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www.ildialogo.org Regole minime di civiltà,di Annamaria Rivera

Sul caso Sanaa
Regole minime di civiltà

di Annamaria Rivera

Date   29/09/2009 23:45

Ecco un piccolo florilegio, tratto dalla cronaca recente, di femminicidi interculturali (cittadini italiani che uccidono donne straniere).
Hanno forse ispirato clamore, pubblico sdegno e campagne mediatiche?
 
8 marzo 2009: Renzo Sapori, 60 anni, uccide la compagna romena trentenne che voleva chiudere la relazione.
5 maggio 2009: Cosimo Celeste, finanziere di 35 anni, uccide la moglie e la suocera ucraine, poi si suicida.
12 agosto 2009: Nicola Campanella, 57 anni, uccide per gelosia la compagna nigeriana di 24 anni.
6 settembre 2009: Ermete Armando, 69 anni, uccide la convivente di origine albanese. 
 

Nel 2008 in Italia sono state uccise 113 donne, una ogni tre giorni. Nella maggior parte dei casi da persone con le quali le vittime avevano relazioni  intime (mariti, partner, padri, fratelli...). Il 75 per cento degli autori  del femminicidio sono cittadini italiani, si presume non spinti da moventi religiosi o da motivazioni legate al sistema di valori dettato dalla loro  religione (Indagine della Casa delle donne di Bologna, 8 marzo 2009).

"Dopo anni di lotta (di lotte?), nella nostra cultura siamo riuscite/i a superare, almeno in parte, questo problema", mentre "per gli immigrati islamici non è così"???
"Chi arriva in questo Paese deve sottostare alle regole minime di civiltà per cui non si uccide una
figlia nè una moglie per nessun motivo al mondo"???
Ma mi faccia il piacere!

Per lo meno Rumiz si sforza di uscire dallo schema dello scontro di civiltà e prova a fare esercizio d'immaginazione. Per dirne una: siamo sicure/i che il disprezzo del fidanzato leghista verso la famiglia di Sanaa -e verso il suo mondo d'origine- non abbia contribuito a far precipitare la vicenda verso il dramma?
Porsi domande come questa non è assolvere il padre assassino (Rumiz precisa che la sua ferocia "è assodata e pacifica"). Ma, per l'appunto, cercare di capire, sottrarre la vicenda alla retorica consueta, così cara ai media.
Quella che, attribuendo agli "islamici" (in arabo e in italiano si dice "musulmani") il monopolio della violenza sessista, mira ad occultare o assolvere il sessismo italico.

Annamaria Rivera



Mercoledì 30 Settembre,2009 Ore: 16:36
 
 
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