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www.ildialogo.org Profeta alla Cassandra: Bertone&Berlusconi, tutto come previsto,di Paolo Farinella, prete

Profeta alla Cassandra: Bertone&Berlusconi, tutto come previsto

di Paolo Farinella, prete

Genova, 3 febbraio 2010 –. Dicono le cronache che il 1 febbraio 2010 Dino Boffo, ex di «Avvenire» si sia incontrato con Vittorio Feltri, attivo a «Il Giornale» per un incontro di chiarificazione: sapere chi ha voluto l’affondamento del giornalista cattolico (la Repubblica, 3 febbraio 2010, p. 7).
Sono convinto che Berlusconi, dopo gli scandali e la deriva internazionale in cui si era cacciato, fosse ormai cotto e stracotto, sull’orlo del precipizio e l’intervento del Segretario della Cei, Mons. Mariano Crociata a Ferriere di Latina in occasione di una Messa per S. Maria Goretti (6 luglio 2009) poteva costituire il colpo di grazia. Invece dalle sponde del Tevere emersero i salvagente che si chiamano Tarcisio Bertone, segretario di Stato e Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano. Costoro vogliono salvare a tutti i costi Berlusconi che concede loro quello che vogliono: leggi, soldi, coperture, intrallazzi, favori e ogni sorta di luridume.
C’è un solo modo, ridimensionare il card. Bagnasco che tra l’altro si ridimensiona da solo, incapace di vedere oltre i ristretti confini della sua diplomazia. Inizia la tattica di salvataggio: incontro Bertone Berlusconi alla Perdonanza dell’Aquila, andata a monte per l’esuberanza narcisistica del tronfio Berlusconi. Si supplice con l’inaugurazione della mostra  «Tra potere e Grazia» a Palazzo Venezia, lo stesso giorno, anzi la stessa ora in cui la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale il «Lodo Alfano» e rimanda Berlusconi in tribunale. La Presenza sorridente di Bertone attutisce potentemente e ridimensiona l’effetto della sentenza della Consulta.
«Avvenire» cominciava a belare qualche lamento contro lo stile di vita del Priapo nostrano, ed ecco il direttore dell’Osservatore Romano, vantarsi sul Corriere della Sera di non avere mai attaccato il presidente del Consiglio, condannando così l’Avvenire all’isolamento. Messaggio: gli attacchi di Avvenire  a Berlusconi sono inopportuni, fuorvianti e deleteri per la politica del Vaticano. Berlusconi, non importa se porco o maiale, deve restare l’interlocutore privilegiato. Al diavolo la morale, che serve solo per abbindolare i poveracci senza arte né parte. Il direttore Boffo viene fatto fuori dal Vaticano, da Bertone che vuole ipotecare la Cei e dall’Osservatore Romano. La Cei cerca di resistere all’attacco bertoniano, ma non riesce. Tutti si prodigano in solidarietà a Boffo di carità pelosa. Si scomoda anche il papa. Ormai è chiaro tutto: Boffo deve essere sacrificato e le cose devo tornare in ordine, secondo l’ordine fascista vaticano. Berlusconi non si tocca. Berlusconi si salva, il Paese deraglia, le Istituzioni affondano, la Nazione sprofonda nell’illegalità, nella prostituzione parlamentare. Tutto è compiuto. Gli innocenti sono sacrificati e Berlusconi è risorto.  TUTTO ERA PREVISTO E PREVEDIBILE.
 
Il giorno 8 settembre (fatidica data) del 2009 in una mia lettera al cardinale Bagnasco, subito dopo le dimissioni di Boffo, scrivevo, inutile profeta senza merito perché i fatti hanno la decenza di parlare con la trasparenza della verità:
 
«Ora i giochi sono fatti. E’ accaduto esattamente quello che io avevo previsto fin nelle virgole: Berlusconi ha dichiarato guerra al mondo intero e non ammette che si contraddica il suo comportamento di satiro, si discuta la sua politica, si critichi il suo operato. Lui fa tutto, lui è tutti. Lui ha eletto Barak Obama, lui ha fatto la pace tra Russia e Georgia, Lui ha firmato il contratto tra Russia e Turchia, lui … solo lui … unicamente lui… Il dramma è che lui stesso ci crede e quelli che gli stanno attorno fanno finta di credergli.
Quando ho visto che tutto l’orbe ecclesiastico, compreso il papa, non hanno lesinato solidarietà a Dino Boffo, direttore  di Avvenire, ho capito che stava per essere silurato. Sono convinto che lei, sig. Cardinale, fosse sincero, come editore e come amico di Boffo, ma purtroppo nel gioco al massacro iniziato da Berlusconi e le sue truppe, si è inserito il cardinale segretario di Stato, card. Bertone, il quale non ha esitato a servirsi del fango per una operazione spregiudicata: mettere le mani sulla Cei e il suo organo di informazione. L’intervista di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano al  Corriere della Sera ne è stata un’avvisaglia, ma anche la presa di distanza delle segreteria di Stato dall’atteggiamento della Cei nei confronti dell’immoralità del presidente del consiglio.
Lei è venuto a trovarsi tra due fuochi di finti amici che hanno interessi straordinari da salvaguardare e non sarei affatto sorpreso dall’apprendere che vi sia stato un gioco delle parte a palle incrociate tra Berlusconi e Bertone per risolvere le questioni alla maniera del principe machiavelliano: il fine giustifica i mezzi con una solenne buona notte ai principi di alta   e bassa etica.
I documenti parlano chiaro. Il direttore dell’Osservatore Romano si vanta di non avere mai detto una parola sulle vicende «private» di Berlusconi, come se lo spergiuro, le bugie e la ricattabilità del presidente del consiglio fosse una questione privata, senza mettere nel conto i suoi comportamenti personali pubblicizzati da lui stesso nella televisione amica e sottomessa. Strana doppia morale dal giornale del papa che dovrebbe essere uno specchio di trasparenza e di linearità. Voi vescovi  fin dall’inizio siete stati tisicucci e indecisi, anzi afoni; poi di fronte al montare della protesta della base, avete mandato avanti il vostro giornale e avete dette alcune cose in pubblico, ma in modo così universale che tutti gli interessati hanno detto: i vescovi non parlano di me, ma degli altri. E’ una vostra abitudine di essere così felpati che alla fine nessuno vi sente, nessuno vi ascolta, e ognuno fa per sé. E’ scontato quello che potreste dire voi e se qualcuno ci fa caso, appartiene alla razza dei politici e vi presta attenzione o per interesse o per paura. Certamente mai per convinzione» (Lettera di Paolo Farinella, prete al card. Angelo Bagnasco, in data 8 settembre 2009).
 
Non avendo avuto risposta, l’11 settembre  el’8 ottobre 2009 scrive due lettere pubbliche a Bertone, una per denunciare la sua immoralità complice dell’immoralità di Berlusconi e l’altra per ripudiarlo come uomo sedicente religioso. A questa egli risponde in combinato con Bagnasco (16-18 ottobre 2009) con una lettera piccata e pubblicata sul settimanale cattolico della diocesi di Genova (Il Cittadino), alla quale rispondo il data 21 ottobre 2009, chiarendo i punti fumosi e dicendogli e svelando i retroscena delle sue velate minacce. Dunque, in tempi non sospetti, avevo previsto tutto quello che sarebbe successo ed è successo. Le smentite scandalizzate del Vaticano, della Cei dell’Osservatore Romano sono smentite dovute e di prammatica che non convincono alcuno, anzi confermano ancora di più il degrado della Chiesa in cui l’ha gettata la gerarchia cattolica. Boffo dunque fu fatto fuori dal combinato disposto Berlusconi – Bertone (B&B). Meraviglia? No! E’ la prova ulteriore che sulle sponde del Tevere le acque sono inquinate e il Vaticano sta affondando sempre più in un mare di immoralità senza freni. Disinibiti fino al punto di sedere a tavola con l’Immondo gonfiato di alterigia e impunità.
Il parlamento è diventato la toilette personale di un pazzo dove tutto si scarica e niente si intasa. Siamo allo stravolgimento dello Stato che non è più lo Stato di Diritto e democratico, la Costituzione è di fatto modificata e nessuno insorge perché? dediti alle candidature regionali e comunali.
Urge rivoluzione etica in nome di quella parvenza di dignità che ancora ci rimane. Ora anche la mafia è beneficiaria delle leggi devote della maggioranza: i pentiti non possono più pentirsi e il maggiordomo personale del Berluskonijad, quello che Travaglio chiama «Angelino Jolie» si affanna a dimostrare che il suo capo, l’avvocato-parlamentare Ghedini e lui stesso, sono emanazione diretta ed escrescenza del malaffare di ieri e di oggi. Signore e Signori, l’Italia è servita, l’Italia è finita. Speriamo che affondi tutta fin negli abissi dell’inferno perché solo se tocca il fondo dei fondi, forse potrà dare quel colpo di reni che la riporti a galla.
Postilla: Se Bertone e Gian MariaVian hanno ancora un residuato bellico morale, ci aspettiamo le dimissioni, sperando che Dio li possa perdonare, ma dubitiamo che lo possa fare perché Dio stesso li ha abbandonati a se stessi e alla loro ingordigia di stupidità e di indegnità


Mercoledì 03 Febbraio,2010 Ore: 15:05
 
 
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