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Editoriale di Le Monde, Parigi
In Europa…

12 gennaio 2010 (traduzione dal francese di José F. Padova)


http://www.lemonde.fr/opinions/article/2010/01/12/en-europe_1290568_3232.html

Di ritorno ai suoi impegni dopo un mese d’assenza il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha pensato bene, lunedì 11 gennaio, di prendere la parola per esprimere la sua opinione sugli scontri di Rosario – quelle violenze da parte della polizia e degli abitanti di questa cittadina di Calabria, Italia meridionale, delle quali sono stati vittime gli immigrati, per la maggior parte clandestini e africani, il 9 e 10 gennaio.

Eppure questi avvenimenti mettono in luce uno dei problemi più grandi che l’Italia condivide con i suoi vicini europei: l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati. Per il ministro dell’Interno, le violenze di Rosario non sono altro che una questione di ordine pubblico e di poliziotti di rinforzo.

Passata in vent’anni da Paese d’emigrazione a Paese d’immigrazione, l’Italia non ha saputo, o non ha voluto, affrontare il problema se non sotto l’aspetto della repressione, cercando con un arsenale di provvedimenti di scoraggiare i candidati al viaggio verso la Penisola. In parte ci è riuscita. Il flusso migratorio attraverso il Mediterraneo è stato praticamente arrestato dopo la firma di un accordo con la Libia. Questo accordo ha permesso all’Italia di ricacciare i clandestini ancor prima che mettessero piede sulle coste italiane per fare valere un eventuale diritto d’asilo.

Resta il fatto che 4 milioni di stranieri, e quasi 600.000 clandestini, vivono ormai in Italia senza che alcuna riflessione seria e pacata abbia ancora visto la luce riguardo alla loro integrazione. L’idea di accorciare da dieci a cinque anni il termine per ottenere la cittadinanza italiana è stata spazzata via dalla destra, che ha preferito mettere in piedi un limite massimo del 30% di allievi stranieri nelle classi dal prossimo anno scolastico.

Principale alleato di Silvio Berlusconi, il partito anti-immigrati della Lega Nord moltiplica le provocazioni nei confronti dei nuovi entranti in Italia – è più in particolare contro gli africani – senza che alcuno, o quasi, se ne inquieti. Sulla stampa di destra i Neri sono definiti “negri” oppure “bingo-bongo”. Questo razzismo tranquillo e accettato ha finito per fare andare in cancrena la società italiana, dal nord al sud. L’assenza di una reale condanna da parte del potere ha fatto il resto.

Oggi le ruspe hanno raso al suolo i baraccamenti nei quali gli immigrati di Calabria avevano trovato indegno rifugio, facendo sparire con questo la traccia stessa dei loro abitanti. E con questa l’occasione di una riflessione su una società plurietnica e pluriculturale all’italiana.

Testo originale:

Edito du Monde
En Europe...
LE MONDE | 12.01.10 | 12h45
http://www.lemonde.fr/opinions/article/2010/01/12/en-europe_1290568_3232.html

De retour aux affaires après un mois d'absence, le président du conseil, Silvio Berlusconi, n'a pas cru bon, lundi 11 janvier, de prendre la parole pour exprimer son opinion sur les affrontements de Rosario - ces violences dont ont été victimes des immigrés, pour la plupart clandestins et africains, les 9 et 10 janvier, de la part de la police et des habitants de cette petite ville de Calabre, dans le sud de l'Italie.

Pourtant, ces événements mettent en lumière un des problèmes majeurs que l'Italie partage avec ses voisins européens : l'accueil et l'intégration des immigrés. Pour le ministre de l'intérieur, les violences de Rosario ne sont qu'une question d'ordre public et d'effectifs de policiers supplémentaires.

Passé en vingt ans de pays d'émigration a pays d'immigration, l'Italie n'a pas su, ou pas voulu, aborder le problème autrement que sous l'angle de la répression, cherchant par un arsenal de mesures à décourager les candidats au voyage vers la Péninsule. Elle a en partie réussi. Le flux migratoire à travers la Méditerranée a été pratiquement tari depuis la signature d'un accord avec la Libye. Cet accord a permis à l'Italie de refouler les clandestins avant même qu'ils n'abordent les côtes italiennes pour faire valoir un éventuel droit d'asile.

Il reste que 4 millions d'étrangers, et près de 600 000 clandestins, vivent désormais en Italie sans qu'aucune réflexion sérieuse et apaisée ne voie le jour quant à leur intégration. L'idée de raccourcir de dix à cinq ans le délai d'obtention de la nationalité italienne a été balayée par la droite, qui a préféré instituer la mise en place d'un plafond de 30 % d'élèves étrangers dans les classes pour la rentrée scolaire 2010.

Principal allié de Silvio Berlusconi, le parti anti-immigrés de la Ligue du Nord multiplie les provocations à l'égard des nouveaux entrants en Italie - et plus particulièrement les Africains - sans que personne, ou presque, ne s'émeuve. Dans la presse de droite, les Noirs sont appelés "Négres" ou bien "Bingo-Bongo". Ce racisme tranquille et assumé a fini par gangrener la société italienne, du nord au sud. L'absence de véritable condamnation du pouvoir a fait le reste.

Aujourd'hui, les pelleteuses ont rasé les baraquements dans lesquels les immigrés de Calabre avaient trouvé un indigne refuge, faisant par là même disparaître la trace de leurs habitants. Et avec elle l'occasion d'une réflexion sur une société multiethnique et multiculturelle à l'italienne.



Martedì 19 Gennaio,2010 Ore: 15:56
 
 
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