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VIOLENZA E LOTTA POLITICA!

di Nino Lanzetta

Stanno per tornare gli anni bui?
Come fantasmi si riaffacciano alla memoria gli anni bui del terrorismo. Speriamo sia un falso allarme e l’esperienza del passato ci faccia superare i momenti difficili che stiamo vivendo. La violenza va sempre combattuta, senza se e senza ma. L’attentato al Premier Berlusconi, pur opera di uno psico-labile, è maturato, comunque, in un contesto di forti ed accresciute divisioni sociali che alimentano un clima d’odio del quale la politica ha la massima responsabilità. In questi ultimi anni il linguaggio è peggiorato nei toni e nelle invettive e, a furia di scherzare con le parole, si finisce per scagliare schegge violente e velenose contro gli avversari politici combattendoli più nelle persone che nelle idee e sottovalutando superficialmente i pericoli che ne possono derivare.
Tutti dobbiamo fare un passo indietro e abbassare i toni, come invita da tempo il Presidente Napolitano al quale, purtroppo, nessuno dà retta, ad eccezione del Presidente della Camera Fini (che, per questo, è fatto oggetto di continui insulti ed accuse di tradimento) e di una parte dell’opposizione, da Casini a Bersani. In questa azione di contrapposizione totale e, a volte, di vero e proprio killeraggio politico, si distingue il Giornale della famiglia Berlusconi e personaggi del tipo di Gasparri e Cicchitto. Le parole usate da quest’ultimo in Parlamento sono di una violenza inaudita per un’aula del Parlamento che ha, purtroppo, perduto ( a causa di una sciagurata legge elettorale che non permette la scelta dei candidati da parte degli elettori, delegandola ai soli partiti) la sua funzione di compensazione, di equilibrio e di composizione degli interessi, diversi e contrapposti, degli strati sociali del Paese.
A questo clima di delegittimazione reciproca, di separazione e contrapposizione radicale non siamo arrivati per caso. I prodromi ci sono tutti e partono da lontano. Il tricolore da usare in bagno da parte di Bossi; le pallottole per i giudici allora “meridionali” oggi “comunisti”; i cappi esibiti in Parlamento; la mortadella e lo spumante, per festeggiare la caduta di Prodi; le offese ai senatori a vita e ad una donna centenaria; l’ostentato non riconoscimento della vittoria elettorale di Prodi e il conseguente mercato dei voti; gli attacchi al Capo dello Stato ( l’episodio Englaro, con la volontà, manifestata pubblicamente, di fare una legge in due giorni per superare il rifiuto di Napolitano di firmare un decreto legge, e quello di non aver “sollecitato” la Corte costituzionale a dichiarare costituzionale il Lodo Alfano); gli attacchi continui e violenti al “partito” dei giudici “comunisti”, a Repubblica e alle poche trasmissioni televisive che non fanno parte del coro; la volontà, più volte manifestata di andare da soli ad una revisione della Costituzione nel senso di “cucirla” addosso al Premier, come se fosse immortale. Sono questi comportamenti che, a partire da una personalizzazione della politica perseguita in maniera ossessiva, e all’utilizzazione dei media per far passare nel Paese una verità imposta con messaggi ripetitivi, talvolta non veritieri, fatti di omissis, di silenzi, di interpretazioni strumentalizzate, tendono a diffondere nel paese una “percezione” che spesso cozza contro la realtà vera, fatta di crisi strutturale, di disoccupazione allarmante, di malessere sociale. Quando la politica dalle sedi proprie del Parlamento, si trasferisce sulla carta stampata e in televisione, si imbocca una strada che porta direttamente alla radicalizzazione ed al conflitto sociale.
E’ possibile ritrovare il bandolo della matassa e cominciare a parlare, finalmente, di politica, quella vera? E’ difficile se la maggioranza ha scelto e sta percorrendo una strada opposta: quella della contrapposizione frontale e del tentativo di instaurare una repubblica presidenziale nella quale i poteri di controllo e di equilibrio ( Capo dello Stato, Corte costituzionale, Magistratura, Autority) sono sottoposti al Premier per il solo fatto che è l’eletto del popolo! Ma è, poi, vero? C’è, infine, un altro elemento deflagrante: la volontà schizofrenica della maggioranza, ormai palesata senza quasi più infingimenti, di evitare, costi quel che costi, che si celebrino i processi a carico del Premier.  La personalizzazione della politica, l’amore verso il Premier (meno male che c’è Silvio), l’antipolitica utilizzata come delegittimazione con disprezzo dei mestieranti della politica (come se loro facessero altro), il linguaggio violento, xenofobo e razzista della Lega, l’incapacità di fare vere riforme, pur disponendo di una maggioranza schiacciante, la “confusione” tra il privato e il pubblico del Premier ( continui conflitti d’interessi – Mediaset alla stregua di un’azienda di stato), il governare per “sondaggi”, la pubblicizzazione estrema dell’attività governativa, anche se fatta solo di ordinaria amministrazione, sono elementi che aumentano le divisioni sociali, che si vanno acuendo perché i ricchi stanno diventando più ricchi ed i poveri, che crescono ogni anno di più, sempre più poveri.
L’opposizione, che rappresenta metà del paese, non può accettare un’impostazione del genere. Il Paese è spaccato a metà. Per questi motivi il dialogo si presenta arduo, anche perché, Berlusconi, per sua natura, non è uomo di dialogo o tessitore di equilibri. Nessuna mezza misura: o si è con lui o contro di lui.  Non desta sorpresa, quindi, che anche il vile attentato al corpo del Premier venga sfruttato nei media al fine di una risalita del consenso che sembrava aver subito, in queste ultime settimane, qualche battuta d’arresto. Con buona pace di Napolitano, di Fini, di Casini e di Bersani! Prepariamoci a tempi ancora più difficili! Calma e … gesso!
NINO LANZETTA
 


Domenica 20 Dicembre,2009 Ore: 16:39
 
 
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