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Sulle beatificazioni in corso
Scherza coi santi

Dal Blog di Walter Peruzzi http://www.cattolicesimo-reale.blogspot.com/


martedì 22 dicembre 2009
Benché inflazionata da Giovanni Paolo II, che ha proclamato da solo circa 2.000 servi di Dio, 1.000 beati e 482 santi contro i 296 degli ultimi 33 suoi predecessori messi insieme, la proclamazione dei santi resta un momento centrale dell’attività magisteriale perché con essa la Chiesa impegna la sua infallibilità certificando «in forma definitiva e solenne che un cristiano cattolico è attualmente nella gloria eterna» (P. Molinari, Nuovo dizionario di diritto canonico) e indicando i santi come modelli, cosicché «i fedeli siano edificati dal loro esempio» (Codice di diritto canonico).
Da un certo punto di vista si possono quindi comprendere le proteste dei cattolici più critici, come il movimento “Noi siamo Chiesa”, di fronte al proposito, annunciato da Benedetto XVI, di accelerare la beatificazione di Giovanni Paolo II (notoriamente ostile alla teologia della liberazione, a una revisione dell’etica sessuale o del ruolo della donna nella Chiesa e indulgente con i dittatori latino-americani o con Marcinkus). Per non dire dell’altro beatificando, Pio XII, muto di fronte alle stragi naziste.
Ma non sono proteste infondate se si pensa ai tanti farabutti già elevati solennemente, nel corso dei secoli, all’onore degli altari e inclusi nel Martirologio, cioè nell’elenco ufficiale dei santi?
Per limitarci ai papi, anzi solo a qualcuno di loro, ricorderemo S. Damaso I, che nel 366 strappò il soglio pontificio al rivale Ursino con una battaglia costata 137 morti o S. Simmaco, che lo conquistò nel 498 dopo scontri violentissimi in cui “si commisero da una parte e dall’altra atrocità da cannibali” (Paolo Diacono). Santi furono fatti anche Gregorio II, che nel 717 uccise un ribelle e inviò la sua testa all’imperatore; Leone IV, che nell’849 armò e guidò lui stesso una flotta contro i saraceni; Adriano III che nell’885, dopo aver fatto accecare un suo nemico, fece trarre nuda per tutta Roma e fustigare una nobildonna a lui ostile. E, se sono ancora fermi rispettivamente allo stadio di beato e di venerabile Urbano II, che bandì nel 1096 la prima crociata, e Benedetto XII, che mandò al rogo nel Trecento una trentina di eretici, è fra i santi più venerati quel Michele Ghisleri, diventato papa Pio V, cui si deve il Messale oggi riportato in auge, insieme con la messa in latino, proprio da Benedetto XVI.
Nel 1561 il Ghisleri, quando era ancora supremo inquisitore, comandò la repressione dei valdesi di Calabria: migliaia di persone furono scannate o arse vive. Di lì a qualche anno, come papa, condannò alla decapitazione o al rogo numerosi eretici, fra cui i protonotari apostolici Paleari e Carnesecchi, mise a morte il giornalista ed editore Nicolò Franco, stabilì la pena di morte per gli omosessuali, inasprì nello stato pontificio le pene per i bestemmiatori, con criteri di classe, decretando: «Un uomo del popolo il quale non possa pagare, per la prima volta deve stare un giorno davanti alle porte della chiesa con le mani legate dietro la schiena; per la seconda volta deve essere portato per la città e fustigato; per la terza volta, gli sia forata la lingua e sia mandato alle galere» (Ranke, Storia dei papi). Inoltre, inviò in Francia proprie truppe contro gli Ugonotti, esortò Filippo II a reprimere gli anabattisti, organizzò la lega vittoriosa contro i turchi a Lepanto, relegò gli ebrei nel ghetto. La stella polare di questo fanatico, come scrisse a Filippo II, era: [con gli eretici] «non riconciliarsi mai; non mai pietà; sterminate chi si sottomette e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue purché sia vendicato il Signore».
Al confronto di questo pluriomicida, additato da Benedetto XVI ai fedeli come esempio da imitare, o degli altri figuri sopra citati, Pio XII e Giovanni Paolo II rischiano di parere… dei santi. Sicché forse, piuttosto che impedire il loro inserimento nel Martirologio, i cattolici preoccupati per l’immagine della Chiesa dovrebbero chiedere la rimozione dallo stesso di Pio V e molti altri papi, e poi di padre Pio, di Stepjnac, del fondatore dell’Opus dei, ecc. Ma sarà impossibile, perché vorrebbe dire per il papa ammettere che la Chiesa è soggetta a sbagliare come tutte le istituzioni “umane”…
22 dicembre 2009


Mercoledì 23 Dicembre,2009 Ore: 15:17
 
 
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Crisi chiese

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