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www.ildialogo.org A COLPI DI CROCEFISSO,di Agenzia ADISTA n. 3 del 16 gennaio 2010

A COLPI DI CROCEFISSO

di Agenzia ADISTA n. 3 del 16 gennaio 2010

INFURIA LA BATTAGLIA PER L’ESPOSIZIONE NELLE SCUOLE E NEGLI EDIFICI PUBBLICI


35372. ROMA-ADISTA. Si moltiplicano e si diffondono, in Italia, le battaglie sul crocefisso negli edifici pubblici, in seguito alla sentenza con cui la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, lo scorso 3 novembre, ha dichiarato illegittima la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche (v. Adista n. 114/09).

Sì al crocefisso: le iniziative degli enti locali

La Regione Friuli Venezia Giulia, con una doppia votazione, ha detto sì al crocefisso nell’aula consiliare e ha contemporaneamente bocciato l’affissione della foto-ritratto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Pdl, con l’appoggio di qualche consigliere Pd, ha approvato una mozione pro-crocefisso, “segno dell’identità nazionale e regionale e simbolo della cultura cristiana”. Subito dopo, l’Italia dei Valori ha chiesto di votare una mozione per affiggere, accanto al crocefisso, la fotografia del presidente: bocciata, con 32 no e 13 sì.

In Veneto, il Consiglio comunale di Treviso, ha approvato una mozione Pdl che critica la sentenza di Strasburgo e contestualmente prescrive l’affissione del crocefisso in tutte le aule scolastiche e in ogni ufficio comunale aperto al pubblico. “È necessario affermare e ribadire la volontà della maggioranza del popolo italiano che, anche secondo recenti sondaggi, si è opposto coralmente” alla sentenza di Strasburgo, si legge nella mozione approvata pochi giorni prima di Natale. “Considerato che la rimozione del crocefisso comporta la definitiva cancellazione dell’identità e della storia della nostra nazione e cultura nel nome di un falso ed ingiusto ecumenismo omologato; che non c’è alcuna ragione, se non ideologica, per opporsi alla presenza di un simbolo che non è solo religioso, ma si pone come emblema di valori civili e morali che fondano appunto la nostra cultura, la nostra civiltà ed il nostro Stato laico; che, inoltre, anche il sommo pontefice Benedetto XVI, in più occasioni, si è detto favorevole al ritorno della croce nelle scuole e negli ospedali”, la mozione “impegna” il sindaco a controllare, “con ogni mezzo, che non vengano rimossi i crocefissi dalle aule scolastiche”, ad intervenire rimettendo “immediatamente al loro posto” i crocefissi rimossi e ad invitare i presidi a “desistere da azioni dirette a consentire la rimozione dalle aule scolastiche” del crocefisso.

Il sindaco Udc di Galzignano Terme (Pd), Riccardo Roman, ha firmato un’ordinanza che dispone “l’immediata affissione del crocifisso in tutti gli edifici pubblici presenti sul territorio” “quale espressione dei fondamentali valori ‘civili’ e ‘culturali’ dello Stato italiano”. E analogo provvedimento ha emanato anche Francesco Di Gregorio (Pdl), sindaco di Chiusa Sclafani (Pa), che ha anche ordinato di multare, con 500 euro, la dirigente dell’Istituto comprensivo “Reina”, rea di non aver affisso il crocefisso nella presidenza (mentre la croce era regolarmente presente in tutte le aule della scuola).

No al crocefisso: una petizione per la laicità

A sostegno della sentenza di Strasburgo c’è una petizione lanciata da alcuni cittadini, che può essere sottoscritta sul sito internet dell’associazione PeaceLink. La sentenza è “una vittoria del principio di laicità dello Stato e della parità di stima delle minoranze e un passo avanti sulla via pluralista, l’unica che consente di costruire uno spazio sociale e politico europeo fondato sulla libertà e sul rispetto reciproco, dove le diversità possano convivere”, si legge nel testo. “Crediamo che, come è diritto inalienabile dell’individuo portare ed esporre indisturbato sulla propria persona, anche in ambito scolastico, i simboli della propria fede religiosa, allo stesso modo sia dovere dell’istituzione pubblica attenersi a una scrupolosa neutralità per farsi al meglio garante del diritto di ciascuno alla libera espressione di fede religiosa, di ateismo o agnosticismo”. Riteniamo irrispettosa nei confronti di quel che rappresentano i simboli religiosi, conclude la petizione, “ogni loro riduzione a mera tradizione secolare, o addirittura a simbolo di uno Stato nazionale, ogni loro strumentalizzazione per incoraggiare il conformismo e mantenere posizioni di potere”.

“Nì” al crocefisso: la proposta di legge del Pd

È ispirato invece a tutt’altra idea di laicità il ddl presentato da alcuni parlamentari del Partito Democratico, fra cui Stefano Ceccanti, Giuseppe Lumia, Vannino Chiti e Giorgio Tonini. “Si tratta di un unico articolo suddiviso in tre commi”, spiega Ceccanti. “Il primo comma prevede come regola generale la presenza del crocifisso nelle aule, in considerazione del valore della cultura religiosa, del patrimonio storico del popolo italiano e del contributo dato ai valori del costituzionalismo, come segno del valore e del limite delle Costituzioni. Il comma 2 configura la procedura per una soluzione consensuale, quando l’affissione del crocifisso venga contestata per motivi religiosi o di coscienza indicando tra le possibili soluzioni l’aggiunta di ulteriori simboli religiosi. Il comma 3 regolamenta le modalità di soluzione del caso singolo in assenza di accordo. La decisione è presa per la singola ma, data la sua delicatezza e le obiettive ricadute sull’intero istituto scolastico, viene assunta previo parere del Consiglio di Circolo o di Istituto, col metodo della ricerca del più ampio consenso, evitando sia una decisione a ristretta maggioranza, sia un potere di veto illimitato concesso al singolo”. Conclude Ceccanti: “Il Parlamento può così assumersi pienamente la sua responsabilità, oltre le incertezze normative odierne e i conflitti giudiziari, alla ricerca di un consenso condiviso”. (l. k.)

Articolo tratto da
ADISTA
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Sabato 30 Gennaio,2010 Ore: 23:26
 
 
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Il crocifisso nelle aule scolastiche e negli uffici pubblici? Facciamo chiarezza

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