEL PAESE AL PARTITO DI UN PRIVATO. Che male c’è?!

  LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL MENTITORE ISTITUZIONALE ... 
  1994-2008: LA LUNGA E BRILLANTE CAMPAGNA DI GUERRA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA. Alcuni documenti per gli storici e i filosofi del presente e del futuro

  ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!! Un appello al Presidente Napolitano

  AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’INVITO A RIPRENDERSI LA "PAROLA" E A RIDARE ORGOGLIO E DIGNITA’ A TUTTO IL PAESE: FORZA ITALIA!!!

  O CHE "BEL" NATALE: E CHE "BUON" ANNO !!! IL PRESIDENTE DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’" GIA’ PREPARA LO SPETTACOLO "IO SONO NAPOLITANO" E CANTA: "FORZA ITALIA"!!!

  POLITICA, FILOSOFIA, E MERAVIGLIA. L’Italia come volontà e come rappresentazione di un solo Partito: "Forza Italia"!!! Materiali per un convegno prossimo futuro



Luned́ 03 Agosto,2009 Ore: 11:01
 
 
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