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www.ildialogo.org L’INQUISIZIONE NON VA IN VACANZA. CHIUDE IL BLOG DEL TEOLOGO JUAN MASIÁ,da Agenzia ADISTA

L’INQUISIZIONE NON VA IN VACANZA. CHIUDE IL BLOG DEL TEOLOGO JUAN MASIÁ

da Agenzia ADISTA

 

DOC-2172. MADRID-ADISTA. L’“Inquisizione S.A.”, dove per S.A. si intende, come spiega il gesuita Juan Masiá, “Società anonima”, ha colpito ancora: a farne le spese è stato proprio il teologo spagnolo, attualmente professore di Bioetica a Osaka e Matsuyama, in Giappone, già una volta vittima di attacchi inquisitoriali, quando, nel 2006, gli fu tolta la cattedra di Bioetica alla Pontificia Università di Comillas di Madrid per le sue teorie biogenetiche (v. Adista n. 28/06). Questa volta, invece, in seguito alle pressioni esercitate dai vescovi spagnoli sui suoi superiori della Compagnia di Gesù, Juan Masiá si è visto costretto a chiudere il suo seguitissimo blog (“Vivere e pensare alla frontiera”) sul portale spagnolo Religión Digital, assumendosi lui stesso la responsabilità di interrompere il contatto con i lettori per risparmiare al padre provinciale dei gesuiti in Giappone, Shogo Sumita, il dolore di impartire un ordine formale in tal senso. Era già da mesi che i vescovi spagnoli trasmettevano le loro lamentele a p. Sumita, ma, stando a quanto scrive un altro gesuita amico di Masiá, lo scrittore e giornalista Pedro Miguel Lamet, la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato uno degli ultimi post del suo blog, dal titolo “Paella mixta y encíclica variada... de la casa”, in cui il teologo, paragonando la Caritas in veritate ad una paella, ne evidenziava limiti e contraddizioni (il post è stato poi ripreso da Masiá come parte di un commento più ampio dal titolo “Las lentes bifocales de la Curia romana”, pubblicato dal portale Atrio il 23 luglio scorso).
Ad annunciare la decisione di chiudere il blog è stato, il 28 luglio scorso, lo stesso Juan Masiá in una lettera aperta al direttore di Religión Digital, José Manuel Vidal, volendo opporre al “vizio del segreto” la “virtù dell’informazione”, nella ricerca di una trasparenza di cui certamente non abbonda la Chiesa di oggi. E un profondo dispiacere ha espresso, in un’altra lettera aperta, il direttore del portale spagnolo: “Dispiace sempre che si metta a tacere una voce. E ancor di più nella Chiesa. E una voce tanto significativa come quella di Juan Masiá. Perché Juan, da quando ha perso la sua cattedra di Bioetica a Comillas, esercitava la docenza ed evangelizzava dal suo blog. Uno dei più visitati della rete. E con enorme ripercussione all’interno e all’esterno delle mura ecclesiastiche”. E se Vidal ha annunciato che il blog di Masiá resterà comunque aperto sul portale, per permettere ai lettori di alimentarsi con tutto ciò che egli è venuto scrivendo durante gli anni, è stato già aperto un nuovo sito del teologo, all’indirizzo www.juanmasia.net.
Di seguito, in una nostra traduzione dallo spagnolo, l’articolo ripreso da Atrio dal titolo “Le lenti bifocali della Curia romana”, la lettera aperta di Masiá a José Manuel Vidal e ampi stralci dei commenti di Pedro Miguel Lamet (21rs, 28/7) e di José Maria Castillo (Religión Digital, 29/7). (claudia fanti)
 
 
 
 
Caro José Manuel,
contro il vizio del segreto c’è la virtù dell’informazione. Perché vi sia trasparenza, ti informo pubblicamente, in questa lettera aperta, dei tentativi della “Inquisizione, S.A.” contro questo blog (nota: Non c’è errore, non è S.J.; è proprio S.A., cioè, Società Anonima; l’anonimato suole caratterizzare le produzioni terroriste).
Alcuni mesi fa, il superiore dei gesuiti in Giappone mi ha mostrato una lettera di p. Elías Royón, Provinciale di Spagna, che gli trasmetteva lamentele episcopali sui miei scritti. Mi ha detto che non c’erano problemi di ortodossia, ma un malessere dovuto ad alcune “sensibilità” e mi ha raccomandato di essere prudente e di evitare battute sulle mitrie (tu sai molto bene come giornalista che, in questo Paese, è permesso scherzare su tutti i santi e dire barzellette sulla Trinità, ma guai a chi si azzarda a trattare i vescovi con umorismo!).
Il mese scorso p. Sumita è tornato ad informarmi sulle pressioni esercitate su di lui per persuaderlo a farmi tacere e abbiamo deciso di mostrare i post ad una terza persona imparziale perché esaminasse l’eventuale presenza di qualcosa di sconveniente che potesse turbare le fragili sensibilità di qualche mitria.
Ma pare che questo non basti, giacché, secondo fonti fededegne, continuano a moltiplicarsi le lamentele da Madrid a Tokyo: provengono da quella che potremmo chiamare, in mancanza di migliori eufemismi, “una parte delle istanze ecclesiastiche di una parte dello Stato spagnolo fortemente identificata politico-religiosamente con correnti neoconservatrici”.
Il mio superiore giapponese desidera, naturalmente, mantenere una buona relazione tanto con l’episcopato spagnolo quanto con i suoi colleghi spagnoli nel governo dell’Ordine, per cui mi consiglia, in maniera prudente e conciliatoria, di circoscrivere le mie attività giornalistiche al Giappone.
Mi dispiace rinunciare al contatto con un pubblico che mi dice di trovare d’aiuto questi post tanto semplici. Ma nessuno è imprescindibile e non vale la pena spendere energie a discutere con quanti sembrano vivere nella Spagna di Buñuel o al tempo di Torquemada.
Dopo aver dedicato i post di agosto a meditare a voce alta sugli otto giorni di Esercizi Spirituali, questa settimana ho considerato la questione e, alla vigilia della celebrazione di Sant’Ignazio del 31 luglio, ho deciso di assumere di mia iniziativa la responsabilità di lasciare questo blog.
Vorrei evitare così che il mio immediato superiore, p. Sumita, che apprezzo e stimo, si veda obbligato ad ordinarmelo formalmente (detto volgarmente, obbligato a ingoiare il rospo), passando lui come il “cattivo del film” e trascorrendo la notte in bianco prima di dirmelo, come mi risulta sia successo anche a chi è stato e continua ad essere un mio buon amico, José Ramón Busto, rettore di Comillas, il giorno prima di defenestrarmi, contro la sua volontà, dalla Cattedra di Bioetica, per calmare nervosismi cardinalizi e difendere l’istituzione.
Inoltre, è preferibile che ci sia trasparenza e si sappia da dove tirano le pietre quelli che nascondono la mano.
Che il giornalismo, fedele alla libertà di espressione, continui a contribuire perché non si soffochi la libertà dello spirito.
Pregando per l’intercessione dei rimpianti Vicente Tarancón e Javier Gafo perché rivivano come in Ezechiele le ossa secche della situazione anomala della Chiesa in “alcune aree dello Stato spagnolo”, con un saluto anche a tutta l’équipe, ricevi un forte abbraccio di speranza.
 
 

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail Sito www.adista.it



Lunedì 31 Agosto,2009 Ore: 14:19
 
 
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