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www.ildialogo.org Anche la Sindaco nel suo piccolo s’incazza,di don Paolo Farinella

Anche la Sindaco nel suo piccolo s’incazza

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) dell’11 ottobre 2009, p. XIX con il titolo: «La Sindaco si sente accerchiata? Cominci a trovare una sede al Suq»]
Martedì 6 ottobre mattina, uscendo da palazzo Tursi,  dove fui convocato dalla Sindaco, ho  pensato istintivamente al piccolo libretto goliardico di Gino & Michele «Anche le formiche nel loro piccolo, s’incazzano», edito da Einaudi nel 1991. Eh, sì! Le formiche fanno scuola. Dopo l’uscita (domenica 4/10) su questo giornale del pezzo sul Suq e Loggia di Banchi, la Sindaco mi invita a Palazzo. Sono presenti la Sindaco; gli assessori Daneri, Margini, Vassallo; l’ingegnere Tizzoni della segreteria; Carla Peirolero e Davide Stasi per il Suq. Ho pensato di essere fuori posto, perché si trattava di una riunione tecnica. Sono solo un cittadino che esprime un’opinione che ha un certo seguito in città e anche fuori. L’incontro è stato il contenitore per lo sfogo della Sindaco, «stanca di essere attaccata» e sospettando una manovra alle sue spalle. L’intervento della Sindaco, emotivo e teso, nonostante lo sforzo di autocontrollo, psicologicamente, è stato un segno di debolezza, perché si è difesa con la testimonianza autorevole degli assessori e della segreteria tecnica, mentre noi invitati eravamo solo spettatori, chiamati a prendere atto di quello che il Comune ha fatto e fa. A mia richiesta, la Sindaco ha detto di avermi convocato perché «ci tengo al tuo parere» e voleva aggiornarmi sulla situazione della Loggia di Banchi, illustrando quello che c’è dietro.
Alcuni locali asserviti alla Loggia, di proprietà dell’Ente Galliera che li aveva cartolarizzati, costringendo il Comune ad acquistarli. Urgono interventi costosi di ristrutturazione e il Comune deve mettere l’immobile a gara, tenendo presente che è stato chiesto espressamente dalla società di gastronomia «Eatalya» che lo risanerebbe a sue spese e ne farebbe un luogo prestigioso di rappresentanza, a costo zero per il Comune. Tutto ciò premesso, il Suq deve essere trasferito ad altro luogo che ad oggi non è stato ancora individuato.
Ringrazio la Sindaco per l’attenzione che dimostra su quello che scrivo su la Repubblica/Il Lavoro, segno che il palazzo è attento alle voci critiche e anche impietose della libera stampa. E’ anche un onore per la Repubblica/Il Lavoro coerente con il suo dovere. Il sabato precedente, a Roma, si era svolta una manifestazione a difesa della libera stampa perché non sia asservita al potere di turno, per nessun motivo, ma sia esclusivamente il cane da guardia che azzanna il potere per stanarlo e farlo venire alla luce. Con l’incontro di martedì, ci siamo riusciti.
            La Sindaco non doveva convocarmi insieme agli assessori, perché così ha dato ufficialità al suo disappunto che posso comprendere, ma non mi commuove per nulla; se si sente «attaccata» si domandi «perché» e cerchi nella sua amministrazione la risposta. Non deve giustificarsi e dire quello che ha fatto, ma serve dire quello che si vuole essere, progettando il futuro di una città moribonda. La gente che vive il centro storico e i turisti che attraversano la desolazione di una città smarrita, si domandano quale sia la «Mission», il progetto compatibile nei prossimi decenni e come la politica (regione, provincia e comune) la sta gestendo, se l’ha individuata. Burlando è proiettato su se stesso (elezioni), la provincia è marginale e la Sindaco si sente accerchiata? Dall’ottica del marciapiede noi vediamo che il Suq, fiore all’occhiello di valenza internazionale (il  ministero degli esteri si è affettato a concedere il patrocinio), non ha sede e «Genova informa» di piazza Matteotti è in liquidazione di chiusura. La città vuole essere informata, con umiltà e con sistematicità, instaurando un circuito virtuoso di comunicazioni tra palazzo e cittadini, altrimenti l’accerchiamento diventerà una morsa di fuoco. Oggi dobbiamo conoscere la Genova che si proietta nel terzo millennio e non vogliamo che annaspi in un uno stagno senz’acqua. Non la invidio, Signora Sindaco!


Mercoledì 14 Ottobre,2009 Ore: 14:39
 
 
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