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www.ildialogo.org Missione impossibile?,di Mario Mariotti

Editoriale
Missione impossibile?

di Mario Mariotti

    Non c'é niente da fare, ci sono dei problemi insolubili. Per vivere, bisogna consumare della vita, per vivere c'é bisogno di dare la morte ad altri viventi. Anche se uno, praticando amore e condivisione, fa di se stesso pane e vino, il necessario e la gioia,per gli altri viventi, per fare questo, anche per fare questo, di amare e condividere, deve fare di altri viventi il necessario e la gioia per se stesso, nutrendosi di loro. Pur rimanendo vero questo, tuttavia sarebbe già un risultato eccezionale se la gente si convincesse a risparmiare la vita delle bestioline, e si nutrisse solo di vegetali. Questi ultimi dovrebbero avere meno sensibilità ed essere meno esposti al dolore di quanto lo siano le bestioline, per cui uno vivrebbe recando meno dolore.
Quando uno vede una pianta, un fiore, un'erba che stanno appassendo, perché le loro radici non trovano l'acqua, questa loro sete si manifesta come sofferenza, e chi le guarda prende memoria della propria sete, e vede la sofferenza dell'altro vivente, e verrebbe spontaneo cercare e portare acqua, e il linguaggio muto della pianta che si riprende manifesta il sollievo del vivente dissetato....
Se uno ha occhi per la sofferenza universale, e vuole vivere dandosi da fare per contrastarla, rischia di esserne travolto. I cancri del capitalismo, del mercato, della competizione, portano sterminato dolore agli uomini, una parte dei quali, la meno difesa, i piccini, viene lasciata morire per mancanza di uno spicciolo; portano dolore agli animali, che vengono allevati, ingrassati, trasportati e macellati in modi strazianti senza neppure porsi il dubbio di far soffrire un altro vivente; e, infine, portano dolore alle piante, che vengono abbattute, sezionate ed usate senza il rispetto per la loro bellezza, la loro quieta mansuetudine, la loro preziosa utilità, per tener ferma la terra, dare ossigeno a noi, ed essere rifugio per gli altri viventi, ai loro nidi, ai loro piccini.....
Quando si vedono gli operai del Bangladesh che lavorano recuperando il ferro delle vecchie petroliere destinate alla rottamazione, facendo degli sforzi inumani per dodici ore al giorno con la paga di un dollaro; quando si vedono gli allevamenti intensivi di animali che non hanno spazio per muoversi, che vengono stimolati a mangiare continuamente, che quasi mon vengono 1asciati riposare perché devono crescere il più in fretta possibile; quando si vedono quegli alberi maestosi della foresta amazzonica, o di quella del Congo, venire tagliati e privati della loro vita con una rapidità estrema, per cui quello che per decine ed anche centinaia di anni si era costruito, ed aveva dato il proprio contributo all'equilibrio dell'ecosistema-mondo, viene annientato in pochi attimi per venire trasformato in materia utile a dare profitto, ci si chiede, quando si vede tutto questo, se l'avventura umana abbia un senso, se l'inferno non sia gia di questo mondo, sotto i nostri occhi che non vedono; se sarà mai possibile contrastare questa sofferenza, questa ingiustizia, questa violenza planetarie, date l'insensibilità, la cecità, l'alienazione, la crudeltà incredibile del bipede umano, che viene spacciato dalla Bibbia quale essere intelligente, fatto ad immagine di Dio, mentre nella realtà egli si determina come l'essere più irrazionale, violento e crudele del creato, succube recidivo dell'idolo di Mammona, estremamente refrattario a capire, ad aprirsi alla compassione, a cambiare in se stesso quello che é funzionale alla violenza ed alla crudeltà del sistema.
E ad aggravare l'alienazione dell'uomo ci si mettono, oltre alla divisione dell'umanità in nazioni, in stati nazionali, oltre alla diversità delle lingue, che impedisce la comunicazione, e quindi la conoscenza dell'altro, anche le religioni, che sono diverse fra loro, che dividono gli uni dagli altri, che coltivano l'irrazionalità e l'alienazione, che deresponsabilizzano l'uomo dai suoi compiti relativi alla trasformazione di un esistente che fa ancora concorrenza all'inferno, ma che potrebbe essere radicalmente diverse da quello che é. Forse, per questa trasformazione possibile, non sarebbero necessarie grandi cose, e di sicuro non ci vogliono rivoluzioni violente; che portano solo sofferenza dove c'é gia tanta sofferenza, e finiscono col non cambiare niente e col lasciar prosperare, fra soggetti diversi, la stessa sofferenza.
Forse basterebbe che le religioni cambiassero il verbo “credere” col verbo, dei verbi “amare e condividere” forse le religioni dovrebbero mettere in cassa-integrazione le liturgie e soprattutto la preghiera, e mettersi ad educare l'uomo facendogli capire che Dio, la Giustizia, l’Amore hanno bisogno di lui, delle sue mani, per portare a compimento una creazione che é ancora in atto,e che si trasformerà solo se e solo quando gli uomini la pianteranno di credere e si apriranno all'amare ed al condividere. Se le religioni capissero questo, estinguerebbero loro stesse per entrare nell'unica dimensione veramente e sostanzialmente ecumenica, quella dell'etica laica, ed educherebbero i loro catecumeni all'unico imperativo etico veramente universale: comportatevi con gli altri come verreste che gli altri si comportassero con voi, e considerate l'uomo sempre come un fine, e mai come uno strumento per i vostri fini.
La “dottrina“diventerebbe educazione civica, la presenza e l’essenza della solidarietà, dell'egualitarismo, dell'amare, sarebbero il criterio di giudizio di tutti gli aspetti della realtà, dai rapporti fra le persone alle forme di organizzazione economica della società; finalmente finirebbe la contrapposizione fra Fede e Scienza, la prima rimaterializzandosi in Amore e la seconda a fornire gli strumenti per accrescere le potenzialità e l'efficacia dell’Amore stesso. Se le religioni facessero questo, realizzerebbero quella chemioterapia finalmente efficace a contrastare e a soffocare il cancro, il desiderio di accumulare, l'idolo della ricchezza, che divide gli uni dagli altri, e che rende schiavi facendoci sentire liberi e onnipotenti, e diversi, e superieri agli altri viventi.
Se le religioni facessero questo...... Ma cosa sto scrivendo, cosa sto sperando? Se vado a dire ai cristiani che la ricchezza, secondo il Signore é una condizione maligna, e che il giudizio finale verterà sul nostro rapporto con l'affamato e l'assetato, loro mi dicono che ho ragione, ma che l’uomo é peccatore, e che a questa condizione negativa rimediano i meriti dell'Agnello che toglie i peccati del mondo. Perciò niente da fare: continua l'uso disinvolto del Signore per rimanere tali quali si é, zelanti ed assatanati servitori del vero dio di questo mondo, Sua Santità Mammona. I seguaci delle altre religioni probabilmente si comporterebbero allo stesso modo. Probabilmente anche questo é un problema insolubile: la conversione delle religioni alla laicità fraterna e conviviale. L'ateo che ama e condivide, tralcio perfetto della Vite senza saperlo, come gli interlocutori nel giudizio evangelico,("Quando Ti abbiamo fatto questo?"), che hanno praticato amore gratuito facendo agli altri ciò che avrebbero voluto ricevere da loro, si vede che è un progetto impossibile. Eppure la missione, se è pensabile, dovrebbe essere anche possibile. Il Signore ha tentato, tanti altri hanno tentato…Proviamo anche noi.
 
Mario Mariotti


Sabato 26 Dicembre,2009 Ore: 15:45
 
 
Commenti

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Autore Cittą Giorno Ora
maria cudia GROSSETO 27/12/2009 19.44
Titolo:Gesù Ostia per tutti
Penso che nel cuore di tanti cristiani si desideri essere con Gesù Ostia per la salvezza dell'Umanità.
Ho letto emozionata il tuo scritto. Continua..............
OGGI siamo chiamati a scegliere di essere il buon samaritano.
Domani potrebbe essere tardi per una scelta del Paradiso, di Dio Vivente.
Grazie

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