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www.ildialogo.org Lettera al Cardinale Basgnasco,di P. Giovanni Belloni

Ottava Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Lettera al Cardinale Basgnasco

di P. Giovanni Belloni

Signor Cardinale, (Piazza Matteotti, 14 - 16123 Genova)
       Le confesso che mi sono sentito veramente ferito e con l’amaro in bocca, dopo aver letto la sua intervista sul Corriere della sera di oggi. All’intervistatore che le chiedeva circa la proposta dell’insegnamento della religione islamica nelle scuole, lei si diceva contrario. Il mio disagio si basa sul fatto che lei motiva la sua scelta citando l’articolo 9 del Concordato, stipulato tra lo Stato della Città del Vaticano e lo Stato Italiano nel 1984, quando ancora non era così numerosa la presenza di una popolazione musulmana nel nostro paese. Perché non chiederci invece cosa ci direbbe oggi, il Vangelo in un mondo ed in un paese come il nostro che in questi venticinque anni sono notevolmente mutati?
       Tanto più, non so lei lo sa, che in Italia c’è un gruppo di cattolici che si sono fatti promotori di una iniziativa che proprio nei giorni prossimi si celebra per l’ottava volta: la giornata del dialogo cristiano-islamico (per sua conoscenza le allego la locandina di chi ha lanciato una simile iniziativa ed il programma che si svolgerà nella nostra città): come vede, la base della comunità cristiana, che vive a contatto con persone musulmane, sentono l’esigenza di trovare dei punti d’incontro. Con la sua presa di posizione pubblica, diffusa a mezzo stampa e TV, mortifica questi gesti di buona volontà di cristiani e mussulmani che si avventurano nel cammino del dialogo. Costoro ci credono e hanno fiducia in questa apertura reciproca.
Reverendo Carissimo,
Nel nostro paese ci sono già degli esponenti di partiti, che cercano di seminare la zizzania nei nostri quartieri e nei nostri paesi… Mi creda, se lei avesse citato il vangelo avrei anche potuto prendere in considerazione il suo punto di vista… La mia disubbidienza, il mio disaccordo con lei si fonda sul fatto che la sua “pezza giustificativa” non è altro che il sostegno ad una intesa “tra uomini (di Stato)”…  
        Chi le scrive ha vissuto un ventennio in Bangladesh. Un paese dove le comunità cristiane non raggiungono il mezzo milione. Veramente come il “resto d’Israele” in mezzo ad una popolazione mussulmana di più di cento milioni di persone! Ed è proprio in una situazione del genere che ho imparato “come” si vive in una chiesa che è minoranza, ma ben voluta e stimata attraverso le sue opere di carità: scuole, dispensari ed ospedali, aperti a tutti, che danno la testimonianza del vangelo: la legge degli uomini non sarebbe in grado di darle tanta stima!!!
        Le “radici cristiane” del nostro paese non sono privi di “frutti” di carità genuina attraverso opere diocesane e nazionali. Non mancano persone che sentono quanto sia ancora un problema che le diverse chiese cristiane, si presentino divise nel nostro paese e sono così impegnate nell’ecumenismo. Fortunatamente ci sono pure coloro che credono che l’umanità avrebbe un avvenire migliore se le religioni assolvessero al loro ruolo senza bisogno di appoggi esterni sia dei politici o di uno Stato.
        Ma “proclami” come il suo, possono anche scoraggiare chi si trova ad operare in situazioni già difficili, con la fatica di vivere in un periodo che non può tenere come metro di misura il passato, anzi deve cercare di guardare avanti!
        Questo scritto può essere interpretato come una “impertinenza”. Non dubiti, quanto ho scritto la considero la “mia” verità, che mi sembra, non poi tanto astratta.
        Cordialmente  
 
 P. Giovanni Belloni
 
2 Allegati: Locandina dei Promotori del dialogo cristiano-islamico
               Locandina del programma predisposto in Genova
 
Genova, 18 Ottobre 2009
 
 
     P.S. Il senso del mio intervento mi sembra abbia una sua logica nel brano del vangelo della liturgia di oggi (XXIX domenica Anno B):
             “Si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: Maestro
             noi vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiediamo. (…) Gli altri dieci, avendo
             sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni (…)” (Marco 10,35.41)
A mio avviso questo ci ricorda che non è facile seguire il Maestro nel suo cammino verso Gerusalemme, soprattutto nel cercare “di servire e non di essere serviti”.
In quanto, quando nella chiesa, o nella società civile, in una comunità religiosa, o in una famiglia, o in un paese come il nostro, una persona o un gruppo al suo interno chiede per se privilegi che escludano gli altri… il risultato non è altro che disordine, inimicizia e spirito di competizione che non fa altro che rompere l’armonia della comunità. 
Sempre nello stesso brano Gesù ammonisce i suoi: “tra voi non sia così”, nel senso che non seguano la logica della società civile.
Preghiamo quindi perché il Signore ci aiuti tutti noi a diventare Suoi discepoli anche in questo aspetto non tanto secondario del nostro vivere da cristiani in una società che non lo è.
 
g. b.
 
18 ottobre 2009.
 


Mercoledì 21 Ottobre,2009 Ore: 11:57
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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