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Summit dei leaders religiosi in occasione del G8

Roma 16/17 Giugno 2009 - Testo dell’appello finale italiano-inglese.A cura del WCRP Italia


Si è svolto a Roma il 16 e 17 Giugno 2009 il summit dei leaders religiosi in occasione del G8 che si terrà a L’Aquila dall’8 al 10 Luglio prossimi.
Rispetto della dignità umana, sicurezza alimentare, accesso all'acqua, salute, educazione, cambiamento climatico, pace, giustizia sociale, disarmo e sicurezza per tutti: questi i temi prioritari affrontati.
 Riuniti in sessione plenaria presso il Ministero degli Esteri, i leaders religiosi cristiani (cattolico-romani, ortodossi, anglicani ed evangelici), ebrei, musulmani, buddhisti, hinduisti, zoroastriani il 17 giugno, al termine dei lavori, hanno  approvato  un documento congiunto (riportato di seguito) da sottoporre all'attenzione dei capi di stato e di governo che si riuniranno a L'Aquila per il G8.
Il giorno 16 l'incontro si era  aperto proprio a L'Aquila con una dichiarazione di solidarietà agli abruzzesi, così duramente colpiti dal terremoto del 6 aprile.
Nel pomeriggio del 16 giugno i rappresentanti delle varie fedi, rientrati a Roma, avevano incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per poi dare il via ai lavori veri e propri svoltisi presso Villa Madama.
Al centro dell'attenzione è stato il valore della persona umana e la necessità di mettere le risorse mondiali al servizio del bene comune.
In riferimento alla crisi economica mondiale è stato unanimemente affermato che sarà necessario ripensare e riscrivere le linee portanti dell’economia globale e “definire standard etici e giuridici comuni e nuove regole di trasparenza, correttezza e integrità delle attività economiche e finanziarie internazionali".
"Scopo degli esponenti di fede non è tanto quello di fornire soluzioni economiche o politiche alle grandi questioni in esame, quanto piuttosto quello di affrontare i temi da un punto di vista etico e di fornire quel supporto 'spirituale' così utile per affrontare con speranza ogni questione sociale, nell’autentica e genuina prospettiva della ricerca del bene comune", ha affermato mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, tra gli organizzatori del summit, promosso tra gli altri dalla World Conference of Religions for Peace.

Quello di Roma segue gli incontri di Mosca (2006), Colonia (2007) e Sapporo (2008) svoltisi in concomitanza dei precedenti G8. Il prossimo appuntamento sarà a luglio 2010 in Canada.
 
Questo  l’appello finale  consegnato alla presidenza italiana del G8 che la presenterà ai leaders della riunione allargata del 10 Luglio:
Noi, leaders delle religioni mondiali e delle tradizioni spirituali convenuti in  Roma in occasione del Summit dei G8 del 2009, siamo uniti nel nostro impegno comune per la giustizia,  per la protezione della vita umana e per la costruzione del bene comune, credendo nella dignità inviolabile, “per decreto divino”, di ogni persona dal concepimento alla morte.
Noi parliamo dal cuore della grande maggioranza della famiglia umana costituita dai membri delle tradizioni religiose e spirituali. In tempi di crisi economica, quando molte sicurezze si vanno sgretolando, noi sentiamo ancora più acutamente il bisogno di un orientamento spirituale. Noi siamo convinti che la vita spirituale e la libertà di praticarla sia la vera garanzia per una libertà autentica. Un approccio spirituale può toccare la “fame di senso”  nella nostra società contemporanea. Il materialismo si è spesso espresso in forme idolatriche e si è mostrato impotente nella crisi attuale.
Noi portiamo avanti il lavoro importante iniziato in incontri interreligiosi tenuti immediatamente prima dei Summits dei G8 (a Mosca 2006, a Colonia 2007, a Sapporo (Giappone, ndt) 2008,A Roma 2009) ed impostato a partire dai primi incontri di Londra. Siamo stati riuniti dalla Conferenza Episcopale Italiana, con il supporto del Ministro degli Esteri italiano, che ringraziamo per l’assistenza.
Noi salutiamo i leaders delle nazioni che si riuniranno a L’Aquila e preghiamo per loro in quanto esercitano delle pesanti responsabilità per affrontare le sfide che si presentano oggi alla famiglia umana.
Abbiamo iniziato il nostro incontro a L’Aquila in solidarietà con coloro che stanno soffrendo qui per il terremoto devastante ed anche in solidarietà con coloro che in tutto il mondo stanno sostenendo i pesi della sofferenza.
Siamo convinti che la politica mondiale abbia bisogno di un solido paradigma basato sui valori morali per rivolgersi alle sfide di oggi. Attraverso la nozione di “sicurezza condivisa” noi possiamo portare all’attenzione il carattere globale di quanto ci sta a cuore sul piano morale e religioso. Stiamo usando il termine “sicurezza” in una maniera nuova. Aggiungiamo la parola “condivisa” per portare all’attenzione una convinzione morale fondamentale: il benessere di ciascuno è legato al benessere degli altri e del nostro ambiente. La sicurezza condivisa mette a fuoco la fondamentale interrelazione tra le persone e con l’ambiente. Include anche un rispetto generale per l’interconnessione e la dignità di ogni forma di vita e riconosce il fatto fondamentale che tutti viviamo in un unico mondo. Infine siamo convinti che per superare la violenza sia necessaria e possibile la giustizia con capacità di compassione e di perdono.
La sicurezza condivisa ha a che fare con tutto l’insieme delle relazioni umane da quella tra le singole persone ai modi nei quali i popoli sono organizzati in nazioni e stati. Ne consegue che la sicurezza di un attore nelle relazioni internazionali non debba essere di danno per un altro. I leaders internazionali che sono responsabili di decisioni globali debbono agire con trasparenza ed essere aperti ai contributi di tutte le parti coinvolte.
L’attuale crisi finanziaria ed economica grava nel modo più pesante sui poveri. In riferimento a queste crisi facciamo appello ad un nuovo patto finanziario che (1) affronti correttamente le cause della crisi finanziaria, (2) riconosca il bisogno di principi morali di base, (3) includa gli azionisti e (4) incentivi il bisogno urgente di finanziamenti destinati allo sviluppo. Siamo convinti che , in un tempo di crisi economica e di disorientamento spirituale degli uomini e delle donne di oggi , le religioni possono e devono offrire un contributo alla ricerca del bene comune. Di fronte a questa crisi, sorge il bisogno di quella saggezza spirituale affidata alle grandi religioni mondiali per orientare il percorso etico per la giustizia e la prosperità. Concretamente, come parte della riforma del sistema finanziario, chiediamo con urgenza un’azione concertata per bloccare il sistema bancario che naviga fuori delle regole. A proposito dell’assistenza allo sviluppo, chiediamo con sollecitudine di includere come partners della società civile istituzioni che comprendano le comunità religiose e le loro organizzazioni.
In continuità con i precedenti summits delle religioni mondiali noi continuiamo a sollecitare l’attuazione del Millenium Development Goals- MDG- (Obiettivi di Sviluppo del Millennio). Il loro completamento è stato promesso per il 2015, ma attualmente siamo troppo indietro. La crisi in corso ha peggiorato la situazione di coloro che l’MDG avrebbe dovuto assistere. Noi insistiamo che si debba considerare un imperativo per la vita di milioni di persone la realizzazione degli MDG programmati e ci impegniamo a lavorare con i leaders dei G8 per questo scopo.
L’Africa è già duramente colpita dalla crisi finanziaria mondiale e corre il rischio di essere seriamente danneggiata nei suoi sforzi contro la povertà con un impatto negativo sulla crescita economica dei suoi paesi. E’ nostra speranza che la comunità internazionale ponga l’Africa al centro delle politiche per lo sviluppo, trovando nuove risorse per finanziare la cooperazione e favorire il coinvolgimento degli stati e delle società civili dei paesi africani  in una prospettiva di rinascita dell’intero continente. Nello stesso contesto vorremmo affermare che è venuto il tempo per impegnarci con decisione per la guarigione di questo intero continente ferito.
A settant’anni dall’inizio della grande tragedia per l’umanità quale è stata la II guerra mondiale ed i numerosi conflitti che ne sono derivati, causando grande sofferenza umana, ingiustizia e povertà, noi facciamo appello alle nazioni perché resistano a fare della guerra un mezzo per la politica internazionale e facciano ogni sforzo per stabilire una pace giusta per tutti. Noi crediamo che il tentativo di dominare militarmente il mare, lo spazio, i territori neutrali o gli stati crei ostacoli sulla via del disarmo nucleare e convenzionale. Crediamo anche che il disarmo convenzionale e gli sforzi per bandire tecnologie ed iniziative militari che potrebbero provocare una nuova corsa agli armamenti dovrebbe procedere in  stretto contatto con gli sforzi  per andare avanti nel disarmo nucleare.
Noi chiediamo al Summit dei G8 di perseguire una rigorosa attuazione delle politiche di riduzione e di non-proliferazione nucleare che porti all’obiettivo di un disarmo nucleare totale. Facciamo un appello che i cinque stati riconosciuti come dotati di armi nucleari lavorino in direzione di una riduzione graduale delle armi nucleari esistenti: Gli stati che detengono armi nucleari in maniera non riconosciuta devono dichiarare apertamente il loro possesso, impegnandosi anch’essi per la loro eliminazione ed entrare a far parte dell’NTP ( trattato di non proliferazione, ndt). Noi facciamo pressione per una pronta ratifica ed entrata in vigore del ”Comprehensive Test Ban Treaty” (Trattato Globale di Bando dei Test) e per un impegno a non intraprendere azioni che portino alla reintroduzione di ogni tipo di test per le armi nucleari.
Richiamiamo l’attenzione sulla condizione del numero sempre crescente di immigranti “illegali” e sull’assenza di standards adeguati ed uniformi, sanciti per la loro protezione. Noi sollecitiamo il rispetto dei pieni diritti e della dignità di queste persone e l’introduzione,ove indicata, della condivisione di costi allorché gli stati rivalutano le loro politiche globali per i residenti legali e per l’immigrazione. Richiamiamo inoltre, con forza, l’attenzione sul fatto che l’immigrazione sta crescendo e che la pressione ecologica può accelerarla parecchio.
Noi rappresentanti delle tradizioni religiose e spirituali mondiali, riuniti in questi giorni a Roma, di fronte alle minacce ed alle sfide di un tempo difficile di crisi per le nostre società, riaffermiamo il nostro impegno a lavorare con tutte le persone di buona volontà per la realizzazione del bene comune. In questo contesto facciamo un appello a stabilire meccanismi per il dialogo tra comunità religiose, leaders politici, organizzazioni internazionali e strutture della società civile.
Il nostro metodo e la nostra forza di ieri, di oggi e di domani sarà sempre e solo la trasformazione dei cuori e l’azione comune attraverso il dialogo.
Il dialogo è un’arte che ognuno deve praticare e coltivare all’interno e tra le religioni, la cultura, la politica e specialmente tra coloro che gestiscono il potere nel mondo. Il dialogo richiede coraggio e permette alle persone di vedersi l’un l’altro più chiaramente, riuscendo così ad offrire vita e speranza alle nuove generazioni.
Questo è il nostro impegno rinnovato, questo è l’appello che rivolgiamo al mondo.
Ci impegnamo ad incontrarci di nuovo in Canada nel giugno 2010.  
 
In allegato il testo originale in inglese dell’appello finale

Final Call



Martedì 07 Luglio,2009 Ore: 14:45
 
 
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