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www.ildialogo.org “La mia sessualità è una zona grigia“,(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

Die Zeit, Hamburg – n° 7/2010
Celibato e abuso sessuale

“La mia sessualità è una zona grigia“

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

Il celibato rende la Chiesa attraente per giovanotti che sessualmente sono enigmi per loro stessi. Se poi mancano di maturare essi sono più a rischio di commettere abusi.


Ma guarda quanti nodi stanno venendo al pettine... e non soltanto nel Bel Paese. In un angoscioso crescendo martellante. Non bastano Bertolaso Letta & C., subito si passa a Fastweb e Telecom, altre nubi sicuramente incombono, piene di corruzione, Ed ecco papa Ratzinger alle prese con la tragedia irlandese degli abusi sessuali nascosti per decenni sotto il tappeto della rispettabilità ecclesiastica. In Germania la scoperta di altrettanto gravi delitti sessuali su minori, commessi in istituti religiosi e seminari, è diventata lo scandalo di questi giorni. Fra i numerosi commenti apparsi su autorevoli organi di stampa tedeschi segnalo l'articolo allegato, che tocca un tema ormai ineludibile (forse): il celibato dei preti.(José F. Padova)

http://www.zeit.de/2010/07/DOS-Missbrauch-Beistueck
Sulla sua scrivania c’è un libro dal titolo Nella profondità della cisterna: esperienze con la tristezza. Vicino a esso una bottiglia vuota di Cola Mix. Dalla poltrona girevole del terapeuta, comodamente imbottita, si vede un altare domestico con un’icona dorata di Gesù e la sedia del paziente. Nel corso dell’anno si sono qui seduti già a centinaia, parroci e membri di Ordini, diaconi ed educatori. Vicina al pavimento gorgoglia sommessamente una fontanella da camera a zampillo. Fra i sacerdoti in crisi d’identità l’uomo ha buona fama come esperto terapeuta, presso le menti critiche nella Chiesa egli ha valore di speranza, come sostenitore di una sessualità presa in considerazione in chiave teologica e quindi comprensiva della persona. Il celibato è responsabile dei numerosi casi di abuso nella Chiesa cattolica? Il terapeuta ne avrebbe molto da dire – eppure oggi preferisce tacere. La reputazione, l’istituzione, i superiori, si può capire tutto questo, prego. Un uomo nella profondità della sua cisterna.

Ma si deve comprendere? Si deve comprendere ciò che attualmente succede nella Chiesa? Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, arcivescovo Robert Zollitsch, che di sua iniziativa in un’intervista allo Spiegel si era impegnato a riconsiderare il celibato, proprio questa settimana si è rifiutato a un’intervista dello Spiegel sulla crisi più profonda della locale Chiesa cattolica nell’anno 2010: la reputazione, l’istituzione, i superiori, si può capire tutto questo, prego. L’Ordine dei Gesuiti promette una pronta delucidazione sui casi di abuso accaduti in quattro delle sue più eminenti scuole. E delega quindi gli accertamenti a una assistente sociale impegnata, ma in definitiva priva di influsso e di mezzi nella struttura ecclesiastica.

Come i preti diventano rei?
Il terapeuta presso la sua sorgente da camera, l’arcivescovo nella sua falsa prudenza, un’assistente sociale che dovrebbe mediare là dove si dovrebbe andare a indagare – è proprio il fallimento dei benpensanti, che è così tipico negli abusi sessuali: anch’essi hanno difficoltà ad abbordare la dimensione dell’ingiustizia. Tuttavia si deciderà, attraverso l’esame dei benpensanti e non degli perseveranti, se stavolta si otterrà finalmente il chiarimento.

Il problema numericamente più grave sono i criminali occasionali
Anche in Germania le circostanze hanno effetti a distanza, come negli USA, in Irlanda e in Australia: migliaia di casi con migliaia di delinquenti per molti secoli, coperti da una gerarchia che considera il suo silenzio come servizio divino alla Chiesa, il suo mettere a tacere come amor del prossimo, i colpevoli, i quali tutti erano anche colleghi. Può darsi che la dimensione della tragedia sia qui più limitata che negli Stati Uniti, può darsi che il cattolicesimo nella Repubblica Federale Tedesca sia stato meno caricato di quello spirito di repressione sessuale che favorisce l’abuso. Per tutto questo può anche esserci un altro motivo, del tutto semplice, perché molti dentro e fuori la Chiesa ritengono ancora l’inconcepibile come inimmaginabile: tanto che finora nessuno ha veramente guardato nel profondo.

Finora era diffusa una supposizione la cui attendibilità è pesantemente scossa dal recente scandalo: che l’abuso sessuale nella Chiesa cattolica si limiti a casi singoli. Al più tardi dopo le recenti notizie, nel clero, fra i fedeli nelle comunità, perfino fra i redattori di cose ecclesiastiche sulla stampa e nelle emittenti radiofoniche (in cui hanno sovente uno status ufficioso) concorrono due modi di vedere: il fenomeno degli abusi sessuali è periferico o centrale, è traviamento, degenerazione, caduta nell’inferno – o proviene dal centro della Chiesa e delle sue regole? È il celibato responsabile dell’abuso?

In questo scandalo è visibile in ogni caso e per prima cosa una sistematica che trae il suo orrore dalla connessione di fatti criminali, i quali precedentemente erano via via spiegati di preferenza come casi isolati. Con provvedimenti a catena, ben noti autori del reato sono stati spostati in sempre diverse scuole e istituti per giovani. Già ora l’attuale mappa della Germania degli abusi sessuali si può leggere come un documento della presa in giro originata dalla pretesa di una chiesa che vuole operare in ogni direzione: ci sono stati abusi al nord come al sud, a St. Angar ad Amburgo come a St. Blasien nella Foresta Nera, all’ovest come all’est, nel Collegio Aloisius a Bonn-Bad Godesberg come nel Collegio Canisius a Berlino. E questi sono soltanto i casi che sono venuti alla luce in un singolo Ordine durante dieci giorni.

Lo stimato psicologo e terapeuta Wunibald Müller in un suo saggio specialistico identifica il problema più grande sotto l’aspetto numerico nei delinquenti occasionali, non negli inguaribili autori di delitti sessuali. Riguardo agli scandali causati dalla sessualità di ecclesiastici travalicata nel crimine si potrebbe ritenere che gli sforzi di Müller si dirigano nell’innalzare i muri del celibato. Eppure più repressione non darebbe maggior sicurezza, ritiene il direttore della Recollectio-Haus, che fa parte dell’abbazia benedettina di
Münsterschwarzach. Baciare è pregare, si intitola uno dei suoi libri, uscito dalla Casa editrice cattolica Matthias-Grünewald con il sottotitolo Sessualità come fonte di spiritualità. Müller si dichiara favorevole a lasciare ai preti la scelta di voler vivere nel celibato. Fino a quando però il celibato ha valore vincolante, Müller si applica ad aiutare i preti nel mantenere il loro impegno al celibato. Si potrebbe dire che insegna ai preti a servirsi delal propria sessualità. «Chi fa diventare sessualità e spiritualità nemici», dice uno dei suoi teoremi, «dilania il cuore delle persone». E le anime dilaniate si perdono facilmente.

Proprio i giovani candidati al sacerdozio si distinguono per una intensa problematica nella delimitazione di quanto attiene alla sessualità, ha osservato Franz Joseph Baur, che come reggente guida il seminario di Monaco di Baviera. «Le idee sul celibato sono spesso giovanili, immature», dice Baur circa la sua esperienza con gli aspiranti seminaristi, «tutto ciò deve poi essere rielaborato». Per qualcuno dei suoi collegiali egli auspica un poco più benevolenza verso sé stessi. Chi oggi decide di vivere da celibe è fin dall’inizio isolato in un mondo carico di implicazioni sessuali – nel seminario ecclesiastico gravano sovente i superzelanti, per i quali il sesso ha il valore di cosa diabolica.

Il prete deve mettersi a disposizione di dio mediante la rinuncia
In questo campo si tratta delle contraddizioni della rinuncia sessuale, che può tutt’al più osservare chi è cosciente della propria sessualità. spiriti illuminati come Müller e Baur perciò predicano il celibato non come un esercizio di rimozione, ma come una forma esigente di vivere la sessualità. chi prende il sesso così seriamente da vietarne completamente la sua pratica – questa l’opinione  -  deve essere particolarmente bene informato al suo proposito. E qui hanno inizio i problemi.

L’idea del celibato come una forma molto particolare della autorealizzazione sessuale non è facile da fissare in una chiesa che per tradizione considera con diffidenza tutto ciò che è corporale. Oltre a ciò Müller distingue fra sessualità genitale, dalla quale un prete deve astenersi, e sessualità emozionale. Se un prete rinuncia a vivere una parte essenziale della propria persona, ovvero la sesualità genitale, egli ha – questo è l’ideale – sufficiente forza a disposizione per la sessualità emozionale. Qui si incontrano le dimensioni teologica e terapeutica: il sacerdote deve rendersi disponibile in misura più intensa per il suo rapporto con Dio e la sua comunità mediante la rinuncia a un matrimonio. La vita nel celibato potrebbe essere «libera e avventurosa» se la sessualità umana si rivela più astuta di quanto i suoi domatori prevedono? E se non si lascia incanalare?

«
My sexuality is a grey area», dichiarò nel 1995 l’arcivescovo anglicano di York in Inghilterra, che viveva celibe, quando fu sospettato di essere gay: la sua sessualità era una zona grigia. Si trattava di una disarmante e leale risposta sull’ignoranza circa il proprio orientamento.

E proprio questi preti «grigi» sono il problema. Tanto poco il celibato attira i palesi criminali sessuali (in ogni caso non vi sono cifre che lo documentino), tanto attraente lo è per giovani maschi che sono un enigma sessuale per loro stessi. Sotto il tetto della Chiesa, così non pochi sperano, potrebbero levarsi di dosso il pesante tema dei loro disturbi dello sviluppo e ottenere consenso, status sociale e uno stipendio fisso contro l’intenzione dell’astinenza sessuale. Quindi il proposito sottovaluta la forza della propria sessualità. se mancano istruttori illuminati come il direttore di seminario ecclesiastico Franz Joseph Baur o istituzioni come la Recollectio-Haus di Müller – i preti «grigi» perdono la chance di maturare – rapidamente la questione diventa critica.  Chi è sessualmente immaturo – e lo rimane – è maggiormente in pericolo di diventare delinquente sessuale. Un celibato malinteso trova corresponsabilità nell’abuso. E il celibato è abbastanza facile da essere frainteso.



Mercoledì 24 Febbraio,2010 Ore: 10:05
 
 
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