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www.ildialogo.org Del Galliera ovvero della Giustizia negata,di don Paolo Farinella

Del Galliera ovvero della Giustizia negata

di don Paolo Farinella

[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) del 5 luglio 2009, p. XX con il titolo: «Bagnasco prenda in mano il Galliera per garantire legalità e giustizia», p. XV]
Nell’opinione di domenica scorsa (28 giugno 2009) ho parlato dell’inferno del Pronto Soccorso del Galliera. Non mi consolano le e-mail che mi arrivano anche su altri ospedali perché il Galliera per la sua peculiarità di Opera Pia, presieduta dall’arcivescovo di Genova pro-tempore, dovrebbe (deve!!!) essere uno specchio senza macchia quanto a servizio ai malati, attenzione alla dignità delle persone,  rispetto dei diritti che sono la traduzione laica dei fondamentali evangelici. Il Galliera non può essere un ospedale come gli altri: non può esserlo per statuto e per i principi etici che lo informano. Dal dopo guerra ad oggi abbiamo visto all’opera maneggioni e profittatori che gradualmente hanno degradato l’Opera Pia a crocevia di traffici, intrallazzi, interessi personali in un connubio tra paganesimo e religiosità di plastica perché per fare carriera bisogna essere come il «Medico della Mutua/AlbertoSordi»: farsi vedere alle funzioni religiose e protendersi in ossequiose genuflessioni: accreditarsi per quello che non si è presso la curia e il suo arcivescovo.
L’ultimo approdo di questo degrado spericolato è il progetto del nuovo ospedale che prevede la distruzione degli attuali ottocenteschi padiglioni sotto tutela della Soprintendenza che pare non abbia nulla da dire a riguardo e l’abbattimento del padiglione C di 8 piani, costruito nel 1973 e costato la modica cifra di 9 milioni di euro (15 miliardi circa di lire) recentemente  solo per la ristrutturazione della casa di salute (ultimi due piani). Attualmente sono in corso di ristrutturazione le sale operatorie destinate ad essere distrutte per fare posto al «nuovo ospedale» che diminuisce i posti letto, ma crea 1.300 posti auto interrati. Cosa c’entra il parcheggio con l’ospedale, a meno che non si tratti, come pare, di bieca e immorale speculazione che solo gli Enti preposti al controllo non sanno vedere?
Il penultimo approdo è un caso personale che riguarda il licenziamento del neurologo, Dott. Angelo Patrone, di cui «la Repubblica/Il Lavoro» dell’11 giungo 2009  ha pubblicato una lettera che lascia l’amaro in bocca e fa esplodere l’indignazione verso il comportamento della direzione di un ospedale, presieduto dall’Arcivescovo, che in un solo colpo fa piazza pulita della morale, delle leggi, delle sentenze di due tribunali e si ostina per oscuri interessi e per gelosie ad attestarsi su una posizione che getta fango sull’Opera Pia. Il dott. Patrone è stato licenziato dal Galliera, il tribunale del Lavoro accerta l’illegittimità del licenziamento, il Dott. Patrone vince  la causa per vessazioni, ma si trova ancora a casa e senza lavoro. Due sentenze non bastano all’Opera Pia per reintegrarlo in un diritto sancito dalla costituzione e dalla Dottrina sociale della Chiesa. Il card. Bagnasco ha incontrato il Dott. Patrone dimostrandosi attento e cortese, ma attenzione e cortesia sono atteggiamenti da galateo che non guastano, ma non possono sostituire la giustizia del diritto e l’ingiustizia di un Opera Pia che disattende due sentenze di giudizio.
Da questa pagina, chiedo all’arcivescovo che assuma «l’affaire Patrone» (perché di «affaire» si tratta) in prima persona, irrompa nel Consiglio e faccia piazza pulita di atteggiamenti e persone che disonorano il Galliera e pretenda il reintegro del neurologo, della sua dignità e della sua buona fama come prescrive anche il Codice di Diritto canonico (can. 121-139) che egli in quanto vescovo è tenuto a rispettare e fare rispettare. In fondo, non gli si chiede un lavoro straordinario, ma solo che faccia il suo dovere di vescovo, padre dei suoi figli, quindi anche del Dott. Patrone e famiglia, e presidente onorevole del consiglio di amministrazione, dove è garanzia di legalità, di legittimità e di morale a servizio della giustizia che collide, sempre, con gli interessi baronali di molti atei-religiosi.


Mercoledì 08 Luglio,2009 Ore: 16:54
 
 
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