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www.ildialogo.org L’occhio vigile,di Mario Mariotti

Editoriale
L’occhio vigile

di Mario Mariotti

 Carissimi lettori, dovete stare a sapere che, negli anni successivi al 68 di felice memoria, quando tutti volevano rivoluzionare tutto, io mi ero autoconferito il compito la qualifica di “occhio vigile dell’interanazionalismo proletario”. La mia mansione era quella di segnalare se c’era coerenza fra i proclami, i progetti rivoluzionari, e il soggettivo: la testimonianza personale di coloro che cercavano di rivoluzionare tutto. Questo, a parte la battuta dal titolo altisonante che era fondato sulla stessa autorità che, a briscola, ha il due di coppe se comanda bastone, era e rimane un compito, un controllo non solo importante, ma sostanziale. Perché, infatti, è fallito il 68? Perché al progetto del mondo nuovo non è seguito quello dell’uomo nuovo; anzi, per precisare meglio, perché non si è realizzata la sintesi, la coerenza fra uomo e mondo nuovo. La Sinistra è riuscita ad ottenere grandi risultati in rapporto allo “stato sociale”, ma, a causa soprattutto della cultura cancerosa evacuata dalla TV, è stata conquistata dalla Destra, dai ricchi e dai potenti, dal progetto del “beati i ricchi”, che in questo periodo storico si chiama “Sogno americano”.
Quando tutto un popolo può essere diviso in due sole categorie, quella dei ricchi e quella dei ricchi mancati, che desiderano diventarlo, di Sinistra, come di Cristianesimo, non resta nulla, e quindi alla fine, anche “l’occhio vigile” è rimasto disoccupato.
Riflettendo oggi su quegli anni, mi sto rendendo conto che quella che allora era una mia battuta per far sorridere il prossimo, era anche una felice intuizione. In quegli anni io ero più grezzo, e mi limitavo a pensare che ci fosse compatibilità fra cristianesimo e comunismo. Oggi se approfondisco la riflessione, mi accorgo che il mio titolo non era e non è accessorio, bensì sostanziale per determinarsi come cristiani.
La scelta dei poveri o della Teologia della Liberazione (Medellin), pur sfumata nella scelta “preferenziale” dei poveri della Chiesa italiana, allude ai proletari. Il messaggio del Signore che “tutti ci sono prossimo” fonda l’internazionalismo ed esclude le divisioni statuali. La rivelazione della natura dello Spirito, testimoniata dall’incarnazione dello Spirito stesso in Gesù, che si determina come Amore, include strutturalmente il “condividere”, ed ecco che il cristianesimo, qualora venga incarnato per scelta e praticato con amore, non può che dare origine a una società socialista. In questa società, poi, non ci vorrà solo un “occhio vigile”, ma tutti dovremo essere occhi vigili, per realizzare la coerenza fra l’uomo e il mondo nuovo, altrimenti non funzionerà e falliremo sia come cristiani che come compagni, anche se ad essere sputtanato sarà solo il socialismo reale, mentre la sponsorizzazione del cristianesimo da parte del capitalismo, del mercato e della competizione verrà presentata come fisiologica.
Ed ora una breve riflessione anche sul comunismo. Andando sul biografico, i miei lettori devono sapere che io non ho mai letto del tutto né il Vangelo, né tantomeno Carlo Marx. Le mie simpatie per quello che per i cattolici-doc è il mostro dei mostri, cioè il comunismo, sono iniziate partendo da contestazioni tanto semplici quanto accessibili. I ricchi e i potenti di tutto il pianeta, partendo dagli speculatori di Wall Street, passando per i fazenderi brasiliani e arrivando alla confraternita dei paperoni nostrani e ai vertici vaticani, ebbene tutti quanti costoro ce l’hanno con il comunismo. Ed io, allora, avrei dovuto unirmi a questo coro polifonico col proprio sito già prenotato alla Geenna, quando ero a conoscenza delle loro opere attraverso il mio impegno a soccorrere i piccini della grande favela del Sud? Certo che no. E poi, in seguito, ho rafforzato questa mia convinzione.
La pedagogia degli ultimi, il rapporto continuo con i viventi in difficoltà e con i viventi della grande favela del Sud, mi hanno insegnato a guardare ed a giudicare il mondo con i loro occhi, partendo dal loro punto di vista. Ecco che la povertà dignitosa ieri dei Paesi del socialismo reale, e oggi di Cuba, dove nessuno muore di fame, tutti vanno a scuola e, quando si ammalano, vengono curati, mi è apparsa una forma di democrazia molto più reale e sostanziale di quella dei paesi capitalisti, con gli USA a capofila, dove i poveri non hanno assistenza sanitaria, dove i barboni muoiono fra le immondizie, dove i professori vanno a scuola con la calibro 38 a predicare la fratellanza fra gli uomini. Io capisco la resistenza dei cristiani a vedere nel comunismo un progetto positivo. La gerarchia cattolica l’ha demonizzata più di Satana, essa è arrivata a fare concordati perfino con Adolfo pur di sconfiggere il comunismo, e persino oggi benedice quel Berlusconi che si sostiene maledicendo i comunisti, sebbene essi oggi abbiano minor peso dei fantasmi dei castelli di Scozia.
Inoltre, essendo ormai da anni il soggettivo dei “compagni” esattamente sovrapponibile a quello dei “cristiani capitalisti”, sicuramente essi non possono offrire un’alternativa credibile, dato che, di fatto, non lo sono affatto, alternativi.
Tuttavia, per cercare di fare superare ai cristiani la loro resistenza al comunismo, oggi ormai solo virtuale, dirò, anche per concludere, questo: gli occhi nuovi che gli ultimi mi hanno consegnato, la chiave di lettura della realtà che ho acquisito faticosamente facendomi strumento di solidarietà con loro, mi portano ad esprimere questa sintesi: la Sinistra senza anticapitalismo, critica alla religione e progetto socialista non è più tale, per cui, oggi, non esiste quasi più. Allo stesso modo il cristianesimo, senza il “guai ai ricchi” ed il progetto di un’economia di comunione è sale senza sapore, è sponsor di Mammona, è prostituzione con l’Impero, e quindi, anche lui, non è più tale.
Non so come andrà a finire la partita, ma sono sicuro che, quando i cristiani si adegueranno al Vangelo, faranno di se stessi dei laici che praticano l’etica del fare agli altri ciò che vorrebbero ricevere da loro, che praticano il comandamento nuovo del Signore, e lavoreranno per una società socialista, scelta in libertà e costruita con amore.
A quel punto ognuno dovrà essere “occhio vigile” in rapporto alla scelta dei poveri, all’internazionalismo di tale scelta, alla coerenza fra il soggettivo e lo strutturale, perché il progetto del Regno, questo nostro mondo trasformato secondo Amore e Condivisione, sarà unicamente frutto della sintesi coerente fra uomo nuovo e mondo nuovo.
 
Mario Mariotti


Domenica 23 Agosto,2009 Ore: 17:23
 
 
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