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www.ildialogo.org VISITA AD LIMINA, BACCHETTATE AD LIBITUM. IL PAPA CRITICA I VESCOVI ‘CONCILIARI’ DEL BRASILE,

VISITA AD LIMINA, BACCHETTATE AD LIBITUM. IL PAPA CRITICA I VESCOVI ‘CONCILIARI’ DEL BRASILE

 

35184. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. I vescovi brasiliani ricevuti da Benedetto XVI in visita ad limina (un primo gruppo: quelli del Mato Grosso do Sul e del Mato Grosso) saranno rimasti sbigottiti alle parole rivolte loro dal papa.
“Amati fratelli”, ha detto nella seconda parte del suo discorso, “nei decenni successivi al Concilio Vaticano II, alcuni hanno interpretato l’apertura al mondo non come un’esigenza dell’ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come un passaggio alla secolarizzazione, scorgendo in essa alcuni valori di grande spessore cristiano, come l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà e mostrandosi disponibili a fare concessioni e a scoprire campi di cooperazione. Si è così assistito a interventi di alcuni responsabili ecclesiali in dibattiti etici, in risposta alle aspettative dell’opinione pubblica, ma si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale e i novissimi. Inconsciamente si è caduti nell’autosecolarizzazione di molte comunità ecclesiali; queste, sperando di compiacere quanti erano lontani, hanno visto andare via, defraudati e disillusi, coloro che già vi partecipavano: i nostri contemporanei, quando s’incontrano con noi, vogliono vedere quello che non vedono in nessun’altra parte, ossia la gioia e la speranza che nascono dal fatto di stare con il Signore risorto”.
Non fa nomi, Benedetto XVI, non cita il loro ruolo, ma di vescovi deve trattarsi, visto che il papa parla di “alcuni responsabili ecclesiali” tra i più ‘conciliari’ e che è nel contesto post-Vaticano II che egli colloca l’“autosecolarizzazione” nella quale i prelati sarebbero incorsi. E precisamente i tanti vescovi brasiliani – i Câmara, i Lorscheider, i Casaldáliga, ecc., quelli del “Patto delle catacombe” (v. Adista n. 60/09) - che, insieme ai rappresentanti degli altri episcopati latinoamericani, hanno dato vita alla specificità della Chiesa del Continente, come emersa dalla Conferenza di Medellín (la II Conferenza Generale dell’episcopato latinoamericano, 1968) in attuazione del magistero del Concilio Vaticano II. Medellín ha lasciato scritto: “La Chiesa latinoamericana (…) ha posto al centro della sua attenzione l’uomo di questo continente, che vive un momento decisivo del suo processo storico. Ma in questo modo non crede di aver ‘deviato’, bensì di essere ‘tornata verso l’uomo’ cosciente del fatto che, ‘per conoscere Dio, è necessario conoscere l’uomo’. Poiché Cristo è colui in cui si manifesta il mistero dell’uomo. La Chiesa ha cercato di comprendere questo momento storico dell’uomo latinoamericano alla luce della Parola che è Cristo”. Non era, quella di Medellín, che l’assunzione nella pastorale latinoamericana della Costituzione conciliare Gaudium et spes. “In questa Costituzione – citiamo qui il teologo José Comblin in Adista n. 60/08 – la Chiesa prese ad orientamento il servizio all’umanità. Implicitamente il tema dominante è quello di una conversione della Chiesa al mondo. È ciò che Paolo VI sottolineò e difese chiaramente nel suo discorso di chiusura. Il centro era l’essere umano e la Chiesa era al servizio dell’essere umano”.
Il papa sembra dunque andare oltre la condanna della specificità ecclesiale latinoamericana. E avanza buone speranze di raddrizzare la situazione creata evidentemente dal Concilio: “Attualmente – ha dichiarato nel prosieguo del discorso ai vescovi brasiliani – c’è una nuova generazione nata in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare apertura e consensi, vede allargarsi sempre più nella società il baratro delle differenze e delle contrapposizioni al Magistero della Chiesa, soprattutto in campo etico. In questo deserto di Dio, la nuova generazione prova una grande sete di trascendenza. Sono i giovani di questa generazione – ha specificato dando corpo alla sua speranza – a bussare oggi alla porta del seminario e ad aver bisogno di trovarvi formatori che siano veri uomini di Dio, sacerdoti totalmente dediti alla formazione, che testimoniano il dono di sé alla Chiesa, attraverso il celibato e una vita austera, secondo il modello di Cristo Buon Pastore. Così questi giovani impareranno a essere sensibili all’incontro con il Signore, nella partecipazione quotidiana all’Eucarestia, amando il silenzio e la preghiera e cercando, in primo luogo, la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. (eletta cucuzza)
 
 

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail Sito www.adista.it



Luned́ 14 Settembre,2009 Ore: 18:30
 
 
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