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www.ildialogo.org A quando indignazione e resistenza?,di Mario Mariotti

Editoriale
A quando indignazione e resistenza?

di Mario Mariotti

Il quadro, oggi, si presenta in questo modo: da un lato le banche, gli azionisti, la speculazione finanziaria che in questi ultimi tempi stanno realizzando profitti spropositati. Per loro la crisi é gia passata; l'intervento pubblico é venuto in soccorso nel momento in cui la loro avidità stava segando lo stesso ramo sul quale era appollaiata; adesso le banche negano il sostegno alle piccole e medie imprese, perché investono e speculano in prodotti finanziari che generano enormi profitti, molto più significativi di quelli che deriverebbero dal credito alle imprese, cioè al mondo dell'economia reale.
Si sta ricreando una bolla speculativa come quella dalla quale si é appena usciti, con al volante gli stessi avvoltoi, che sono sempre maestri nel privatizzare i guadagni e nel socializzare le perdite. L'altra faccia del quadro presenta quello che vedono tutti, ad eccezione di coloro che, dalla negazione della verità, traggono e mantengono il proprio potere: centinaia di migliaia di posti di lavoro perduti, operai appollaiati sui tetti, sulle grù o in altri posti disagevoli e pericolosi per difendere il loro posto di lavoro, che sembra non avere futuro; il numero delle famiglie sotto la soglia della povertà in costante aumento; sempre più numerosi coloro che non arrivano alla fine del mese, e devono ricorrere alle elemosine degli interventi pubblici e degli organismi di volontariato.
Oggi abbiamo da una parte gli enormi SUV o le Ferrari che hanno solo i problemi di parcheggio nei siti dove si trovano ormeggiate le barche dei loro padroni, abbiamo dirigenti di banche, di società private e pubbliche, che divorano stipendi e liquidazioni miliardarie, e arraffano premi di produttività spropositati anche se le aziende da loro guidate sono sull'orlo del fallimento. Abbiamo, dall'altra parte, sempre più persone che perdono il lavoro, centinaia di migliaia di giovani occupati in lavori precari, privi di ogni tutela sociale, un altrettanto grande numero di giovani che il posto di lavoro non lo trova.
Ebbene, in questa situazione blasfema si trovano ancora milioni di persone che esprimono, col voto la loro fiducia in colui che, anche se certamente non il solo, é tuttavia il principale responsabile della stessa situazione blasfema sopradescritta, e che loro si trovano a subire e a pagare di persona. E quando si ha la disgrazia di assistere ai dibattiti televisivi ed alle evacuazioni dei telegiornali che danno la lettura della realtà dalla parte dei padroni, dei ricchi, dei potenti e della gerarchia che li benedice, ci si trova davanti allo spettacolo assurdo di un potere che piange miseria e dichiara di non avere risorse per aiutare le persone in difficoltà, e di una opposizione che non ha la lucidità di denunciare che le risorse non ci sono perché vengono lasciate nelle tasche di quella parte della società che gira con i SUV o i Ferrarini, che specula in borsa, che va sulla propria barca per riposarsi dalle fatiche affrontate per rapinare il prossimo e per mantenerlo tranquillo e rincoglionito.
Ora, a questo punto, io vorrei rivolgermi al popolo dei poveri, dei precari, dei non-garantiti che vota per chi continua ad impoverirlo, a farlo vivere nella precarietà e nella miseria, a mantenerlo in una situazione priva di futuro. Possibile che non ci sia nessuno che si renda conto dell'enorme imbroglio di cui é vittima e che si indigni riflettendo sulla propria condizione e avendo davanti agli occhi la ricchezza superba ed ostentata di coloro la cui forza si sostiene a causa dell'alienazione e della complicità proprio di coloro che sono gli imbrogliati e le vittime del sistema?
É vero, cari fratelli, che l'ineffabile bipede di Arcore, quando afferma che lui non mette le mani nelle tasche degli italiani, dice la verità infatti: le mani nelle tasche dei lavoratori non le mette perché gliele ha gia messe prima, trattenendo le tasse alla fonte e impoverendo i loro stipendi, oggi i più bassi d'Europa; e invece le mani nelle tasche dei ricchi e dei potenti non gliele mette perché lui é espressione dei loro interessi e privilegi, e se facesse questo, dovrebbe per prima cosa mettersi le mani nelle proprie tasche.
Ora io mi chiedo come fa il rincoglionimento ad essere cosi generalizzato, da riuscire a nascondere l'evidenza evidentissima che in Italia c'é anche un popolo di ricchi, un popolo di gente che la crisi non l'ha neppure sfiorata, un popolo di privilegiati che, in genere, corrisponde anche alle confraternite dell'"evasione fiscale perpetua", branco di ladri in guanti bianchi che pratica la virtù della furbizia, e che lascia i servizi pubblici, scuola, sanità, sicurezza, giustizia nelle condizioni di insufficienza e precarietà di cui i rincoglioniti stessi fanno quotidiana esperienza. E quando ci renderemo conto, cari fratelli, inclusi gli ex compagni oggi irretiti dal PdL e dalla Lega, che é ora, ed é passata già da un pezzo, di rovesciare la prassi in atto dal tempo degli Egizi e di cominciare a mettere le mani in tasca non più agli operai, che sono al limite della sopravvivenza, ma al popolo dei SUV e dei Ferrarini, al popolo delle barche, dei fruitori dei paradisi fiscali, dei vip dello spettacolo e dello sport e della politica, di coloro che speculano in borsa sulla pelle degli altri, che svolgono le doppia funzione di accaparrarsi la fetta più grossa delle ricchezza nazionale, e di rincoglionire coloro che sono le vittime di questa blasfema distribuzione della ricchezza stesse? Se fosse per me, al precedente popolo creerei le condizioni della "conversione" dal SUV al monopattino, e dalla barca alla ciambelle di salvataggio a forma di papera ne trarrebbe giovamento sia la loro salute, oggi a rischio d'infarto, che la salute dell'animaccia loro, oggi a rischio di residenza perpetua nella Geenna, paradiso non-fiscale per tutti i ricchi epuloni del Pianeta!
Però so anche che bisogna sapersi accontentare: basterebbe risolvere il problema dell'evasione fiscale, e tutti pagheremmo di meno, e avremmo dei servizi sociali adeguati ai bisogni. Da parte sua, il popolo dei privilegiati potrebbe mantenere un livello di vita più che dignitoso; con in più la soddisfazione di non sentirsi un ladro che impone sofferenza al popolo dei non garantiti, che oggi lo assilla con la sua presenza e, magari fosse cosi, la sua minaccia. Cosa potrei dire ancora?
Don Milani diceva ai poveri, cioè al popolo dei non-garantiti, che essi avevano in mano due strumenti fondamentali, lo sciopero ed il voto, per riscattarsi della loro condizione e per costruire un mondo più giusto. Come siamo messi noi oggi? L'unità dei lavoratori nelle Confederazioni Sindacali e lo sciopero generale per bloccare il Paese sembrano morti e sepolti; il voto, a causa dell'informazione televisiva in mano a Mammona, é stato prostituito in strumento di sostegno proprio di coloro che impoveriscono ed alienano i poveri stessi; la Sinistra deve istituire una commissione archeologica che indaghi sulle tracce del proprio specifico: l’anticapitalismo e la critica alla religione che lo benedice.
Ditelo voi a me, cari fratelli, quale può essere il nostro futuro. Eppure, quel maledetto mondo schifoso che si affaccia dal monoscopio della TV e che oggi suscita invidia e consenso, finirà pure a forza di bestemmiare l’orfano, la vedova e lo straniero, a suscitare vomito, indignazione e determinazione a resistere. Solo allora le cose cambieranno: quando gli sfruttati sapranno rifiutare la cultura che li rende complici e funzionali al potere che li opprime.
Ma, questa, è una vita difficile: bisogna cambiare prima se stessi…
 
Mario Mariotti


Domenica 20 Dicembre,2009 Ore: 19:19
 
 
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Autore Cittą Giorno Ora
Fiorina Pistone Novara 26/12/2009 22.40
Titolo:Evitiamo di lasciarci ulteriormente rincoglionire
Noi italiani dobbiamo mantenerci adeguatamente informati per evitare di essere sempre più espropriati dei nostri diritti, per esempio quello del pluralismo televisivo. E' contro il nostro interesse che, quando qualcuno gestisce un programma che fa sana e onesta informazione, venga rimosso perchè dà fastidio a chi gestisce il potere, come è successo alcune volte. E dovremmo combattere il conflitto di interesse, che consiste nel fatto che il nostro premier, oltre a controllare la R.A.I., gestisce anche le sue televisioni private, ed è proprietario di giornali, in modo che riesce a convincere la gente che quello che fa va sempre bene , anche quando non è vero. L'interesse del nostro premier è quindi in conflitto con il nostro, con quello della nostra nazione, del nostro sistema democratico.
La violenza non giova a cambiare questo stato di cose, perchè essa genera altra violenza, in una spirale senza fine; inoltre abbiamo visto come il gesto violento di Tartaglia è servito soltanto a far fare a Berlusconi la figura della vittima, suscitando verso di lui ulteriori simpatie. Gioverebbe invece andare spesso sul sito "Libertà e Giustizia (www.libertaegiustizia.it)", che spiega bene molti problemi, come per esempio a chi giova quello che Berlusconi chiama il "processo breve", un espediente escogitato dai suoi avvocati per estinguere un processo che lo riguarda, ma che provocherebbe un'analoga amnistia per migliaia di altri processi.
E' vero che i processi in Italia sono troppo lunghi, ma si potrebbero abbreviare con alcune adeguate riforme del codice e se si desse ai tribunali la possibilità di lavorare anche al pomeriggio; cosa che invece non possono fare, perchè non vengono forniti i soldi per pagare gli straordinari ai cancellieri.
Dobbiamo fare attenzione anche se ci pare che queste cose non ci tocchino personalmente, e anche se non abbiamo una grande passione per la giustizia e la democrazia, perchè i problemi di questo genere hanno una ricaduta, e sempre più grave, anche sugli aspetti economici, speciamente per quanto riguarda i cittadini e le famiglie di condizione più modesta.
E a proposito, come dice Mario Mariotti, i sindacati che fanno? Una volta si muovevano per molto meno: qualcuno potrebbe provare a svegliarli, molto gentilmente?

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