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XXXIV TEMPO ORDINARIO – 22 novembre 2009
TU LO DICI: IO SONO RE

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM


Gv 18, 33b-37
[In quel tempo] Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Nel brano che esaminiamo viene presentato il primo interrogatorio da parte di Pilato, il procuratore romano, nei confronti di Gesù. Leggiamo.
Pilato, rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse «Sei tu il re dei Giudei?»”. E’ questa l’accusa che i sommi sacerdoti avevano rivolto a Gesù, cioè di essere il Messia, il Cristo; l’uomo, incaricato da Dio, col potere di Dio, che avrebbe dovuto rovesciare il potere esistente e scacciare i romani. Quindi è questa l’accusa che i sommi sacerdoti hanno portato contro Gesù, per farlo condannare da Pilato.
E Gesù gli risponde “«Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?»”Gesù non risponde alla domanda che Pilato gli ha fatto, ma chiede a Pilato di ragionare con la sua testa, come aveva fatto con la guardia quando gli aveva dato uno schiaffo, “Se ho sbagliato, dimostrami dove ho sbagliato, ma se non ho sbagliato questo schiaffo cosa c’entra?”.
Quindi Gesù invita Pilato a ragionare con la propria testa, “Dici questo da te o altri t’hanno detto questo?”
E Pilato reagisce con sdegno, con disprezzo. “«Sono forse io Giudeo?»”ed esprime tutto il disgusto che Pilato   aveva   verso   questo   popolo   e   quello   che   Pilato   dice   è   tremendo   “«La   tua   gente   e   i   capi   dei sacerdoti ti hanno consegnato a me»”. Contro Gesù si sono rivoltati tutti. Giovanni l’aveva detto nel suo Prologo (1,11), Venne tra i suoi, ma i suoi non lhanno accolto.
Si può capire che Gesù sia stato consegnato a Pilato dai sommi sacerdoti, ma anche la nazione - perché è la vittoria del potere - sia quelli che lo detengono, ma anche i sottomessi vedono in Gesù un attentato alla propria sicurezza, alla sicurezza che il potere dà. Quindi la tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?
Per i sommi sacerdoti e per la gente Gesù è più pericoloso dei dominatori pagani, dei romani. Consegnano il liberatore ai dominatori perché Gesù è pericolosissimo. Rispose Gesù: «Il mio Regno non è di questo mondo»”.
Attenzione! Gesù non sta dicendo che il suo Regno non sia IN questo mondo, ma dice che non è di questo mondo, cioè non è un regno tra quelli conosciuti. I regni sono basati sulla prepotenza, sul terrore, sulla violenza, sulla paura.
Il Regno di Gesù, perché è un Regno, il Regno di Dio, non è basato su nulla di questo. E dice Gesù “«Se il mio Regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto»”. Gesù non sta dicendo che ha dei servitori, ma lui, che è Dio, si fa servo. Per cui lui non ha servi, in quanto lui stesso, il Signore, si fa servo degli altri. Gesù vuol far comprendere che il suo Regno è completamente diverso dai regni di questo mondo, dove il re non ha dei servi, ma è il re che si fa servo.
Il Signore si fa servo, perché quelli che erano considerati servi si considerassero signori. “«Ma il mio Regno non è»”– e qui c’è un errore di traduzione - non è “di quaggiù”, ma “«di qui»”, cioè di questo sistema. Gesù non contrappone cielo e terra, ma due mondi differenti: quello del potere e quello dell’amore, quello del dominio e quello del servizio.
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù”e qui la traduzione è inesatta, la traduzione della CEI riporta “Tu lo dici, io sono re”, come se Gesù confermasse che è re. No, il testo greco è “«Tu dici che sono re»”cioè questa è la tua opinione. Ma Gesù tronca il discorso. Gesù non è interessato al discorso della regalità, ma ad un altro. Quindi Gesù tronca il discorso per cui dice “Tu dici che sono re”.
“«Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità»”, ecco il tema che interessa a Gesù, non quello della regalità, ma la verità. Cos’è la verità? La verità su Dio. Dio è amore che chiede di essere accolto. E la verità sull’uomo che, accogliendo questo amore, ha la condizione divina.
E Gesù aggiunge “«Chiunque è dalla verità»”, non dice “chiunque ha la verità”. Gesù dice “Io sono la verità”, non dice “Io ho la verità”. Colui che ha una verità, cioè una dottrina, esclude tutti quelli che non sono d’accordo. Quando uno ritiene di avere la verità è in grado di giudicare tutti gli altri. Gesù non dice di avere la verità, ma di essere nella verità. Se la verità è l’amore di Dio per l’umanità, essere nella verità, significa essere in sintonia con quest’amore di Dio per l’umanità, fare del bene dell’uomo la passione della propria esistenza.
“«Chiunque è nella verità ascolta la mia voce»”. Ci saremmo aspettati il contrario “chi ascolta la mia voce, si mette nella verità”. No, chi è nella verità, cioè per ascoltare, per comprendere, per capire bene il messaggio di Gesù, bisogna avere nel cuore una passione, infinita, sconfinata, per l’umanità. Solo quelli che fanno del bene dell’uomo l’obiettivo della propria esistenza, solo questi possono capire realmente le parole di Gesù.
Quindi, “«Chiunque è nella verità ascolta la mia voce»”. Ebbene, come Gesù non era interessato al tema della regalità, Pilato, rappresentante del potere, non è certo interessato al tema della verità e tronca il discorso dicendo: “«Che cos’è verità?»”, non “la” verità. A lui non interessa, perché il potere è basato sulla menzogna e sull’inganno.


Giovedì 19 Novembre,2009 Ore: 17:07
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
michele fioretti civinatova marche 22/11/2009 01.00
Titolo:commento al commento di alberto su gv 18, 33-37
ciao alnerto mi sono iscritto solo ora al tup sito per colpa del mio essere imbranato con pc. sono d. michele ora parroco a civitanova marche peso ti ricorderai. approfitto solo per dirti grazie per quello che sei e che con i tuoi amici fate. Voi avete messo l\\\'uomo al centro della vita e della vita di fede ridando dignità a qulunque persona in qualunque stato si trovano. Chi viene da voi e per grazie ho diversi amici e parrocchiani, ritorna confuso ma sa che sta camminano...così come succede a me davanti ai tuoi testi...confuso ma in cammino, nella lotta mella carica perche? Perche tu alberto non annunci la tua ferità, non ti poni con arroganza davanti alla gente come spesso noi preti facciamo èensavo di avere davanti gente senza intelligenza. tu ti pone con Verita che è un altra cosa. Devo confessarti che le mie omelie domenicale le preparo quasi sempre andado prima alla ricerca dei tuoi commenti e cerco per quello che riesco di integrarli con il mio linguaggio e con quello della comunità che ho difronte che spesso prende acqua santa dopo le mie omelie!!!!!Sai il demonio è con noi. Indovina chi sono costoro? Gli uomini della religione, i fedeli che cercano le visioni, che vivono non per colpa loro sotto un regime quello del Dio della Legge. E che pensano di avere la verita. Ma il Signore lavora e io non demordo perche ne sto vedendo i segni. In un anno che sono qui circa 80 90 gionani adulti ogni 15 giorni si ritrova con me e una equipe per pregare con il Vangelo e seppure confusi (vengono da 18 anni di parroco mediugoriano doc...che leggeva gli sms di maria nell\\\'omelia, che aveva imposto comunione sulle mani, che non dava battesimi ai bambini di genitori conviventi o divorziati e risposati...(li faceva in sacrestia) Neanche il magisteroo di santa madre chiesa è arrivata mai a tale scandolo. Nelle mie prediche, negli inconri di formazioni per giovani e adulti, per operatori parrocchiali....sto lavorando con i tuoi testi e devo dirti che la gente cresce, si interroga va in crisi, ma torna sempre......è un fiume d\\\'amore che corre. Di questo grazie alberto anche a chi mi a permesso di conoscerti. Spero di vederti presto. Un abbraccio

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