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www.ildialogo.org FINALE DI PARTITA,di NINO LANZETTA

FINALE DI PARTITA

di NINO LANZETTA

Berlusconi, la Giustizia e la Costituzione!


Siamo, ormai alle battute finali, di una partita che si è cominciata a giocare quindici anni fa. Le ultime mosse sono state predisposte sulla scacchiera e si attendono i risultati, anche se la partita potrebbe durare ancora a lungo. La posta in gioco è altissima: non solo chiudere definitivamente i conti di Berlusconi con la Giustizia ma anche l’affermazione della supremazia della Politica sulla Magistratura e quella del Premier, eletto direttamente dal popolo, su tutti. Ma anche la mano libera a riformare la Costituzione disegnando una repubblica presidenziale nella quale i poteri del Parlamento, della magistratura, e delle autorità di controllo verrebbero notevolmente ridotte. Questo è il vero finale di partita. La suspense, come nell’opera di Beckett, continua e nulla lascia presagire il futuro che rimane incerto e foriero di pericoli. Per adesso non si tratta di consentire il rinvio della celebrazione dei processi alla fine del mandato, ma, per il futuro, di stabilire con norma dello Stato che l’eletto del popolo non dovrà essere soggetto alla legge come gli altri cittadini. Galli della Loggia, sul Corriere della sera, sostiene che se la Magistratura inquisisce il Premier o gli fa un processo o, addirittura, gli invia un semplice avviso di garanzia (che non configura la comunicazione di un’imputazione ma solo l’inizio di un’indagine) compie “un atto politico” alla stregua di un partito e gli impedisce di governare. Feltri va  oltre, affermando che le leggi ad personam sono fatte non per sfuggire ai processi ma “per impedire che i processi siano utilizzati quali strumenti non di giustizia ma di politica”. La magistratura fa politica, si sovrappone ad un altro potere dello stato e va quindi ridimensionata. Questo il succo del discorso che si basa su premesse non vere e, a volte, artatamente false. Cosa dovrebbero fare i magistrati di fronte ad una “notitia criminis” se non applicare la normativa vigente? La richiesta di autorizzazione a procedere per le indagini ed i processi e non per le perquisizioni, l’arresto, le opinioni espresse ed i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni ( secondo l’originario spirito informativo della norma) è stata abolita da quello stesso potere politico che negli ultimi 16 anni, nei quali per oltre la metà ha governato Berlusconi, non ha mai pensato di ripristinare. Né lo ha fatto il centrodestra con la riforma della Costituzione, approvata a colpi di maggioranza e, fortunatamente, respinta dal referendum popolare. In tutti questi anni Berlusconi ha pensato di risolvere diversamente i suoi problemi con la giustizia, nominando parlamentari, (in base ad una legge elettorale “porcata” fatta approvare dalla sua maggioranza), coloro che gli sono fedeli. I suoi avvocati, che gli confezionano le leggi su misura e poi lo difendono nelle aule giudiziarie. Modificando le leggi e accorciando i termini delle prescrizioni che gli interessano. Tirando i processi alla lunga, fino, poi, a decretare l’estinzione per la troppa lunghezza con una legge pasticciata demenziale e incostituzionale predisposta ad hoc e presentata al Senato, in quattro e quattr’occhi. Ora i nodi sono arrivati al pettine e il proseguimento dei due processi in corso ( Mills, e diritti televisivi Mediaset) dai quali si temono sentenze di condanne, impongono soluzioni drastiche non procrastinabili. Questi processi non s’hanno da fare! Nei lunghissimi dibattiti e dissertazioni pseudo giuridiche, alle televisioni e sulla carta stampata, non viene mai riservato un accenno a due “concetti valori” che dovrebbero essere alla base di ogni democrazia liberale. Il primo: che chi si reclama innocente dovrebbe sentire il bisogno di farselo certificare dal suo giudice naturale. Anzi sarebbe suo diritto prima che suo dovere, specie se si vuole essere guida morale e politica di una nazione, dimostrarlo senza alcuna ombra di dubbio o di sospetto.  E i reati ipotizzati a carico di Berlusconi ( dal falso in bilancio alla truffa, alla corruzione, alla frode fiscale) sono gravissimi e inducono, purtroppo, taluno a sospettare che sia sceso in politica appunto per sfuggire alla giustizia. Infine non si può non giudicare negativamente il comportamento di un leader che, anche quando si è sentito protetto dalle leggi ad personam e dei vari lodi Schifani o Alfano, non ha mai smesso attaccare gli altri poteri dello Stato. La Magistratura è fatta di toghe rosse; l’opposizione è piena di comunisti; il capo dello Stato gli rema contro e non gli è superiore perché non eletto dal popolo ( quale popolo poi? meno del 30% degli elettori!); la corte costituzionale è anch’essa infiltrata di comunisti e perfino il Presidente della Camera, gli vuole fare le scarpe! Con I parlamentari a lui devoti ed i ministri che gli tengono bordone, l’uso spregiudicato delle televisioni e dei giornali, l’uso spregiudicato di un Parlamento prono ai suoi propositi e il servilismo di alcune figure istituzionali, fanno ritenere a qualche osservatore politico, addirittura, che siamo di fronte ad un possibile piano eversivo messo lucidamente in campo con cinica tenacia per scardinare la Costituzione repubblicana. E’ il tentativo ultimo di un finale di partita che si sta giocando, tra Berlusconi da una parte e il resto dell’Italia dall’altra, che non dovrebbe essere preso sottogamba dall’opposizione. Anzi dovrebbe essere portato all’attenzione di cittadini, senza eccessivi allarmismi. E, senza cadere nella provocazione e nel tranello di uno scontro frontale, occorre predisporre idonee azioni a difesa della Costituzione repubblicana.
NINO LANZETTA


Sabato 21 Novembre,2009 Ore: 16:41
 
 
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