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www.ildialogo.org L’attivista Shukri Said, in sciopero della fame, viene ricoverata in un ospedale di Roma,di Miguel Mora, Roma

El País, Madrid, 17 gennaio 2010
L’attivista Shukri Said, in sciopero della fame, viene ricoverata in un ospedale di Roma

di Miguel Mora, Roma

(traduzione dal francese di José F. Padova)


Il disastro immane di Haiti ha oscurato sui media quanto è accaduto a Rosarno e la Lega Nord ne approfitta largamente per nascondere le sue responsabilità - dopo che il suo ministro di polizia Maroni ha fulmineamente mandato le ruspe a cancellare le tracce del crimine. La stampa riferisce dell'intervento del ministro in TV e delle sue assicurazioni che saranno accelerate le pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno, l'ha detto altre volte ma senza fare alcunché, quindi anche stavolta possiamo non credergli quando tira fuori perfino il rilascio informatizzato - ma poi a Pontida che andrà a raccontare?
Ecco infatti che la protesta in corso, della quale scrive su El Pais il corrispondente Miguel Mora, viene totalmente ignorata.
Tuttavia, la bestia razzista e xenofoba, scatenata dagli apprendisti stregoni, potrà rivoltarglisi contro, come già è stato nella recente storia europea nazista e fascista? Chi ne è stato testimone e potenziale vittima, come chi scrive, non può che sperarlo.
José F. Padova

http://www.elpais.com/

L’attivista Shukri Said, in sciopero della fame, viene ricoverata in un ospedale di Roma
Mezzo milione di immigrati attendono per mesi il proprio permesso di residenza in Italia. Il governo finge di non vedere il digiuno di 300 persone che chiedono alla Presidenza spagnola una mediazione con l’Esecutivo Berlusconi.
Miguel Mora, Roma – 17.01.2010  (traduzione dal francese di José F. Padova)

L’attivista italiana di origine somala Shukri Said, portavoce dell’Associazione Migrare, è ricoverata da ieri nella clinica romana Madonna della Fiducia, dopo essere rimasta per 17 giorni in sciopero della fame. Said e trecento immigrati digiunano per esigere dall’Italia che si rispetti la legge vigente, nora come Bossi-Fini, in tutto ciò che riguarda concessione e rinnovo dei permessi di soggiorno per gli immigrati. La norma prevede che i permessi siano rinnovati entro 20 giorni, tuttavia attualmente la trafila burocratica dura in media fra sette e tredici mesi. In questo momento vi è mezzo milione di immigrati che aspettano una risposta dall’Amministrazione.

“Si tratta di una burocrazia xenofoba e criminale”, spiega Said dalla clinica con un filo di voce, “perché durante il periodo nel quale lo Stato ritarda nel concedere il rinnovo del permesso sono sospesi i diritti basilari degli immigrati. Non possono viaggiare, né lavorare legalmente, e in caso di necessità gli ospedali non li accudiscono”.

Gli attivisti rilevano come “il clima di razzismo istituzionale fomentato dalla Lega Nord ha aumentato la sfiducia e la paura della popolazione italiana nei confronti dello straniero, così che la cartolina che gli immigrati ricevono in attesa della concessione del permesso è soltanto carta straccia. Nessuno si fida”. Durante la trafila burocratica gli immigrati non possono nemmeno spostarsi e questo Natale migliaia di stranieri in posizione di attesa non hanno potuto visitare le loro famiglie nei Paesi di origine.

Da quando ha cominciato la sua protesta il 1 gennaio, la collaboratrice delle pagine di Opinión di El País ha perso quattro chili di peso. Il medico che la cura, Tonino Ingratta, spiega che il suo stato di salute è “preoccupante”. Said ha la pressione del sangue molto bassa e arrischia un’insuffcienza renale. L’attivista per i diritti umani, di 37 anni, è stata curata con siero ma continua a rifiutare l’ingestione di alimenti. “È un modo per gridare al mondo la rabbia e la disperazione che l’Italia sta provocando agli immigrati che cercano di mettersi nella legalità. La consegna del governo sembra consistere nel criminalizzare ed emarginare sempre più i lavoratori starnmieri, impedendo il loro ingresso nella società civile. E per ottenere ciò lo stesso governo non esita a porsi al di fuori delle sue stesse leggi.

I primi scioperanti della fame iniziarono il loro digiuno lo scorso 13 dicembre, sparsi in tutto il Paese, appoggiati dalla direzione del Partito Radicale, il cui segretario, Mario Staderini, ha reclamato “soluzioni concrete” e ha denunciato la paralisi burocratica, che “prevede la morte civile degli immigrati e alimenta il circuito della criminalità”.

Dopo essersi appellata senza risultati al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e aver constatato che la sua iniziativa non ha avuto eco fra le istituzioni e l’opposizione del Partito Democratico, Said si appella alla Presidenza della Repubblica Italiana e all’Unione Europea, perché prendano posizione su questi fatti. “Giorgio Napoletano, come Capo dello stato e garante della Costituzione italiana, e la Spagna, come presidente di turno dell’Unione Europea, devono fare udire la loro voce. I media italiani e le istituzioni hanno ignorato la nostra protesta perché gli immigrati non hanno diritto di voto”, afferma Said. “Confidiamo nell’umanità e solidarietà del Presidente spagnolo,
José Luis Rodríguez Zapatero, perché l’Europa faccia pressioni sulle autorità italiane perché rispettino i diritti civili e le leggi stesse del loro Stato”.

Testo originale:


El País, Madrid
La activista Shukri Said, en huelga de hambre, ingresa en un hospital de Roma

Medio millón de inmigrantes esperan durante meses su permiso de residencia en Italia.- El Gobierno ignora el ayuno de 300 personas, que piden a la presidencia española una mediación ante el Ejecutivo Berlusconi

MIGUEL MORA - Roma - 17/01/2010
 

La activista italiana de origen somalí Shukri Said, portavoz de la Asociación Migrare, está ingresada desde ayer en la clínica romana Madonna della Fiducia tras permanecer 17 días en huelga de hambre. Said y tres centenares de inmigrantes ayunan para exigir a Italia que cumpla la ley vigente, conocida como Bossi-Fini, en la entrega y renovación de los permisos de residencia a los inmigrantes. La norma prevé que los permisos sean renovados en 20 días, pero en la actualidad los trámites duran de media entre siete y trece meses. En este momento, hay medio millón de inmigrantes esperando una respuesta de la Administración.

"Se trata de una burocracia xenófoba y criminal", explica Said desde la clínica con un hilo de voz. "Porque durante el tiempo que el Estado tarda en resolver la renovación del permiso, quedan en suspenso los derechos básicos de los inmigrantes. No pueden viajar, ni trabajar legalmente, y en ocasiones los hospitales no les atienden".

Los activistas subrayan que "el clima de racismo institucional auspiciado por la Liga del Norte ha aumentado la desconfianza y el miedo de la población italiana al extranjero, de forma que el papel de correos que los inmigrantes reciben en espera de la resolución del permiso es solo papel mojado. Nadie se fía". Durante la tramitación del permiso, los inmigrantes no pueden tampoco viajar, y esta Navidad miles de afectados no han podido visitar a sus familias en los países de origen.

Desde que comenzó su protesta el 1 de enero, la colaboradora de las páginas de Opinión de EL PAÍS ha perdido cuatro kilos de peso. El médico que la trata, Tonino Ingratta, indica que su estado de salud es "preocupante". Said tiene la presión sanguínea muy baja y arriesga una insuficiencia renal. La activista por los derechos humanos, de 37 años, ha sido medicada con suero pero sigue negándose a ingerir alimentos. "Es una forma de gritar al mundo la rabia y la desesperación que está generando Italia a los inmigrantes que buscan situarse en la legalidad. La consigna del Gobierno parece consistir en criminalizar y marginar cada vez más a los trabajadores extranjeros, impidiendo su acceso a la sociedad civil. Y para ello el propio Ejecutivo no duda en ponerse fuera de sus propias leyes".

Los primeros huelguistas empezaron su ayuno, repartidos por todo el país, el pasado 13 de diciembre, apoyados por la cúpula del Partido Radical, cuyo secretario, Mario Staderini, ha reclamado "soluciones concretas" y ha denunciado que la parálisis burocrática "supone la muerte civil de los inmigrantes y alimenta el circuito de la criminalidad".

Tras apelar sin éxito al ministro del Interior, Roberto Maroni, y percibir el nulo eco de su iniciativa entre las instituciones y la oposición del Partido Demócrata, Said apela a la presidencia de la República italiana y a la Unión Europea para que tomen posición sobre el asunto. "Giorgio Napolitano, como jefe del Estado y garante de la Constitución italiana, y España, como presidente de turno de la UE, deben hacer oír su voz. Los medios italianos y las instituciones han ignorado nuestra protesta porque los inmigrantes no tienen derecho a voto", afirma Said. "Confiamos en la humanidad y solidaridad del presidente español, José Luis Rodríguez Zapatero, para que Europa presione a las autoridades italianas a respetar los derechos civiles y las propias leyes del Estado".



Lunedì 18 Gennaio,2010 Ore: 16:46
 
 
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