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www.ildialogo.org RICCHEZZA E TRISTEZZA,di p. Ottavio Raimondo

11 ottobre 2009
RICCHEZZA E TRISTEZZA

di p. Ottavio Raimondo

Stimai un nulla la ricchezza (I lettura: Sap. 7,7-11
La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (II lettura: Eb 4,12-13)
“Figlioli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!” (III lettura: Mc 10,17-30)
 
Un tale gli corse incontro e gli domandò: “Maestro buono che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?
 
Mi sono imbattuto in questa frase di Karl Marx: “Più si ha e più è alienata la propria vita” che rispecchia la situazione di “quel tale” che non ha nome e che Marco definisce: “uno che aveva molti beni” e Luca “un notabile”. Si potrebbe quindi trattare sia di beni materiali che di beni immateriali: “soldi” ma anche: “prestigio”, “sicurezze”, “potere”. I beni alienano “quel tale”; impoveriscono la sua personalità, ne cancellano il nome e fanno sì che la sua ricerca si blocchi e diventi sterile. Sarà per davvero fuori posto vedere in quel tale, rapportato all’oggi, un bravo cristiano praticante che cerca la sua realizzazione in tanti, forse troppi, beni? Nella solitudine e debolezza del deserto Mosè diventa il liberatore del popolo. Gesù abbraccia la povertà di fronte ai beni fino a morire nudo sulla croce, spogliato di tutto. Escluso e compatito come un fallito, come “disturbo” che, anche morto, debba essere tolto di mezzo, altrimenti come si può celebrare la festa?
 
Rattristatosi, se ne andò triste perché aveva molti beni
 
Le radici della tristezza sono il fallimento del proprio desiderio. L’altro fa paura ed allora si preferisce la sicurezza dei beni all’incertezza della relazione, Ci si chiude all’amore, si rinuncia a un futuro nuovo. I beni ti possiedono e ti fanno schiavo e chi è schiavo non può cantare la libertà. Uno che dà tutto è tutto e si ritrova ricco di tutto. Questa è la benedizione che Gesù ha portato.
 
Quanto è difficile per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!
 
Nel Messaggio di Benedetto XVI per il mese missionario troviamo scritto: <<Voglio “nuovamente confermare che il mandato d’evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa” (Evangelii nuntiandi, 14), compito e missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale rendono ancor più urgenti>>. Ce la sentiamo di chiederci a quali condizioni realizzeremo questa “missione essenziale”? Non potrebbe risultare necessario staccarci dai molti beni e vivere così il “vieni! Seguimi!”? A livello tuo personale, se scopri che entrare nel regno di Dio è entrare nel suo progetto, ti renderai conto di quali sono i beni che ti alienano e ti rendono triste.
“Da quando ho iniziato questo assurdo percorso, che mi sta rovinando, - parole testuali di un giovane - mi dico che devo guardare avanti, ma non riesco. Avanti a me vedo solo la macelleria delle vite umane… e io non ce la faccio ad andare avanti”. Gli ho risposto: - meno male che il possibile di Dio può incontrare l’impossibile tuo (Mc 10,27).
Grazie a questo incontro possiamo vivere la responsabilità che è il tema conduttore di questa terza settimana del mese missionario.
p. Ottavio Raimondo, 348-2291393 oraimondo@emi.it
 
 


Luned́ 05 Ottobre,2009 Ore: 15:58
 
 
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