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www.ildialogo.org L'abisso tra Berlusconi e la realtà,di James Walston (traduzione dall’inglese di José F. Padova)

The Times, 31 agosto 2009
L'abisso tra Berlusconi e la realtà

di James Walston (traduzione dall’inglese di José F. Padova)

Un minuto è un comico, il prossimo un megalomane. Ma questo non aiuterà l'economia italiana in difficoltà.


L'articolo allegato, uscito su The Times di ieri, non deve aver fatto molto piacere a chi sapete. Ma non è il solo sull'argomento. Mi scuso per la traduzione, avrei preferito altre lingue che conosco, ma voi accontentatevi, grazie. (José F. Padova)

 
Questa volta Silvio Berlusconi sembra essere andato troppo lontano; la scorsa settimana ha scatenato i suoi cortigiani/pitbull in un tentativo di imbavagliare i pochi media di opposizione che ancora rimangono. Ma l'offensiva d'autunno ha avuto un cattivo inizio, in quanto i cani e il loro padrone hanno azzannato più carne di quella che possono masticare. La Chiesa cattolica romana e una coalizione di giornali italiani e stranieri sono troppo anche per l’ipertrofico ego di Berlusconi.

Ora ci viene presentata una panoramica sulla debolezza personale e politica del Presidente del Consiglio italiano. L'attacco è iniziato quando la Commissione parlamentare per la vigilanza ha cercato di cambiare alcuni degli alti dirigenti della televisione pubblica. Risulta che tutti lavorino per programmi di critica nei confronti di Berlusconi. Ciò è avvenuto un mese dopo che il Primo Ministro aveva messo sotto accusa un giornalista RAI, dicendo che era "intollerabile che un servizio pubblico, pagato dal contribuente, possa criticare il governo". Il tutto pronunciato a denti stretti e mascella tesa. La rabbia, visibile e concreta,  tradiva la sua mancanza di controllo.

La seconda salva è arrivata quando Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e suo principale mastino, ha detto che si sarebbe fatta causa per diffamazione contro La Repubblica. Fin dal mese di giugno il giornale aveva elencato dieci domande per il Presidente Berlusconi. Ghedini sostiene che porre simili domande è calunnioso e reclama un milione di euro di danni. Ha anche detto che farà causa ai giornali stranieri. Questo ha portato una pioggia di critiche da tutte le parti. All'estero, la reazione è stata tra le risate e l'indignazione: non sono forse i giornali che dovrebbero fare le domande?

La confezione di altre polpette avvelenate è guidata da Vittorio Feltri, direttore di uno dei giornali della famiglia Berlusconi, Il Giornale. La sua strategia è di puntare sull’uomo, non sulla palla. Feltri si è infilato in un nido di vespe quando è andato contro Dino Boffo, direttore di Avvenire, il giornale della Conferenza episcopale italiana. Per alcune settimane Avvenire ha criticato lo stile di vita di Berlusconi. Feltri ha sostenuto che Boffo aveva patteggiato una sua via d'uscita da un’accusa di molestie e aveva avuto un rapporto gay,  e così non può andare predicando sulla vita sessuale di Berlusconi.

Gli effetti non sono stati ciò che il Primo Ministro voleva: dopo più di un mese di paziente diplomazia, il suo staff aveva negoziato una cena con il cardinale Bertone, segretario di Stato vaticano, che si sarebbe tenuta dopo la cerimonia della Perdonanza. Berlusconi sarebbe stato perdonato dalla Chiesa, ma il cardinale ha cancellato la cena e la spaccatura tra il governo e la Chiesa è diventata un abisso.

Il messaggio è semplice: Berlusconi ha bisogno della Chiesa più di quanto questa ha bisogno di lui. Il suo attacco contro l'onorevole Boffo ha dimostrato che la sua rabbia prevale sul suo discernimento politico.

Queste mosse vengono dopo mesi di rivelazioni di indecenze e di ogni possibile crimine, come pure da una dichiarazione della moglie che egli "non sta bene". In un Paese aperto e onesto egli si sarebbe dimesso da tempo. Ma l'Italia di Silvio Berlusconi non è né semplice né lineare - salvo nella sua opinione che la maggioranza degli italiani ha votato per lui, così lui ha il mandato di fare ciò che vuole.

Dopo la sua prima vittoria nel 1994, proclamò se stesso "unto dal popolo", il che implica che aveva gli stessi poteri di un monarca di diritto divino, unto da Dio. Quindici anni più tardi è ancora più convinto del proprio destino. Egli è la risposta europea a Hugo Chávez in Venezuela, un populista che alternativamente prevarica e affascina col suo modo di stare al potere mentre smantella ogni opposizione.

Ma come fa a restare popolare? Il sostegno elettorale e i punti percentuali di gradimento sono genuini, ma stanno scivolando verso il basso. Il controllo dei media, ovviamente, gli dà un enorme vantaggio e la sua immagine e il suo programma sono stati apprezzati mentre l'opposizione si è divisa in modo disastroso, senza guida e senza un programma.

Da quando è tornato al potere l'anno scorso, l'onorevole Berlusconi ha dato a sé stesso l'immunità dai procedimenti penali e ha contrastato i poteri del Presidente Napolitano di verificare la costituzionalità dei disegni di legge. L'opposizione istituzionale, come i giudici e il presidente, sono stati confezionati come capponi pronti per il forno e la maggior parte dei media è direttamente o indirettamente controllate dal Primo Ministro. Se qualcuno osa squittire, la minaccia è diretta.

In politica estera le sue mosse stanno tra il comico e il megalomane. La sua impazienza e il senso di onnipotenza sul mondo degli affari sono riportati nella sua vita politica, ciò che gli consente ora di ignorare la realtà e di crearsene una propria.

Oggi, però, si comporta come un uomo fuori controllo. Anche se lui è uno degli uomini più ricchi e si trova tra i leader politici del mondo, sembra deluso e frustrato. Nessuna quantità di ricchezze può fare di lui uno giovane o bello, forzare il Vaticano ad accettarlo, dargli l'influenza del signor Brown, di Sarkozy o della Merkel, o anche soltanto un posto nell’establishment come quello degli Agnelli. Così egli eccede nelle reazioni verso qualsiasi critica.

Ma il divario tra la sua realtà e quella di tutti gli altri si sta allargando. Diversi farmaci possono pretendere il loro pedaggio e il suo sorriso felice non può più nascondere la rabbia, che bolle in superficie quando gli scoppia dentro.

Le minorenni e le prostitute ne hanno infranto l'immagine, ma, se cade, sarà perché nessuna quantità di frottole può nascondere la sua cattiva gestione economica. La disoccupazione e le difficoltà che gli italiani probabilmente affronteranno questo autunno, delle quali è lui in gran parte responsabile, sarà la verifica della realtà che conta.

James Walston è professore di Relazioni Internazionali presso l'Università americana di Roma

 
Testo originale:

From The Times
August 31, 2009
The chasm between Berlusconi and reality
One minute he’s a comic, the next a megalomaniac. But this will not help Italy’s ailing economy
James Walston

This time Silvio Berlusconi seems to have gone too far; last week he unleashed his pitbull courtiers in an attempt to gag the few remaining opposition media. But the autumn offensive got off to a bad start as the hounds and their master bit off more than they could chew. The Roman Catholic Church and a coalition of Italian and foreign papers are too much even for Mr Berlusconi’s overblown ego.
We are now being given an insight into the Italian Prime Minister’s personal and political weaknesses. The attack began when the parliamentary committee for broadcasting sought to change some of the senior managers of the public broadcaster RAI. It happens that they all work for programmes that are critical of Mr Berlusconi. This came a month after the Prime Minister had laid into a RAI journalist, saying that it was “intolerable that a public service broadcaster, paid for by the taxpayer, should criticise the Government”. This was said through clenched teeth and tensed jaw. The real and visible anger betrayed his lack of control.
The second salvo came when Niccolò Ghedini, Mr Berlusconi’s lawyer and first pitbull, said that they would be suing La Repubblica for libel. The newspaper has listed ten questions for Mr Berlusconi since June. Mr Ghedini argues that asking those questions is libellous and claims a million euros in damages. He has also said that they will sue foreign papers. This brought a shower of criticism from all quarters. Abroad, the reaction was between laughter and indignation; aren’t papers supposed to ask questions?
The other pack is led by Vittorio Feltri, editor of one of the Berlusconi family papers, Il Giornale. His strategy is to go for the man, not the ball. Mr Feltri got into serious hot water when he went for Dino Boffo, the editor of Avvenire, the paper of the Italian Bishops’ Conference. For some weeks Avvenire has been criticising Mr Berlusconi’s lifestyle. Mr Feltri claimed that Mr Boffo had plea-bargained his way out of a harassment charge and had had a gay relationship, so should not be preaching about Mr Berlusconi’s sex life.
The effects were not what the Prime Minister wanted; after more than a month of patient diplomacy, his staff had negotiated a dinner with Cardinal Bertone, the Vatican Secretary of State, to be held after a ceremony of forgiveness. Mr Berlusconi was to have been pardoned by the Church but the cardinal cancelled the dinner and the rift between the Government and the Church has become an abyss.
The message is simple; Mr Berlusconi needs the Church more than it needs him. His attack on Mr Boffo has shown that his anger trumps his political judgment.
These moves come after months of revelations of sleaze and even possible crimes, as well as a statement by his wife that he is “not well”. In a simple, straightforward world, he would have resigned long ago. But Silvio Berlusconi’s Italy is neither simple nor straightforward. — except in his own view, which is that a majority of Italians voted for him so he has a mandate to do what he wants.
After his first victory in 1994, he proclaimed himself “anointed by the people”, implying that he had the same powers as a divine-right monarch anointed by God. Fifteen years later he is even more convinced of his own destiny. He is Europe’s answer to Hugo Chávez in Venezuela, a populist alternatively bullying and charming his way to power and dismantling all opposition.
But how does he remain popular? The electoral support and approval ratings are genuine, though slipping. Control of the media obviously gives him a huge advantage, but his image and his programme have been popular while the opposition has been disastrously divided, leaderless and without a programme. To have more hair, more girls and fewer wrinkles the older you grow appeals to a lot of men, not just Italian, and many women fall for the smell of glamour and Rolexes.
Since returning to power last year, Mr Berlusconi has given himself immunity from criminal prosecution while in office and countered President Napolitano’s powers to check the constitutionality of Bills. The institutional opposition, like the courts and President, have been trussed like oven-ready capons and most of the media is directly or indirectly controlled by the Prime Minister. If anyone dares to squeak, they are threatened directly.
His foreign policy claims move between the comical and the megalomaniacal. His impatience and sense of omnipotence in business carried over to his political life, which now allows him to ignore reality and to create his own.
Today, though, he acts like a man out of control. Even though he is one of the richest men and among the world’s political leaders, he seems disappointed and frustrated. No amount of wealth can make him young or handsome, force the Vatican to accept him, give him the influence of Mr Brown, Mr Sarkozy or Ms Merkel, or even bestow on him the status of established wealth like the Agnellis. So he overreacts against any criticism.
But the gap between his reality and everyone else’s is widening. Various medications may take their toll and his happy smirk can no longer hide the anger that boils to the surface when he is crossed.
The minors and the prostitutes have cracked the image but, if he falls, it will be because no amount of spin can disguise his economic mismanagement. The unemployment and hardship that Italians are likely to face this autumn, for which he is largely responsible, will be the reality check that counts.
James Walston is Professor of International Relations at the American University of Rome


 


Mercoledì 02 Settembre,2009 Ore: 17:21
 
 
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