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www.ildialogo.org Dal Massoero al Massoero, oltre il decennale,di don Paolo Farinella

Dal Massoero al Massoero, oltre il decennale

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) 6 dicembre 2009, p. XXI con il titolo:
«Diamo un tetto a tutti i clochard solo così potremmo dirci civili»]
Nel luglio 2010 ricorre il decennale dell’Associazione Onlus «Massoero 2000», di cui sono onorato di essere presidente e che non bisogna confondere con l’Istituzione comunale «Massoero» in via del Molo, oggi chiuso per restauro. L’Associazione nasce dieci anni fa quando aveva in gestione diretta il dormitorio pubblico di via del Molo da cui prese lo stesso nome. Successivamente in regime di convenzione e in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali ha cominciato ad operare sul territorio in modo autonomo offrendo ospitalità e assistenza.
Massoero 2000 si occupa di «senza-fissa-dimora» o per dirla alla radical-chic di «Homeless» o per dirla come si mangia di «barboni», come dire di gente senza speranza, di quelle persone che occupano spazi pubblici e che spesso appesantiscono la nostra bella città! Oh, se per magia, in una notte scomparissero tutti, la città della Lanterna sarebbe certamente più pulita, meno infastidita, più «bon-ton». La realtà però è davanti a noi e nessuno, anche a girarsi mille volte dall’altra parte, può eliminare «quella visione» di fastidio che costella la nostra città come una collana di perle, dove ogni perla è un appello alla nostra coscienza di benpensanti, di difensori della civiltà cristiana, di vendicatori di crocifissi appesi ai muri, custodi delle nostre tradizioni. Peccato che difendiamo le tradizioni che non danno fastidio e rimuoviamo quelle che hanno fatto di noi un popolo civile: l’ospitalità, il rispetto cristiano della persona e la venerazione per  vecchi e bambini, scadendo nell’abisso belluino di egoismi berlusconiani.
Oggi nell’Italia berlusconizzata e leghista questi poveri, caduti dall’effimero tetto della vita, sono nemici, indegni di esistere e dovranno essere schedati come zavorra indecorosa. Noi invece diciamo: finché ci sarà un solo barbone che dorme la notte per strada, non potrà mai esserci pace per una città che pretende di essere civile, che si vanta di essere cristiana e che alla fine sputa sia sul crocifisso che fa finta di difendere, sulla civiltà che non ha mai conosciuto, sui «valori» con cui si è soliti fare i gargarismi. In una città, da sempre amministrata dalla sinistra, avremmo voluto vedere scelte di sinistra, cioè radicali, scelte nobili e rivoluzionarie, oltre il contingente e la crisi economica, il pannicello freddo con cui tutti, credenti e non credenti, coprono le loro vergogne. I «barboni» sono un fatto politico e deve esserci una risposta politica con strumenti adeguati. Molti finiscono in strada perché divorziati e subito senza casa; altri per sfuggire ad abusi permanenti in famiglia e per i quali la strada è la liberazione; altri sono ex-carcerati liberi per avere scontata la pena, ma più condannati di prima perché rifiuto del rifiuto che nessuno vuole; altri sono malati mentali rimasti soli e incapaci di reggersi in piedi autonomamente.
A questa «non-umanità», a queste nobili e degne persone, tutelate dalla Costituzione, che hanno il diritto sacrosanto di cittadinanza in questo sporco mondo di furbi, furbetti e gaglioffi, cerchiamo di prestare il nostro servizio, di offrire la nostra amicizia, di portare assistenza e di avvicinarli per vedere se si può toglierli dalla strada. Per fortuna siamo tanti volontari a fare questo servizio all’Uomo: vi sono anche San Marcellino, Sant’Egidio, l’Auxilium, le più note in città e tanti volontari, professionisti, operai, impiegati e casalinghe che d’inverno, tutte le sere girano la città per offrire cibi e bevande calde, coperte e amicizia.
Per parlare di queste cose, faremo un’assemblea aperta alla città nella Chiesa di San Torpete mercoledì 9 dicembre alle ore 16,00 in cui illustreremo la situazione, faremo proposte e cercheremo insieme proposte per risanare l’orgoglio e l’onore della nostra città che oggi sono feriti e malconci. Tutta la Genova «per bene» è invitata.
 


Mercoledì 09 Dicembre,2009 Ore: 15:52
 
 
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