- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (322) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org "L'ambiente di Palazzo Grazioli era un harem, e lui era l'unico protagonista",di Miguel Mora – Bari – 5 luglio 2009

El País, Madrid - Intervista: Patrizia D’Addario - prostituta e teste fondamentale del Barigate.
"L'ambiente di Palazzo Grazioli era un harem, e lui era l'unico protagonista"

di Miguel Mora – Bari – 5 luglio 2009

(traduzione dallo spagnolo di José F. Padova)


http://www.elpais.com/articulo/internacional/ambiente/palacio/Grazioli/era/haren/unico/protagonista/elppgl/20090705elpepiint_7/Tes

Un modesto crocifisso prende dal suo collo. Il suo sguardo è inquisitorio e innocente allo stesso tempo e si fissa negli occhi dell'interlocutore. Si scrive di lei che è una prostituta, come denigrandola. Lei conferma senza turbarsi che quello è il suo lavoro e risponde con la verità che tutti sanno e tutti tacciono: "Non capisco la differenza fra prostituta e velina”.

Intervista a Patrizia D'Addario, prostituta e teste nelle indagini giudiziarie di Bari, che da dettagli sul reclutamento di prostitute e "veline" per le feste di Silvio Berlusconi.

I perplessi occhi castani di Patrizia D'Addario (Bari, 1966) raccontano di una donna maltrattata, ripetutamente colpita. Suo padre, che la picchiava, si suicidò 11 anni fa perché non aveva potuto realizzare il sogno di edificare in città un complesso turistico. Un fratello morì a causa di un errore dei medici e l'altro soffre di gravi problemi di salute. Il suo ultimo fidanzato l’ha maltrattata, ha una figlia e una madre che deve mantenere. Quando suo padre morì, lei promise a sua madre di costruire quel fabbricato, che lei chiama familiarmente "il progetto".

Patrizia D'Addario si fece escort (prostituta di lusso) e riuscì a cominciare i lavori, ma il progetto venne bloccato nel 2007 da una ordinanza comunale: per impatto ecologico. Il progetto è la sua vita e viceversa. Per difenderlo, Patrizia D'Addario afferma di aver passato una notte con Silvio Berlusconi e di non avere incassato soldi per il suo lavoro. "Mi sono fidata di lui", dice. Ha rinunciato al suo cachet e quindi si è sentita tradita. Poi decise di raccontare la sua storia ai giudici e si convertì nel teste cruciale del Barigate, la trama di veline, prostitute, candidate, corruzione, droga e censura che gira intorno alla figura di Giampaolo Tarantini e che ha schizzato fango su Berlusconi e altri politici di tutte le tendenze.

Secondo la sua deposizione, Tarantini era il procacciatore e consulente, intrattenitore e intermediario di Berlusconi. Un uomo disposto a tutto per compiacere l’ “utilizzatore finale", per ottenerne in cambio protezione politica e imprenditoriale.

Una notte di ottobre del 2008 Tarantini portò Patrizia D'Addario a Palazzo Grazioli. Si sarebbe chiamata Alessia e avrebbe guadagnato 2000 euro. Benché Tarantini e Berlusconi lo chiedessero, questa volta lei non si fermò dormire. Però fu scelta dal primo ministro, che la accarezzò davanti a altre 20 ragazze e agli uomini della sua scorta (facendo esclamare il giorno successivo alla sua ex amica Barbara Montereale: "Che schifo!”).

Patrizia descrive un harem volgare, nel quale c'erano due escort lesbiche e ragazze dell'Europa dell'Est. Alcune, racconta, esigevano a voce alta che si vedesse il colore del danaro. Il sultano, informato da Tarantini circa i particolari della sua vita, fece breccia nel suo cuore parlandole di suo padre, facendole sapere che l'avrebbe aiutata con il progetto prima delle altre ragazze. Patrizia D'Addario ritornò a Grazioli il 4 novembre. Mentre Barack Obama entrava nella leggenda, lei, armata del suo registratore e del suo videotelefonino, entrava nella camera da letto di Papi. Lo registrò andando al bagno, mentre le diceva che l'aspettava a letto, prese una fotografia della fotografia di Veronica Lario che si trovava sulla mensola e anche del lettone grande con il baldacchino barocco, dono di Vladimir Putin.

L'intervista si svolge nell'ufficio del suo avvocato, Maria pia Vigilante.
Domanda: Ha paura?
Risposta: No.
D.: Niente?
R.: Neppure una briciola.
D.: Berlusconi ha detto che lei gli era stata mandata da qualcuno per tendergli una trappola e che inoltre è stata molto ben retribuita.
R.: Da chi? Che lo dimostri, che dica quanto mi hanno pagato, che vada dai magistrati e dia le prove e i nomi. Non ho alcun tipo di problema. In quanto alla retribuzione sono l'unica in questa storia che non ha ricevuto denaro.
D.: Perché è andata dai giudici?
R.: Non sono stata io, mi hanno chiamata, vennero a casa mia, suonarono il campanello, scesi e mi dissero che avrei dovuto andare con urgenza a parlare con il giudice.
D.: Forse hanno sentito il suo nome nelle registrazioni delle indagini?
R.: Stavano indagando da parecchio tempo. Credo di sì. Io non ho denunciato nessuno, sono loro che sono venuti a cercarmi. Da parte mia ho considerato opportuno dire tutta la verità. Cosa che altre persone non hanno fatto.
D.: Così non l'ha fatto per vendetta.
R.: Assolutamente no.
D.: Non mi dirà che lei è scontenta del comportamento di Berlusconi.
R.: Ero un poco disillusa, credo che chiunque nella mia situazione si sarebbe sentito così, delusa da una persona tanto potente. Non è bello quello che è successo.
D.: Si riferisce al fatto che lui le promise di aiutarla con il suo progetto e non lo fece?
R.: I fatti lo hanno dimostrato, il progetto resta lì e nessuno è intervenuto.
D.: In questa storia c'è la sensazione che tutti mentano. E lei?
R.: Sono l'unica che ha detto la verità. Per questo nessuno si è messo dalla mia parte.
D.: Come le è sembrata la reazione degli italiani a questa storia?
R.: Mi aspettavo più solidarietà.
D.: Da chi?
R.: In queste feste, tanto nella prima come nella seconda, io non ero l'unica escort.
D.: La notte che videro il video della visita a Bush...
R.: Il video ce lo ha fatto vedere due volte. Il tema è sempre quello.
D.: Come era l'ambiente di Palazzo Grazioli?
R.: È un harem, nel quale lui è l'unico protagonista. Le 20 ragazze erano già lì quando arrivammo noi, subito apparve lui [Berlusconi], si presentò, si avvicinò, Giampaolo mi presentò come Alessia, io dissi "ciao", lui mi disse "sei molto graziosa", quindi mi chiese di sedermi accanto a lui e mentre eravamo lì il cagnolino mi si infilava fra i piedi, il cagnolino che gli ha regalato la moglie di Bush, Frufrù. Lui mi diceva di non preoccuparmi che non mi avrebbe fatto niente, "è tanto grazioso". Effettivamente era graziosissimo.
D.: E le ragazze che cosa facevano?
R.: Molte parlavano, poi vedevamo i filmati e a un certo momento tutte le ragazze fecero il balletto.
D.: Chi dirigeva la coreografia?
R.: Tutte conoscevano la canzone Meno male che Silvio c'è. Io ero l'unica che non ballava.
D.: Erano ragazze molto giovani?
R.: Sì.
D.: Minorenni?
R.: Molto giovani. Non chiesi l'età, fra l'altro perché in quel momento non potevo fare domande, lui richiedeva molta attenzione.
D.: Lei ha detto che lui l'accarezzava davanti agli uomini della scorta e alle altre ragazze.
R.: Lo disse Barbara. La magistratura sa tutto.
D.: Fu così?
R.: Sì.
D.: Era la prima volta che andava a una festa con Tarantini?
R.: Lo avevo conosciuto tramite un amico e lui, dopo avermi fatto una specie di radiografia, mi osservò dalla testa ai piedi, mi disse "molto bene, sei molto bella, sarai perfetta". A un dato momento mi chiese fatti della mia vita, abbiamo parlato un'ora o un'ora e mezza, gli raccontai che ero escort per un problema familiare, la promessa. Voleva sapere tutto.
D.: Il primo ministro sapeva tutto quando la conobbe?
R.: Sì, durante la cena raccontò una barzelletta mentre io parlavo con la cantante. Mi prese per mano e mi fece sedere accanto a lui, di fronte a lui, con la tavola di mezzo. Mi guardava, faceva battute, cantava canzoni, me le dedicava e poi, a un certo momento, sempre volendo la mia attenzione, io stavo parlando con la cantante, disse in pubblico: "C'è una ragazza di Bari" e allora io mi irritai un po' e poi dissi che non mi fidavo degli uomini. Giampaolo gli aveva raccontato tutto. Disse: "non si fida degli uomini, ma io le farò capire che gli uomini non sono tutti uguali, andrò a prenderla con il mio jet privato e le farò capire che gli uomini sono diversi. Ha un progetto di vita, vuole essere imprenditrice e io l'aiuterò". Davanti a tutti.
D.: Una promessa pubblica.
R.: Sì, voleva arrivarmi al cuore, sapeva che quello mi importava molto.
D.: Che tipo di uomo è Berlusconi?
R.: Ho conosciuto molti uomini, ma quello che mi è capitato adesso non mi era mai successo, sono molto delusa. Disse che non mi conosceva, che non ricordava la mia faccia. Due giorni! Non è possibile non ricordarsi della mia faccia...
D.: In che cosa la deluse di Berlusconi?
R.: Guardi, io mi fidavo di lui. Mi fidavo del suo modo di essere, soprattutto perché mi colpì con quella faccenda che io mi portavo molto dentro. Non si può prendere in giro una persona che nella vita ha perso.
D.: E poi avvenne il furto in casa sua?
R.: Mi hanno svaligiato. Hanno portato via tutti vestiti, la biancheria intima, l'abito di Versace che mi ero messa per andare a Palazzo Grazioli, tutti i CD di lavoro e quelli con la musica, le mutandine... non è stato un furto casuale. Hanno lasciato un televisore che costa una fortuna e si sono portati via i dischi e la biancheria. Che tipo di ladro ruba i CD di musica?
D.: Che cosa crede lei?
R.: So soltanto che si sono portati via tutto e che mi sembrò molto strano. La polizia venne, vide quello che era successo e quello che avevano rubato...
D.: E che dissero?
R.: Niente, guardavano stupefatti.
D.: A suo parere Tarantini lavorava per il presidente?
R.: Era molto amico del presidente. Parlavano molto al telefono.
D.: Di ragazze?
R.: Non soltanto di ragazze.
D.: Di affari?
R.: Quando ero presente, parlavano un poco di tutto. Preferisco non andare più in là.
D.: Tarantini era il prosseneta dell’ “ utilizzatore finale”?
R.: Questo non lo devo dire io. I fatti dimostreranno ciò che realmente è accaduto.
D.: Tarantini si occupava anche della droga?
R.: Preferirei non...
D.: Quello che è filtrato dagli ascolti dice che parla anche di droga.
R.: La magistratura lo dirà.
D.: Molti si chiedono perché portava con sé il registratore.
R.: Non per ricattare Berlusconi, se lo avessi voluto fare, l'avrei ricattato il giorno dopo essere uscita dal palazzo, o no? Altre hanno chiamato giornalisti perché facessero loro fotografie lì, come Barbara...
D.: Perché lo portava?
R.: Lo porto sempre. Feci una brutta esperienza in passato con una persona che mi maltrattava. Grazie al registratore non mi diede più problemi. Come in questo caso. Se non lo avessi portato con me avrebbero detto che ero pazza.
D.: C’era cocaina a quelle feste?
R.: Sarà la magistratura a dirlo. Io non sniffo, così che se c'era non l'ho vista. Potrei infangare molta gente, ma non voglio farlo. Si saprà tutto. Al giorno d'oggi sono l'unica che non si è portata via del denaro, che sta avendo problemi e che è stata tradita. Gli uomini della scorta di palazzo Grazioli che mi conoscevano e che avevano visto il presidente fare quello che Barbara ha raccontato, mi hanno impedito di entrare alla conferenza stampa. e io ero candidata. È molto grave ciò che è successo... Barbara ha già dato due versioni distinte. Non può dirmi per telefono “Che schifo!” e poi cantare Meno male che Silvio c'è.
D.: Crede che le altre ragazze parleranno?
R.: Non credo, sono passate due settimane mezza e si sono fatte vive soltanto per insultarmi.
D.: Crede che siano pagate?
R.: Lo scopra lei che è giornalista. E scopra anche quello che c'è sotto a tutte queste persone che stanno dall'altra parte, è molto interessante. Vi sono molte cose da dire e da scoprire. Cose che tutti sanno in questa città e che nessuno racconta perché ha paura.

Testo originale:

ENTREVISTA: PATRIZIA D'ADDARIO Prostituta y testigo crucial del 'Barigate'
"El ambiente en palacio Grazioli era un harén, y él el único protagonista"
MIGUEL MORA - Bari - 05/07/2009
http://www.elpais.com/articulo/internacional/ambiente/palacio/Grazioli/era/haren/unico/protagonista/elppgl/20090705elpepiint_
Un discreto crucifijo cuelga de su cuello.
Su mirada es inquisitiva e inocente a la vez, fija en los ojos del interlocutor. Se escribe de ella que es una prostituta, como denigrándola. Ella confirma sin alharacas que ése es su oficio, y responde con la verdad que todos saben y callan: "No entiendo la diferencia entre prostituta y velina".
Entrevista a Patrizia D'Addario, prostituta y testigo en la investigación judicial de Bari que analiza el reclutamiento de prostitutas y 'velinas' para las fiestas de Silvio Berlusconi - MIGUEL MORA / JULIETA RUDICH
"Hay muchas cosas que todos saben y nadie cuenta porque tiene miedo" "En esas fiestas
Los perplejos ojos pardos de Patrizia d'Addario (Bari, 1966) cuentan que es una mujer dañada, repetidamente golpeada. Su padre, que le pegaba, se suicidó hace 11 años porque no pudo cumplir el sueño de edificar un complejo turístico en la ciudad. Un hermano falleció a causa de un error médico y el otro sufre graves problemas de salud. Su último novio la maltrató. Tiene una hija y una madre a las que alimentar. Cuando su padre murió, ella le prometió a su madre que construiría ese complejo, al que llama con familiaridad "el proyecto".
D'Addario se hizo escort (prostituta de lujo) y logró comenzar las obras, pero el proyecto quedó bloqueado en 2007 por una traba municipal: impacto ecológico. El proyecto es su vida y viceversa. Por defenderlo, D'Addario asegura que pasó una noche con Silvio Berlusconi y no cobró por su trabajo. "Me fie de él", dice. Renunció a su caché y luego se sintió traicionada. Y entonces decidió contar su historia a los jueces y se convirtió en la testigo crucial del Barigate, la trama de velinas, prostitutas, candidatas, corrupción, droga y censura que gira en torno a la figura de Gianpaolo Tarantini y que ha salpicado a Berlusconi y a otros políticos de todas las tendencias.
Según su relato, Tarantini era el conseguidor y asesor, facilitador e intermediario de Berlusconi. Un hombre dispuesto a todo con tal de complacer al "usuario final", para obtener a cambio protección política y empresarial.
Una noche de octubre de 2008, Tarantini llevó a D'Addario al palacio Grazioli. Se llamaría Alessia y cobraría 2.000 euros. Aunque Tarantini y Berlusconi se lo pidieron, no se quedó a dormir esa vez. Pero fue elegida por el primer ministro, que le acarició delante de otras 20 chicas y de sus escoltas (haciendo exclamar a su ex amiga Barbara Monterreale al día siguiente: "¡Qué asco!").
Patrizia describe un harén vulgar, en el que había dos escorts lesbianas y chicas del este de Europa. Algunas, cuenta, exigían en voz alta que se viera el color del dinero. El sultán, informado por Tarantini de los detalles de su vida, entró en su corazón al hablarle de su padre, al hacerle saber que la ayudaría con el proyecto ante las otras chicas. D'Addario regresó a Grazioli el 4 de noviembre. Mientras Barack Obama entraba en la leyenda, ella, armada con su grabadora y su videotelefonino, entró en el dormitorio de Papi. Le grabó yéndose al baño, diciéndole que la esperaba en la cama, sacó una foto a la foto de Verónica Lario que estaba en la repisa, y también a la cama grande con el baldaquino barroco, regalo de Vladímir Putin.
La entrevista se celebra en el despacho de su abogada, Maria Pia Vigilante.
Pregunta. ¿Tiene miedo?
Respuesta. No.
P. ¿Nada?
R. Ni una pizca.
P. Berlusconi ha dicho que usted fue enviada por alguien para tenderle una trampa, y que además fue muy bien retribuida.
R. ¿Por quién? Que lo demuestre, que diga cuánto me han pagado, que vaya a la magistratura y dé las pruebas y los nombres. No tengo ningún problema. En cuanto a la retribución: soy la única en esta historia que no ha recibido dinero.
P. ¿Por qué acudió a los fiscales?
R. No fui yo, me llamaron, vinieron a casa, tocaron el timbre, bajé y me dijeron que debía ir deprisa a hablar con el juez.
P. ¿Quizá oyeron su nombre en las escuchas de la investigación?
R. Estaban investigando hace bastante tiempo. Creo que sí. Yo no he denunciado a nadie, son ellos los que vinieron a buscarme. Yo consideré oportuno decir toda la verdad. Cosa que otras personas no han hecho.
P. Así que no ha actuado por vendetta.
R. Absolutamente no.
P. No negará que está descontenta con el comportamiento de Berlusconi.
R. Estaba un poco desilusionada, creo que cualquiera en mi situación se habría sentido así, desilusionada con una persona tan potente. No es bonito lo que ha pasado.
P. ¿Se refiere a que le prometió ayudarle con su proyecto y no lo hizo?
R. Los hechos lo han demostrado, el proyecto sigue allí y nadie ha intervenido.
P. En esta historia da la sensación de que todos mienten. ¿Usted?
R. Soy la única que ha dicho la verdad. Por eso nadie se ha puesto de mi parte.
P. ¿Qué le ha parecido la reacción de los italianos a esta historia?
R. Me esperaba más solidaridad.
P. ¿De quién?
R. En esas fiestas, tanto en la primera como en la segunda, yo no era la única escort.
P. La noche que vieron el vídeo de la visita a Bush...
R. El vídeo nos lo puso las dos veces. El tema es siempre ése.
P. ¿Cómo era el ambiente en el palacio Grazioli?
R. Es un harén en el que él es el único protagonista. Las 20 chicas estaban allí cuando llegamos nosotros, luego apareció él [Berlusconi], se presentó, se acercó, Gianpaolo me presentó como Alessia, yo dije "ciao", él me dijo "eres muy mona", luego me pidió que me sentara con él, y mientras estábamos allí el perrito se me metía entre los pies, el perrito que le regaló la mujer de Bush, Frufrú. Él me decía que no me preocupara, que no me hacía nada, "es tan mono". De hecho, era monísimo.
P. ¿Y las chicas qué hacían?
R. Muchas hablaban, luego veíamos los vídeos y en un momento dado todas las chicas hicieron el ballet.
P. ¿Quién dirigía la coreografía?
R. Todas conocían la canción, Meno male che Silvio c'è (Menos mal que tenemos a Silvio). Yo era la única que no bailaba.
P. ¿Eran chicas muy jóvenes?
R. Sí.
P. ¿Menores de edad?
R. Muy jóvenes. No pregunté la edad, entre otras cosas porque en ese momento no podía preguntar, él requería mucha atención.
P. Usted ha dicho que le acariciaba delante de los escoltas y las otras chicas.
R. Lo dijo Barbara. La magistratura lo sabe todo.
P. ¿Fue así?
R. Sí.
P. ¿Era la primera vez que iba a una fiesta con Tarantini?
R. Le había conocido a través de un amigo, y él, después de hacerme una especie de radiografía, me miró de la cabeza a los pies, me dijo "estás muy bien, eres muy guapa, eres perfecta". En un momento dado, me preguntó cosas de mi vida, hablamos una hora o una hora y media, le conté que era escort por un problema familiar, la promesa. Quería saber todo.
P.
¿El primer ministro sabía todo cuando la conoció?
R. Sí, durante la cena hizo un chiste mientras yo hablaba con la cantante. Me cogió de la mano y me hizo sentarme a su lado, frente a él, con la mesa en medio. Me miraba, contaba chistes, cantaba canciones, me las dedicaba, y luego, en un momento dado, como quería todavía mi atención, yo estaba hablando con la cantante y dijo en público: "Hay una chica de Bari", y yo ahí me enfadé un poco, y luego dijo que no me fiaba ya de los hombres. Gianpaolo le había contado todo. Dijo: "No se fía de los hombres, pero yo le haré entender que los hombres no son todos iguales, la iré a buscar con mi jet privado y le haré comprender que los hombres son diferentes. Tiene un proyecto de vida, quiere ser empresaria, yo la ayudaré". Delante de todas.
P. Una promesa pública.
R. Sí, quería llegarme al corazón, sabía que eso me importaba mucho.
P. ¿Qué tipo de hombre es Berlusconi?
R. He conocido a muchos hombres, pero lo que me ha pasado ahora no me ha pasado nunca, estoy muy decepcionada. Dijo que no me conocía, que no recordaba mi cara. ¡Dos días! No es posible no acordarse de mi cara...
P. ¿En qué le decepcionó Berlusconi?
R. Mire, yo me fiaba de él. Me fiaba de su manera de ser, sobre todo porque me tocó con ese asunto que yo llevaba muy dentro. No se puede tomar el pelo a una persona que ha perdido en la vida.
P. ¿Después se produjo el robo en su casa?
R. Me desvalijaron. Se llevaron todos los vestidos, la lencería íntima, el traje de Versace que me puse para ir a palacio Grazioli; el ordenador, todos los cds de trabajo y los musicales, las bragas... No fue un robo al azar. Dejaron un televisor que cuesta un dineral y se llevaron los discos y la lencería. ¿Qué tipo de ladrón roba los cds de música?
P. ¿Qué cree usted?
R. Sólo sé que se llevaron todo y que me pareció muy raro. La policía vino, vio lo que pasó y lo que se habían llevado...
P. ¿Y qué dijeron?
R. Nada, miraban estupefactos.
P. ¿A su juicio Tarantini trabajaba para el presidente?
R. Era muy amigo del presidente. Hablaban mucho por teléfono.
P. ¿De chicas?
R. No sólo de chicas.
P. ¿De negocios?
R. Cuando yo estaba presente, hablaban un poco de todo. Prefiero no ir más allá.
P. ¿Tarantini era el proxeneta del usuario final?
R. Eso no lo debo decir yo. Los hechos demostrarán lo que pasó realmente.
P. ¿Tarantini se ocupaba también de la droga?
R. Preferiría no...
P. Las filtraciones de las escuchas dicen que habla también de droga.
R. La magistratura lo dirá.
P. Mucha gente se pregunta por qué llevó la grabadora.
R. No para chantajear a Berlusconi, si lo hubiera querido hacer, el día siguiente que salí del palacio lo chantajeaba, ¿no? Otras han llamado a periodistas para que les hicieran fotos allí, como Barbara...
P. ¿Por qué la llevaba?
R. La llevo siempre. Tuve una fea experiencia en el pasado con una persona que me maltrataba. Gracias a la grabadora no me dio más problemas. Como en este caso. Si no la hubiera llevado, hubieran dicho que estaba loca.
P. ¿Había cocaína en esas fiestas?
R. Será la magistratura la que lo diga. Yo no esnifo, así que si había no la vi. Podría enfangar a mucha gente, pero no quiero hacerlo. Se sabrá todo. A día de hoy soy la única que no se ha llevado dinero, que está teniendo problemas, y que ha sido traicionada. Los escoltas que me conocían del palacio Grazioli, y que vieron al presidente hacer lo que contó Barbara, me bloquearon la entrada a la rueda de prensa. Y yo era candidata. Es muy fuerte lo que ha pasado... Barbara ha dado ya dos versiones distintas. No puedes decirme por teléfono "qué asco" y luego cantar Meno male che Silvio c'è.
P. ¿Cree que hablarán otras chicas?
R. No creo, han pasado dos semanas y media y sólo han salido para insultarme.
P. ¿Cree que están pagadas?
R. Descúbralo usted que es periodista. Y descubra también lo que hay bajo todas esas personas que están en la otra parte, es muy interesante. Hay muchas cosas que decir y descubrir. Cosas que saben todos en esta ciudad y que nadie cuenta porque tienen miedo.



Lunedì 06 Luglio,2009 Ore: 17:07
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Stampa estera

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info