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www.ildialogo.org Lettera ai vescovi di Francia,di Anne Soupa e Christine Pedotti

Lettera ai vescovi di Francia

di Anne Soupa e Christine Pedotti

in www.comitedelajupe.fr  del 29 ottobre 2009 (traduzione: www.finesettimana.org)
 
Ai vescovi di Francia  
Lettera aperta e indirizzata a ciascuno  
29 ottobre 2009
Monsignori e cari Padri,  
due settimane fa vi abbiamo fatto pervenire un breve scritto per segnalarvi con quale spirito abbiamo preso l'iniziativa di creare la Conferenza dei Battezzati/e di Francia (CBF). Vi avevamo annunciato che saremmo tornati a rivolgerci a voi per l'inizio del mese di novembre. Eccoci.
L'anno che è appena trascorso è stato per noi un anno di presa di coscienza, abbiamo utilizzato, nella nostra precedente lettera, la parola “risveglio” e per noi, non si tratta niente di meno che di un riscotimento della coscienza.
 La nostra Chiesa non sta bene. Non solo perché manca di mezzi, inutile rifare un bilancio che tutti conoscono, ma soprattutto perché ha un problema di sconforto. In una parola, siamo demoralizzati perché continuiamo a guardare quello che ci manca, quello che abbiamo perduto.
 Siamo demoralizzati e abbiamo paura del futuro.
Di fronte a questa situazione, si può reagire in modi diversi:
con la negazione, “ma no, non va male”, con l'attenuazione, “non va poi così male”, con la banalizzazione: “la Chiesa ha conosciuto periodi peggiori”.
Ci si può lasciar andare al pensiero magico: “presto andrà meglio”, o all'aggressività: “è colpa degli altri (del mondo)”.
Si possono erigere muri, barricarsi, tapparsi gli occhi, chiudere le orecchie alle voci del mondo, o cercare di inventare delle macchine per risalire indietro nel tempo.
Tutto questo, lo abbiamo fatto, poco o tanto, voi come noi.
Nel corso di quest'anno, a causa dello slancio di speranza che è salito verso di noi, abbiamo fatto un'altra analisi, quella delle risorse, e abbiamo scoperto che siamo ricchi, infinitamente più ricchi di quanto pensiamo, perché siamo ricchi di noi stessi. Con “noi”, intendiamo voi e noi. Siamo migliaia di persone, uomini e donne, religiosi e religiose, diaconi, preti, vescovi e laici, che ovunque nella Chiesa di Francia abbiamo dato la nostra fede a Cristo e siamo pronti a render conto della speranza che ci fa vivere, siamo pronti a render conto della grazia del nostro battesimo.
Questo è il tesoro, la ricchezza, sulla quale vogliamo costruire.
È un esteso giacimento, quasi non sfruttato perché mentalità e strutture, un tempo operative, sono oggi paralizzanti. Oh, certo, ci sono molti laici che “fanno delle cose”, ma tappano i buchi, riempiono le brecce e, lo sapete bene, “brontolano”. Perché? Noi crediamo che, troppo spesso, gli uni e gli altri, nelle missioni che sono loro affidate, non vengano realmente associati alle responsabilità correlate. A volte perché non vengono loro date, a volte perché non si sentono autorizzati a prenderle.
 La Conferenza dei Battezzati/e di Francia ci sembra essere il mezzo per aprire un luogo che ci associ tutti in nome della nostra responsabilità battesimale.
La migliore obiezione che abbiamo sentito a tale creazione è che questa Conferenza non ha ragion d'essere poiché esiste già ed è semplicemente la Chiesa di Francia... Certo, ma la Chiesa di Francia non ha un luogo dove tutti possono discutere, ascoltarsi, sostenersi.
Rileggiamo il Decreto sull'apostolato dei laici del Concilio Vaticano II, paragrafo 26: “Per quel che è possibile ci saranno nelle diocesi dei consigli che danno il loro contributo per il lavoro apostolico della Chiesa, ossia nel campo dell'evangelizzazione e della santificazione  
[...]
 Dei consigli di questo genere devono esistere anche, per quanto possibile, a livello nazionale.” Non c'è nessun desiderio di rivoluzione nella nostra azione. Ci poniamo fermamente nella Chiesa, e al suo servizio, nella prospettiva specifica della vocazione battesimale che è innanzitutto una vocazione missionaria. In questo rispondiamo all'appello di Giovanni Paolo II nella sua esortazione apostolica Christifideles laici. Avendo a cuore di ricordare il posto particolare dei laici, papa Giovanni Paolo II distingueva nettamente la loro “partecipazione alla Chiesa comune” (capitolo II) della loro “co-responsabilità nella Chiesa missione (capitolo III).
Allora, questa Conferenza dei Battezzati/e di Francia, che cosa sarà? Sarà quello che ne faremo. Tuttavia, l'atto iniziale di creazione ha messo a fuoco tre grandi fondamenti e tre prime missioni.
 1. I fondamenti:
 A. Un attaccamento indefettibile alle Scritture e alla Tradizione cattolica.
Questo punto non è soggetto a discussione poiché è l'essenza stessa del nostro attaccamento alla Chiesa cattolica.
 B. Un attaccamento indefettibile al Concilio Vaticano II nella sua lettera e nel suo spirito
Neanche questo è soggetto a discussione, poiché l'ultimo concilio si inscrive in maniera plenaria sia nella Tradizione cattolica e nella realtà della vita della Chiesa da circa quarantacinque anni.
 C. La parità tra le donne e gli uomini nella C.B.F.
Questo fondamento può sembrare sorprendente. Eppure è molto precisamente in nome del nostro battesimo che lo invochiamo. Si sottolinea troppo raramente che il battesimo cristiano, a differenza dei riti di accoglienza degli altri monoteismi, e anche delle altre religioni, non introduce rigorosamente alcuna distinzione tra le bambine e i bambini. Il battesimo, in un gesto profetico ed escatologico, compie quello che sarà.
Uguaglianza non è parità, diranno alcuni. Ma insomma, certo che lo è! La parità (senza integralismo) è la condizione dell'uguaglianza.
Del resto, che cosa bisognerebbe temere dalla parità nella C.B.F.? Niente, se non di mettere in piena luce quello che appartiene al codice genetico del cristianesimo e questo certo fin dall'origine. Sì, questa parità che appartiene alla nostra tradizione più antica, farà paradossalmente apparire la nostra Chiesa, per mezzo della C.B.F., come “ultramoderna”. Così riceviamo come una grazia questa regola, che si radica in una delle disposizioni sacramentali più antiche della nostra Chiesa.
E, per conservare un po' di umorismo, osserviamo che questa parità proteggerà prima di tutto... gli “uomini” di sesso maschile, in numero molto inferiore agli “uomini” di sesso femminile nella Chiesa.
 2. Il problema dei mezzi  
è quello che richiederà molta cura, molta immaginazione e anche molte energie.
Desideriamo riunire delle assise generali, appena la cosa sarà possibile.
Non sono le circa quattrocento persone, o cinque-seicento forse, con quelle delle città di provincia che hanno partecipato alla marcia o si sono radunate lo stesso giorno a poter pretendere di costituire questa Conferenza. Possono essere solo i battistrada, gli animatori, affinché la casa di cui poniamo le fondamenta diventi una casa piena e viva in cui ciascuno trovi il suo posto. Molti, dall'11 ottobre, si sono uniti a noi. Diverse centinaia di mail ogni giorno... Prezioso vivaio di forze con il quale costituiremo queste assise generali, nel rispetto delle scelte ulteriori della maggioranza. È per questo che creeremo in un primo tempo un'associazione di sostegno alla creazione della C.B.F.
(Conferenza dei Battezzati/e di Francia) – associazione legge 1901 e in un secondo tempo sarà creata un'associazione canonica per la vita della CBF nella Chiesa.
Sugli schemi di strutture possibili di questa futura Conferenza, sarà opportuno raccogliere pareri, esaminare le esperienze straniere simili, e sfruttare al massimo le risorse di internet, affinché il livello di consultazione e la partecipazione effettiva siano i più ampi possibili.
 3. Le missioni
A. Il primo ministero è quello dell'Ascolto, disposizione del cuore essenziale da sempre, per l'ebraismo come per il cristianesimo: “Ascolta Israele, il Signore tuo Dio è l'unico Dio”. Questo ascolto che circonda e permette la rivelazione dell'amore di Dio deve potersi esercitare nella nostra Chiesa come nella società. Sarebbe significativo che un luogo – la Conferenza – sia destinato a questo per vocazione. Ad intra, vogliamo raccogliere e far circolare la parola dei battezzati per strutturarla in opinione pubblica strutturata, coerente e responsabile, cosa che in nessun caso può sorgere da una consultazione per sondaggio. Ad extra esiste anche il bisogno di ascolto, in maniera cruciale. Chi, oggi, non ha bisogno di essere ascoltato? Sofferenze, gioie, aspirazioni profonde degli uomini e delle donne sono, ieri come oggi, il terreno dell'annuncio del Vangelo. Gesù non faceva solo il catechismo. Spesso chiedeva: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”
 B. Il secondo ministero è quello della benedizione.
Se Dio è amore, se la straordinaria benedizione del mondo che la Bibbia ci apre ha un senso, essa impegna ad un tipo di discorso sul mondo e sull'umanità che ne faccia emergere la bontà, la bellezza, la grandezza. È dentro questo commosso giudizio di Dio sulla sua opera che può, probabilmente, rivelarsi la parte della mancanze e degli errori. Vogliamo quindi mettere in luce, sia all'interno della nostra Chiesa che amiamo, sia nel nostro ambiente sociale, gli atti d'amore, di generosità, di compassione, di perdono e di condivisione. Vogliamo riconoscere Dio all'opera nell'umanità, e lodarlo: basta vedere il rituale delle Benedizioni, così ricco, promulgato dopo il Concilio Vaticano II.
 C. La speranza, infine, con difficoltà si apre un posto oggi sia nella Chiesa che nella società. L'una e l'altra credono ancora al loro futuro? Se Dio è l'alpha e l'omega, è sempre davanti a noi. C'è da dire e da ripetere che l'uomo aspira a incontrare Dio e che Dio gli offre la vita in abbondanza. È imperioso questo annuncio della sollecitudine di Dio verso ciascuno e ciascuna! Vogliamo annunciare che ogni esistenza umana ha un senso e che Dio si preoccupa di ciascuno e dà un senso al destino dell'umanità.
 Vogliamo farvi partecipi, infine, di alcune intuizioni
In primo luogo, scommettiamo che le critiche pesanti di cui la Chiesa è oggetto oggi sono per una parte il tributo da pagare alla passività nella quale sono tenuti molti battezzati. Nel momento in cui essi diventano protagonisti, “come per magia” le critiche che pesano sull'istituzione diminuiranno.
Essere protagonisti rafforza la solidarietà e disarma la critica. Quando realmente la Chiesa siamo noi, tutti noi, e non più “loro!”, “voi!” caricati di tutti i mali, allora l'energia, prima mobilitata nella critica, diventa una forza di edificazione.
Non basta brandire il canone 208 sull'uguale dignità dei battezzati. Bisogna anche offrire ai laici dei luoghi di dignità. Così, ciascuno, realizzando la propria vocazione, fa crescere il Corpo di Cristo in vista del bene di tutti.
E poi ci sembra che, nella situazione di sofferenza attuale, sofferenza condivisa da tutti, la nostra posizione di laici, molto impegnati, certo, ma “un po' di lato” ci metta in una situazione “privilegiata” per dare inizio a un movimento. Noi non soffriamo come voi, perché se siamo di Cristo, come voi, la Chiesa non è la nostra sola casa. Noi non siamo bloccati come voi nelle costrizioni istituzionali. Ma senza dubbio, più di voi, noi vediamo tutti coloro che se ne sono andati e che mancano a noi tutti.
Allora, eccoci! Abbiamo il cuore pieno di speranza, pensiamo che sia il momento. Vediamo ogni giorno delle persone alzarsi in piedi e sperare con noi. Non aspettano che siano altri a far muovere le cose. Si alzano loro per farlo. Ce lo dicono senza sosta; la loro passione, è che il Vangelo sia annunciato. Non vi chiediamo quasi niente... ma un po' più del beneficio del dubbio... un po' più della giurisprudenza Gamaliel: “se la loro opera viene dagli uomini, si distruggerà da sola; ma se veramente viene da Dio, non riuscirete a distruggerla”. Vi chiediamo la vostra benevolenza, in fondo, la vostra benedizione. Non uccidente sul nascere ciò che chiede di crescere, sono tenere e fragili le opere che cominciano, hanno bisogno degli altri, hanno bisogno di tutti.
Questa volta, Monsignori e cari Padri, aspettiamo da parte vostra risposte e commenti, incoraggiamenti, correzione (fraterna), e benedizione. Per dirla fino in fondo, speriamo perfino che molti di voi riconoscano in questa iniziativa un segno positivo, un segno di vitalità, come una rondine, che, anche se non fa primavera, però la annuncia. Siamo disponibili a incontrare ciascuno in ogni momento che riterrete opportuno e, nell'attesa di questi incontri, vi assicuriamo il nostro fedele rispetto in Cristo.
 Christine Pedotti e Anne Soupa


Domenica 01 Novembre,2009 Ore: 17:30
 
 
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