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www.ildialogo.org C’era una volta a Genova il Suq e la Loggia,di don Paolo Farinella

C’era una volta a Genova il Suq e la Loggia

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) del 4 ottobre 2009, p. XIII con il titolo: «Se il Comune fa morire il Suq sfrattandolo dalla Loggia di Banchi»]
Chi arriva a Genova e dall’acquario sale verso San Lorenzo s’imbatte nella «Loggia della Mercanzia» detta anche «Loggia di San Pietro in Banchi», costruita tra  il 1589 e il 1595 da Andrea Ceresola detto il Vannone e da Giovanni Donzello. Come dice lo stesso nome era un «mercato» coperto a ridosso del mare che arrivava fin quasi a Sottoripa. Nel 1839 il Comune la cede alla Camera di Commercio che incarica del restauro G. B. Resasco il quale la chiude con le volte a vetrata. Bombardata nel 1942 fu nuovamente restaurata nel 1950 e destinata fino ad oggi ad attività culturali. In quattro secoli di vita e di scambio di merci e di cultura, la Loggia ha visto passare sotto le sue volte, volti e lingue di tutti i porti del mondo in un libero scambio di merci, di lingue, di culture e di umanità, realizzando la vocazione propria di Genova, «Superba» di essere una «città aperta» alle culture dei popoli.
Dal 1998 la vocazione multiculturale di Genova ha assunto la fisionomia del «Festival delle Culture Suq» che ha riportato la Loggia di Banchi agli antichi splendori della funzione per cui è stata voluta dai padri del comune di Genova: non solo un luogo di scambio, ma uno spazio di «sintesi» tra «popoli» diversi che abitano a Genova o che vi transitano. Il pubblico non ha mai fatto mancare il suo sostegno con una presenza massiccia e stimolante. Il momento culminante del Suq è il «Festival delle Culture», due settimane estive di programmazione, che coinvolgono il meglio della città: Comunità di Immigrati, Associazioni di volontariato e umanitarie, piccole Imprese genovesi e etniche che vi trovano uno spazio-vetrina per esporre artigianato e cucina. Il Festival muove biblioteche, scuole, comunità religiose, compagnie di artisti di varie provenienze che si esibiscono in teatri o festival importanti. Il Suq è diventato il «cuore del cuore» di Genova perché ha fatto del Centro storico l’orgoglio della nostra città, dove nel «bazar dei popoli» sanno convivere, tra gli altri, artigiani ebrei ed arabi (Festival 2008), dando così corpo all’anima  della Loggia della Mercanzia che si offre come «terra di nessuno perché spazio di tutti».
C’era una volta il Suq! … Sì, «c’era» perché rischia di non esserci più. Si direbbe che il Comune abbia programmato scientificamente lo smantellamento dei servizi che sono l’orgoglio e il simboli della città: dopo la liquidazione dell’Infopoint di piazza Matteotti, ora tocca al Suq, spostato magari chissà dove per fare spazio al  supermercato gastronomico «Eataly» che giura e spergiura di volere essere «multietnico e multiculturale», due caratteristiche che la Loggia possiede già, per merito del Suq. Quali manovre e quali interessi vi sono dietro questa operazione? Il Comune sta marciando «contro» la città, specialmente oggi con i tetri rintocchi risuonanti nel vuoto abissale d’ignoranza che domina il governo nazionale e la sua demenziale legislazione sul «reato di clandestinità», vergogna in diritto e in dignità. L’immigrazione è demonizzata in modo categorico e identificata con «il male assoluto» perché i legislatori, o meglio i legulei del momento, sono ignoranti e senza prospettiva: la multiculturalità e la multietnicità, già radicate nella nostra antropologia, li seppelliranno perché nessuno può fermare il cammino dell’umanità verso la convergenza delle diversità, l’unità degli obiettivi e la pluralità dei modi di interpretarla. La Loggia di Banchi deve essere concessa al Suq che l’ha fatta crescere come una bambina, portandola al livello internazionale di oggi: sarebbe una «parola di sinistra», alta, chiara e forte perché il Suq è la testimonianza vivente dell’unica strada per vivere con onore Genova, «città dei popoli» nel segno della sua storia che non può essere mortificata dalla miopia di una politichetta senza respiro.
 
 
Paolo Farinella, prete
Parrocchia S. Torpete - Genova
 


Mercoledì 07 Ottobre,2009 Ore: 14:05
 
 
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