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www.ildialogo.org Piazza dei Popoli in Oregina-Lagaccio,di don Paolo Farinella

Piazza dei Popoli in Oregina-Lagaccio

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) del 12 luglio 2009, p. IX con il titolo: «Lagaccio, date a don Acciai la Piazza dei Popoli»]
Un piccolo evento che potrebbe cambiare il volto di Genova, rischia di diventare ancora una volta l’occasione mancata per affermare la legalità e lo Stato di diritto nella nostra città, nella settimana in cui Genova si dichiara «città dei diritti». Con delibera n. 34 del 22 febbraio 2007 il Municipio 1- Centro Est (allora Circoscrizione) approvò la proposta dei cittadini (Prot. 852221 del 24-11-2006) di chiamare la nuova piazza tra via Napoli e via Vesuvio con il nome di «Piazza dei Popoli». La proposta del Municipio-1 è arrivata all’Ufficio di Toponomastica del comune di Genova dove inspiegabilmente è stata bloccata, no si sa per quel motivo. Di più, nella migliore tradizione burocratese, viene rinviata di mese in mese fino forse a farne sbiadire l’inchiostro e il numero di protocollo. La delibera di un organo elettivo però esiste e deve avere attuazione. La pausa di riflessione, chiamiamola così, è iniziata subito dopo le elezioni che hanno visto la destra vincere il governo del Municipio. Sembra che il nuovo presidente, Aldo Siri, voglia intestarla a Don Acciai e non si capisce la ragione di questo ulteriore cambiamento, a meno che non vi siano interessi politici (?) nascosti o poco puliti. Quali? A don Acciai, indiscusso e grande parroco di via Vesuvio, il prete «che cammina sulle grondaie senza mai cadere», come lo definì ai funerali il card. Siri, è stato intitolato il ponte del Lagaccio, accanto al complesso sportivo, per la cui realizzazione molto si adoperò egli stesso dopo la morte atroce di un bambino. Il ponte è più che degno per un costruttore di ponti come lui.
Chi vuole intestare la piazza a Don Acciai, dimostra di non essere del quartiere e tanto meno di conoscere don Acciai che fin dal principio, insieme a don Ettore Mazzini e poi a don Orazio Chiàpparo, morto anche lui nell’incendio doloso e misterioso (mai chiarito) della chiesa, fece della sua parrocchia e del suo quartiere il centro della convergenza «dei popoli», ospitando missionari in partenza o di passaggio per Genova, favorendo incontri tra culture diverse, mettendo a disposizione la chiesa. Sulla porta non vi era il campanello, ma un grande cartellone: «Questa è la casa di Gesù Cristo. Questa porta non chiede a colui che entra se abbia un nome, ma se abbia un dolore. Voi soffrite: siate il benvenuto perché vi chiamate “mio fratello”. Tutto quello che è qui è vostro. Tutto quello che è vostro è qui. Tutto questo è comunità cristiana». Nel Natale del 1963 ad un bambino che chiedeva come fare a mettere nel presepe un Gesù «nero», disse: prendi un bambinello e dipingilo con il lucido da scarpe.
Per onorare don Acciai e il «suo» quartiere il nome della piazza, dove per altro iniziò l’attività parrocchiale, non può che essere «PIAZZA DEI POPOLI» che è anche il nome scelto e proposto dalla gente del quartiere. Si parla tanto di federalismo per dare maggiore autonomia alle realtà vicine alla gente e per una volta che la gente fa una proposta innocua e densa di significato altissimo, non se ne tiene conto. Per quali ragioni?  Genova sarebbe la prima città, forse in Italia, ad avere una piazza dedicata a tutti i Popoli, senza differenze, senza muri, senza preclusioni. Un nome che è anche un altissimo segno di civiltà e di universalità che i non credenti dovrebbero accogliere con orgoglio e i credenti con passione perché non ci può essere identità «cattolica» senza essere «universali». Tutti i giorni. Sempre. Chiediamo al Sindaco che intervenga con la sua autorità a dare compimento ad una delibera voluta dai cittadini e votata dal Municipio per restituire il senso del Diritto che altrimenti andrebbe calpestato. «Piazza dei Popoli» nel nome del popolo di Oregina-Lagaccio. Restiamo in attesa dell’invito per l’inaugurazione.


Mercoledì 15 Luglio,2009 Ore: 12:37
 
 
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