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www.ildialogo.org Sicurezza privata e oratori pubblici,di don Paolo Farinella

Sicurezza privata e oratori pubblici

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) di domenica 13 settembre 2009, p. XV con il titolo: «Oratori e parrocchie, ma la laicità è ormai un ricordo»]
Non avrei mai immaginato che l’opinione di domenica scorsa sulla sorte del PD, riunito in festa a Genova potesse avere un’adesione così intensa specialmente tra «già aderenti a quel partito». In tanti si sono sentiti rappresentati: «lei ha dato voce ai sentimenti che la gente comune pensa, ma non ha mezzi per esprimerli». Mi accorgo sempre più che lo spazio di questa «opinione» settimanale, proprio perché libera e slegata da ogni carro di potere, compresa la mia «ditta» di appartenenza, rappresenta sempre più un momento significativo sia per «la Repubblica/Il Lavoro» che la ospita, sia particolarmente per i lettori che l’apprezzano. A tutti vorrei mandare il mio grato riconoscimento perché mi consola sapere di essere utile per una più profonda riflessione nel contesto della nostra regione e città. Il PD ligure non faccia finta e non nasconda la polvere sotto il tappeto.
Ho visto una scena esilarante che è anche l’emblema della politica della sicurezza del governo: passando per piazza Matteotti ho visto due alpini con tanto di penna sulle ventitré che facevano la guardia al posto di polizia, come dire: l’esercito protegge la polizia che a sua volta protegge i carabinieri che proteggono l’esercito. La prova che il balletto è tutta una pantomima? I soldati, i carabinieri e la polizia, a volte (non sempre) in gruppi di otto (ma anche meno) passeggiano nel centro storico, ma solo di pomeriggio fino alle ore 18,00. Mai di notte, mai quando occorrerebbero, per es. nelle notti tra venerdì e domenica. Si vede che la bottega della sicurezza ha orari rigidi e ad una certa ora, i soldatini devono tornare a casa altrimenti mamma La Russa li sgrida e non rimbocca la coperta.
Giovedì 10 settembre 2009, giorno in cui il calendario ricorda santa Pulcheria, la Regione Liguria ha firmato con la Curia di Genova un protocollo per «la valorizzazione delle attività svolte dagli oratori» che sono di fatto cattolici. In base a questo protocollo saranno le diocesi a redigere «una lista di priorità da finanziare». Questa la notizia secca. Io penso che siamo entrati già nel cuore e nel fegato delle prossime elezioni regionali e, come per le politiche nazionali, tutti temono di fare poca strada senza l’appoggio della struttura ecclesiastica. Assisteremo ad una rincorsa: Burlando rincorre la Curia, mentre Biasotti è già arrivato. Berlusconi docet. Non ho nulla contro gli oratori e le benemerite attività delle parrocchie, ma ho qualcosa da dire sulla politica «prioritaria» della Regione che, governata dalla sinistra, dovrebbe avere a cuore almeno uno scampolo di laicità.
Ci stiamo imbarbarendo sempre più e quello che è peggio è vedere i laici che corrono a fare scorte di acqua santa e a dimostrare di essere più papalini del papa. Questa politica d’accatto, estranea alla cultura e alla dignità di una reale democrazia, potrà per un verso aiutare Burlando a restare a galla e le diocesi a risolvere qualche problema contingente; ma alla lunga lascerà solo macerie che sarà difficile rimuovere per ricostruire un tessuto sociale e civile di civiltà. Le curie diocesane che già nominano gli insegnanti di religione, ora stilano anche la lista delle priorità degli oratori finanziate dalla Regione. A quando il protocollo politico in base al quale si lascia ai preti la decisione finale dell’organizzazione urbanistica, economica e sociale della Regione e il Piano Regolatore delle città liguri? Non sarebbe più semplice appaltare la Regione e le istituzioni democratiche ai «clerici», lasciando loro il beneficio d’inventario per la lista di priorità, tutto compreso? Logicamente, in nome del bene comune! Ah, laicità si bella e perduta!


Giovedì 17 Settembre,2009 Ore: 16:51
 
 
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