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www.ildialogo.org PEPPE SINI: QUATTRO COSE DA FARE SUBITO,di Peppe Sini

Editoriale
PEPPE SINI: QUATTRO COSE DA FARE SUBITO

di Peppe Sini

1. In questi pochi giorni in cui il Parlamento è ancora al lavoro prima della pausa estiva ed in cui il "pacchetto sicurezza" razzista non è ancora entrato in vigore, occorre chiedere con la massima tempestività, chiarezza ed energia che esso Parlamento ridiscuta e modifichi quell'illegale deliberato, così come richiesto anche dal Presidente della Repubblica (con la lettera del 15 luglio 2009, missiva certo irrituale, giacché logica avrebbe voluto che il Presidente non promulgasse quel deliberato e lo rinviasse invece alle Camere alla luce della palese incostituzionalità ed antigiuridicità delle misure razziste, persecutorie e squadriste in esso contenute).
Dobbiamo adesso subito:
- scrivere ai Presidenti di Camera e Senato per formulare questa richiesta;
- scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinché sostengano questa richiesta;
- scrivere a tutti gli enti locali affinché formulino anch'essi questa richiesta;
- scrivere a tutti i mass-media affinché ne diano almeno notizia;
- scrivere a persone di volontà buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinché si associno alla richiesta.
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono così composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome@camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m@camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome@posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m@posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si può scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato.
*
2. Se e quando quell'illegale deliberato che reca le misure razziste e squadriste entrerà in vigore (15 giorni dopo la pubblicazione sulla "Gazzetta ufficiale"), occorrerà subito contestarne l'incostituzionalità e l'antigiuridicità in tutte le opportune sedi giudiziarie.
Occorrerà promuovere tempestive azioni legali che consentano ai giudici di merito anche di adire al più presto la Corte Costituzionale, affinché al più presto essa rilevi e sentenzi l'incostituzionalità di quelle misure anomiche e criminali incompatibili con l'ordinamento vigente, e conseguentemente le cassi.
Come "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo stiamo già predisponendo alcuni esposti ad hoc (che non solo presenteremo noi stessi, ma che altresì diffonderemo affinché anche altri soggetti possano presentarli alle Procure di tutta Italia), e sollecitiamo quanti altri abbiano competenze giuridiche adeguate a predisporre anch'essi esposti e denunce che attivino le competenti magistrature.
*
3. Vorremmo inoltre pregare tutte le persone di volontà buona e tutte le associazioni democratiche di non commettere alcuni - purtroppo consueti - errori di subalternità nell'impostazione dell'azione per la legalità e contro e il razzismo. Per evitare questi errori di subalternità di seguito brevemente elenchiamo alcuni punti qualificanti dell'iniziativa che occorre condurre, e del consapevole approccio con cui condurla.
3.1. Non ci si rassegni a quell'anomico deliberato razzista, persecutorio e squadrista: si sia consapevoli che esso costituisce un crimine, e che quindi va abrogato con la forza della legge e con l'azione delle competenti istituzioni; hic et nunc non si tratta di esercitare una residuale "obiezione" individuale rassegnata alla sconfitta, ma di contrastare - esercitando il diritto-dovere di resistenza - un crimine, il vero atroce crimine: le misure naziste che un governo golpista e una maggioranza parlamentare complice vorrebbero imporre al nostro paese.
3.2. Quel deliberato anomico ed eversivo va contrastato non solo per i singoli effetti pratici particolari, ma anche nella sua complessiva incostituzionalità ed antigiuridicità, ovvero perché introducendo determinate misure naziste costituisce un colpo di stato. Non si dimentichi mai che è di questo che si tratta: un colpo di stato che introducendo il regime dell'apartheid distrugge la legalità e la democrazia nel nostro paese.
3.3. Quelle misure razziste, persecutorie e squadriste non colpiscono solo un segmento della popolazione (i migranti, i senza fissa dimora...): colpiscono tutti gli esseri umani; non sono un problema particolare di alcuni nei cui confronti essere solidali: sono un problema di tutti, e tutti devono battersi per difendere la dignità e i diritti di tutti. Ripetiamolo: le misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" costituiscono un colpo di stato; nessuno creda di non essere toccato dai suoi effetti. Con l'introduzione del razzismo nel corpus legislativo è vulnerato il principio stesso della dignità dell'essere umano, di ogni essere umano.
3.4. Poiché l'impegno di civiltà, di responsabilità, di solidarietà e di libertà per respingere il tentativo di colpo di stato razzista riguarda tutti e tutti deve coinvolgere, ne consegue che chiedere l'intervento delle competenti istituzioni non significa delegare tutto domani alla magistratura o ieri al Presidente della Repubblica o ier l'altro all'opposizione parlamentare: ognuno deve fare la sua parte; occorre sia la mobilitazione dei cittadini e della società civile nelle sue articolazioni che l'azione delle istituzioni democratiche, ciascuno nell'ambito delle sue possibilità e competenze.
3.5. Niente attendismi. Non c'è da perdere tempo. Quelle misure razziste già oggi (ed ancora non sono entrate in vigore) stanno producendo guasti e tragedie. Ed ogni giorno che passa la situazione sarà più grave.
3.6. Infine: non solo dobbiamo contrastare quelle misure razziste e golpiste fino ad ottenere la loro completa ineffettualità ed esplicita abrogazione (oltre a richiedere un riesame parlamentare, ed a sollecitare un pronunciamento della Corte costituzionale, se diverrà indispensabile occorrerà anche attivare l'istituto referendario - ma su questo vi sarà modo di discutere eventualmente a suo tempo, giacché non è chi non veda il rischio che quello strumento nell'attuale contesto implica, ovvero il fallimento del referendum per generalizzato astensionismo, il che implicitamente rafforzerebbe quelle medesime misure razziste che si voleva abolire), ma dobbiamo anche far cessare lo scandalo dei campi di concentramento in Italia riaperti dalla legge Turco-Napolitano, lo scandalo della Bossi-Fini, lo scandalo delle deportazioni, lo scandalo della tratta e dello schiavismo.
Vi e' una sola umanità.
*
4. Occorre frattanto esercitare solidarietà concreta ed esprimere vicinanza umana con tutte e tutti i minacciati ed i perseguitati dal razzismo: senza questa solidarietà non vi sarà salvezza. Solo l'umanità può salvare l'umanità.
*
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
La nonviolenza e' in cammino.
 
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
 
Viterbo, 20 luglio 2009
 
Mittente: Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/


Lunedì 20 Luglio,2009 Ore: 16:42
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Augusta De Piero Udine 20/7/2009 20.50
Titolo:ruolo dei sindaci
Credo sia importante non dimenticare il ruolo dei sindaci, non solo come interlocutori del parlamento ma anche nella autonomia delle loro funzioni.
Un solo esempio: nelle registrazioni anagrafiche dei figli di immigrati irregolari il sindaco é succuube del dictat governativo che le impedisce o può trovare forme anche di praticabile disobbedienza civile per non farne dei fantasmi?

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