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www.ildialogo.org Un assurdo con la sua logica,di Mario Mariotti

Un assurdo con la sua logica

di Mario Mariotti

Elemento comune dell’esperienza esistenziale di ciascuno di noi, io penso sia il capire delle cose e il non capirne delle altre, il meravigliarsi di certi fenomeni e il non meravigliarsi di altri.
Questo è quello che succede a me, e lo specifico di questa riflessione è il fare il punto della situazione in rapporto a me stesso, e il porre degli interrogativi che potrebbero essere utili anche agli altri. Mi rendo conto, e non mi meraviglia affatto che, man mano che è avanzata la mia ricerca teologica, mi sono trovato sempre più solo.
Se dico che, per essere dei bravi cristiani, per essere dei tralci perfetti della Vite, per vivere con coerenza la vera dimensione evangelica, forse, e sottolineo forse, bisognerebbe essere degli “atei comunisti praticanti”, la prima tentazione dell’interlocutore è quella di telefonare al 118, in modo che due robusti infermieri in camice bianco prelevino colui che sta dando i numeri, cioè me stesso e lo collochino in un sito adeguato alle sue condizioni mentali.
Ma sarà poi vero che questa sia un’assurdità? Se l’uomo è “corpus Domini”, se è tralcio della Vite, se è mano di Dio, egli è già in Dio, anche se non se ne rende assolutamente conto, anche se non può scegliere di non esserlo.
Se poi lui mette in atto amore gratuito in rapporto agli altri viventi, egli è già in Dio e corpo di Lui, e quindi non ha bisogno di avere un Dio, e quindi può ritenere se stesso ateo, dato che la qualità del gratuito è intrinseca più alla condizione dell’ateismo che a quella della Fede, perché quest’ultima si determina come separazione fra la creatura e il Creatore, e istaura un rapporto di dare-avere fra i due interlocutori, e questo finisce con l’escludere proprio il gratuito, qualità intrinseca dell’amore del Padre-Madre per noi, che si deve estrinsecare attraverso di noi. Siccome poi all’amare è strutturalmente incluso il condividere, l’ateo è necessariamente un compagno che vive, che pratica ed organizza una società che includa l’economia di comunione, dove ognuno si impegna secondo le proprie possibilità e riceve secondo i suoi bisogni.
L’aggettivo “praticante”, che deve accompagnare l’ateo comunista, infine, è strutturalmente indispensabile, sia perché sono le opere a sostenere la Fede, e non viceversa, e dato che la sua sostituzione con l’aggettivo “credente” è una tentazione alla quale quasi nessuno sembra più resistere.
Come dicevo all’inizio, io capisco bene, e non mi meraviglio, se queste riflessioni mi hanno messo in condizioni di trovarmi nel deserto; (mettiamo che l’ipotesi di noi come “corpus Domini” sia corrispondente alla realtà, ed ecco che la religione diventa Satana, il Divisore, perché divide il corpus dal Domini, e alimenta le divisioni religiose fra gli uomini). La necessità della conversione dalla teologia all’etica non interessa più nessuno, anzi più si va avanti e meno ci saranno interlocutori e ricercatori della Verità. La TV sta creando un “ominide”, il BUS, il “bipedis umquam sedatus” il consumatore mai tranquillo, che non trova più né luogo né tempo per la riflessione. Per 24 ore al giorno riceve degli input, e fra essi ci sono anche gli input-risposte pilotate agli input, per cui alla fine, avremo il perfetto suddito di Mammona e la specie di coloro che sanno di non sapere, e indagano, si estinguerà per sempre….
Il progetto dell’ateo comunista praticante, di cui il Signore è paradigma, (il Signore è ateo per forza, perché è Dio lui stesso), è difficile che abbia un futuro. Ma torniamo con i piedi per terra, ed ecco, invece, alcune cose che proprio non capisco, che mi meravigliano negativamente, e che suscitano in me domande che spero si pongano anche altri, perché, senza domande, non si cercano risposte, allora, il casino resta e diventa perpetuo.
Come mai qui da noi in Italia, si è continuato a parlare di strategia della tensione, di anni di piombo, di terrorismo, di Brigate rosse, e nessuno ha mai messo in mezzo la CIA, sebbene tutti sappiamo che essa ha lavorato a livello planetario, e quindi anche da noi, per fottere il social-comunismo, il sindacalismo federale, qualsiasi tentativo di costruire dei modelli di società più giusti ed egualitari di quello americano? E venendo a cose più vicine, come mai, fra le cause della crisi economica, della sempre più accentuata divaricazione fra le condizioni di vita dei ricchi e quelle dei poveri, fra le cause della perdita del potere d’acquisto dei salari degli operai, che prima degli anni 90 erano fra il più alto d’Europa e oggi sono fra i più bassi, non c’è mai nessuno che focalizzi come tale, come causa, la perdita d’identità della Sinistra, la rinuncia a resistere al capitalismo, la caduta del Muro, il suicidio dell’utopia della fratellanza, del socialismo reale?
Come mai nessuno sembra rendersi conto, soprattutto fra gli ex-compagni, che al capitalismo, se manca un antagonista a limitargli l’appetito, pian piano si trasforma in fascismo, pian piano si trasforma in bipolarismo, in cui da una parte c’è l’oligarchia della razza ariana dei ricchi e dei potenti, e dall’altra la razza inferiore dei poveri, dei perdenti, degli sfruttati, degli alienati, che tribolano sempre di più per arrivare alla fine del mese, incamminati sulla via di essere servi della gleba dei primi?
Come mai nessuno sembra rendersi conto, avere la lucidità di capire che, se il sindacato accetta la logica della competitività, di fatto certifica la propria estinzione in quanto tale, in quanto difensore dei diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori, e si espone a quella transustanziazione che lo trasforma da sindacato in corporazione, la quale riesce a difendere gli interessi di una sola parte, quella più competitiva e molla allo sbando l’altra parte dei lavoratori, quella meno competitiva? E a quale entità misteriosa, allora, si dovranno rivolgere i lavoratori cacciati nelle varie ristrutturazioni dal proprio posto di lavoro, che è un diritto umano fondamentale, e che in più è anche sacro, perché condizione eucaristica di chi fa la sua parte per il bene comune?
Come non capire, infine, che una Sinistra che non crede più nel socialismo, che ha fatto pace con il capitalismo, il mercato, la competizione, e che si è messa in posizione prona davanti alla religione , la quale sacralizza le precedenti entità maligne, non esiste più nella sostanza, e rimane priva di quel proprio specifico progetto che sarebbe l’unica possibilità per uscire dalla crisi che stiamo attraversando, che colpisce soprattutto i poveri, e che è il frutto di quella stessa trinità maligna che essa non mette più in discussione?
Con il Vaticano che bestemmia benedicendo il PdL, e con i compagni convertitisi alla balena bianca, cosa ci possiamo aspettare dal futuro? Se non troviamo una risposta a tutte queste domande, che io non so neppure perché sono domande, perché basterebbe un po’ di buon senso, di razionalità, di umanità per venirne a capo, purtroppo non avremo futuro, e i cristiani per Mammona ed i compagni per il capitalismo allieteranno con la loro compresenza il party infernale che dovremo digerire per l’eternità.
Dovremo proprio finire così?
 
Mario Mariotti


Domenica 18 Ottobre,2009 Ore: 08:40
 
 
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