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www.ildialogo.org Parlare chiaro per arginare la deriva morale dell'Italia,di Bruno D'Avanzo

Chiesa e politica
Parlare chiaro per arginare la deriva morale dell'Italia

di Bruno D'Avanzo

Una riflessione della Commissione Cultura della parrocchia di Ricorboli (Fi), sul degrado del nostro Paese e sugli interventi pubblici che favoriscono la corruzione, l'ingiustizia, l'impunità dei potenti.


"Per mesi, televisioni e giornali ci hanno parlato delle imprese erotico-goliardiche del nostro premier, con tanto di veline, escort, ragazze immagine. Più recentemente anche il governatore del Lazio, Marrazzo, è stato coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale. In questo ultimo caso il protagonista della spiacevole vicenda ne ha tratto le giuste conclusioni, ritirandosi a vita privata; a differenza del capo del governo, il quale non pensa nemmeno lontanamente di fare la stessa cosa, anche se il suo caso è di gran lunga più grave, sia per l'importanza del suo ruolo istituzionale, sia perché per i festini di Villa Certosa e Palazzo Grazioli venivano messi a disposizione mezzi pubblici (aerei di Stato) e alle ragazze coinvolte veniva promessa una futura carriera nel mondo dello spettacolo o addirittura nella politica. Un quadro disgustoso da basso impero. Un quadro che si fa grottesco se pensiamo che Berlusconi si presenta come alleato della Chiesa e difensore dei valori cristiani e della famiglia.
La protesta del mondo cattolico, a partire dalle lettere a Famiglia Cristiana, ha cominciato a farsi sentire con forza. Quello che colpisce è la richiesta di una maggiore coerenza della Chiesa tutta, a partire dalle gerarchie, nel condannare le ipocrisie e i modelli di vita del premier.
Concordiamo con l'irritazione di tanti cattolici: troppo blanda e inadeguata ci sembra la posizione della Cei e dei singoli vescovi quando si limitano a invitare i nostri leader politici a una maggiore sobrietà nei comportamenti Non si tratta qui di scandalizzarci per lo stile di vita di dubbia moralità del presidente del Consiglio e, purtroppo, di larga parte della nostra politica e imprenditoriale. Per questi peccati individuali tutti questi signori se la vedranno con le proprie famiglie e, se ci credono (come in molti casi affermano), con Dio.
No, ben altri e ben più gravi sono i motivi che recano scandalo di fronte a Dio e di fronte agli uomini: sono le leggi ad personam, continuamente riproposte per evitare al premier di doversi sottoporre alla giustizia per i reati di cui è imputato. Sono le leggi sull'immigrazione (ad esempio i respingimenti) che contraddicono il diritto internazionale e anche il messaggio del Vangelo ("ero straniero e mi avete accolto"). Sono i tagli alla sanità e alla scuola che, abbassando il livello dei servizi pubblici e colpendo soprattutto i ceti meno abbienti, contraddicono l'istanza cristiana
della solidarietà verso i più deboli. Sono le leggi sul rientro dei capitali evasi, che legittimano l'ingiustizia e l'illegalità. Sono le proposte di vendita dei beni sequestrati alla mafia, che vengono così sottratti alla gestione di organismi come Libera, con il rischio che questi ritornino sotto il controllo mafioso. Sono le privatizzazioni selvagge come quella del più essenziale dei beni, l'acqua, che generano ulteriore povertà a fronte del profitto di pochi.
Dove sta, in tutto questo sfascio, l'istanza del "bene comune" tanto caro alla dottrina sociale della Chiesa? Questa deriva neoliberista e autoritaria, fondata sull'ingiustizia sociale e sulla legge del più forte dove tutto ha un prezzo, dove si vale solo per quello che si possiede, è la testimonianza di un progetto sociale e politico che contraddice i valori essenziali del messaggio cristiano.
In un Paese in cui tanta parte della popolazione è afflitta dal precariato dalla povertà e dall'incertezza del domani, l'esibizione della ricchezza e del successo ottenuto con scorciatoie moralmente discutibili è uno schiaffo al più comune sentire morale.In passato molti uomini potenti rubavano, ma lo facevano di nascosto. Oggi e ne vantano. Siamo arrivati ad un livello insopportabile di degrado morale. Eppure, tanti italiani considerano normale tale situazione e attribuiscono la responsabilità di ogni male a chi sta ai livelli sociali più bassi (v. gli immigrati).
Nella Costituzione sono affermati principi di pace, solidarietà, giustizia, libertà, uguaglianza. Principi in perfetta coerenza con un'autentica etica cristiana. Il virus del neoliberismo, oggi in crisi in tanta parte del mondo ma non ancora in Italia, ha indebolito questi valori in tanta parte dell'opinione pubblica. Ne è un esempio la politica dei respingimenti ai danni di migliaia di migranti che, spinti dalla fame o dai pericoli delle guerre, approdano alle nostre coste; una politica che li condanna ad un futuro di violenze, di soprusi e di morte. Parimenti, le ronde si inquadrano nell'idea di una giustizia "fai da te" che, invece di rispondere alla legittima richiesta di una maggiore sicurezza da parte dei cittadini, non fa che creare nuovi problemi alla collettività.
Di fronte a tutto questo è necessario e urgente che si levi decisa la voce della Chiesa tutta: papa, vescovi, preti, religiosi, laici, comunità parrocchiali, associazioni cattoliche. Siamo in presenza di un crollo verticale dei valori sui quali si fonda la società civile. E coloro che prevaricano lo fanno a viso aperto, presentandosi come modelli di comportamento: se non fai come me, sei un fesso; se non riesci ad avere successo, sei un incapace.
Cristiani, svegliamoci prima che sia troppo tardi. La prudenza, di per sé, è una virtù; ma la troppa prudenza, di fronte a una realtà come questa, è solo un peccato grave".
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da. Adista segni nuovi n. 131 del 26/12/2009



Martedì 22 Dicembre,2009 Ore: 16:41
 
 
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