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www.ildialogo.org Rassegna stampa del 2 novembre 2009,di José F. Padova

Rassegna stampa del 2 novembre 2009

di José F. Padova

 Ancora la lettera G, in questo caso con ben altro significato. Il Genocidio degli Armeni perpetrato dall'Impero ottomano in disfacimento, nella primavera del 1915. Da allora la Turchia, che aveva processato alcuni responsabili   per discolpare la nazione in quanto tale, condannandoli ma non eseguendo le sentenze (Djemal Azmi, Behaeddin Chakir, Djemal Pascià  e Talaat Pascià furono freddati da commando armeni all'inizio degli anni '20, Enver Pascià in uno scontro con truppe bolsceviche comandate da un armeno), ha sempre negato addirittura che vi fu massacro di massa - genocidio. La questione si è trascinata irrisolta per quasi un secolo. Ora sembra vi siano alcuni, timidi accenni da parte turca di volerla risolvere e ammettere definitivamente i fatti come avvennero. Ma la ferita brucia ancora. Oltre a numerosissimi storici, molti scrittori pubblicarono opere che riguardano questa tragedia (Werfel, i quaranta giorni del Mussa Dagh, Arslan, La fattoria delle allodole, e molti altri).

Turchia – Armenia
La parola G
Die Zeit, Hamburg – 14 aprile 2009
I vicini-nemici Turchia e Armenia vogliono [ri?]conciliarsi. Ma in entrambi i Paesi vi è resistenza: i nazionalisti disputano sulla questione del genocidio.
Di Michael Thumann (traduzione dal tedesco di José F. Padova)
http://www.zeit.de/2009/18/Armenien
Dopo l’assassinio, per partecipare al lutto erano venuti molti più di 100.000 turchi. “Siamo tutti armeni”, gridavano – per solidarietà. Un prezzolato nazionalista turco diciassettenne nel gennaio 2007 aveva ucciso il giornalista armeno Hrant Dink davanti alla sua redazione, con due colpi alla testa. In quella strada oggi non vi è più nulla da vedere. Nessuna lapide commemorativa ricorda Dink, sulla facciata ricoperta di stucchi nessuna insegna indica più il suo giornale Agos.
Soltanto nei corridoi della redazione il ricordo parla ancora. Hrant Dink è appeso a tutte le pareti, anche in quello che fu il suo ufficio. Lì siede oggi il successore di Dink e caporedattore, Etyen Mahçupyan. Un uomo con barba e frasi tendenti al grigio, che non arrivano mai al bianco e nero. All’inizio di questa settimana è ripreso  il processo.........[Leggi Tutto]

JFPadova



Lunedì 02 Novembre,2009 Ore: 15:51
 
 
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