Ho letto la lettera del papa ai preti che inaugurava lo speciale Anno, e i suoi discorsi al riguardo nelle udienze. E' chiaramente un fan di S. Giovanni Maria  Vianney, la cui devozione e approccio pastorale non adotterei per niente al mondo. La sua spiritualità del "confessare fino a che stramazzi" è un insulto a tutto ciò che oggi riteniamo un sano ministero, e i suoi famosi dialoghi con il diavolo lo escludono dalla mia lista personale di preti a cui ispirarsi.

Datemi Oscar Romero piuttosto!!!!

 

Suggerisco che "l'Anno Sacerdotale" preveda un simposio per aiutare i preti ad affrontare gli attuali problemi legati al ministero. Ritiri e viaggi in Francia sono idee simpatiche, ma sono solo distrazioni dalle criticità e dalle sfide, nonché dai temi legati al ministero presbiterale dei nostri giorni. Dieci temi, così come io li chiamo:

 

1. La carenza di preti, che si dice irreversibile. Le soluzioni tampone (utilizzare preti stranieri, raramente preparati o innalzare l'età pensionabile, ecc.) non sono una risposta. Non possiamo continuare a mantenere il celibato obbligatorio, che, a tutti gli effetti, sta producendo molto più danno alla chiesa e agli individui rispetto ad ogni aspetto positivo. Occorre discutere l'ordinazione di diaconi, di uomini sposati, e la realtà di molti preti che hanno lasciato, ma che desidererebbero esercitare il ministero per il bene della chiesa.

 

2. Che molti preti non si sentono fra i più stretti collaboratori del proprio vescovo, come dovrebbe essere. L'ultima volta che un vescovo mi ha chiesto sinceramente la mia opinione su qualcosa forse era il 1997.

3. La sensazione da parte di noi preti di essere stati traditi dai nostri vescovi dopo l'attuazione della Carta di Dallas. Ora i preti che commettono ogni piccola mancanza vengono trattati come dei serial killer. Perché non impariamo dal modo con cui i religiosi trattano la cosa? Iniziano la loro indagine con carità, mentre i vescovi già presumono che tu sia colpevole e ti rimuovono dal ministero. Nel frattempo molti religiosi accusati continuano il loro ministero in qualche modo. Non sono allontanati automaticamente, poiché il vangelo e la carità non lo permettono.
Quindi molti preti sono scoraggiati anche vedendo che molti vescovi, responsabili di aver coperto, non vengono ritenuti responsabili. Perché questa Carta di Dallas non si applica ai vescovi? Il Vaticano resta in silenzio e, naturalmente, i vescovi non sono interessati a provare la responsabilità di altri confratelli vescovi. I vescovi ci devono delle scuse in questo Anno Sacerdotale.

4. La distanza crescente tra i preti del Vaticano Secondo e quelli di Giovanni Paolo. Celebriamo questa distanza anche ritualmente nelle Ricorrenze Sacerdotali. Quando ci riuniamo per l'Eucaristia, i preti "ortodossi" vengono ritualmente messi di lato, così che possano spiccare. Quel che non si vede è il risentimento che c'è da entrambe le parti. Vedendo una simile divisione, S. Paolo potrebbe facilmente accusarci di aver peccato contro l'Eucaristia, a cominciare dai vescovi, che potrebbero mettere fine a questo, ma preferiscono tacere.

5. I problemi e le sfide che necessariamente accompagnano un presbiterato sempre più a maggioranza omosessuale. In particolare i candidati eterosessuali che si sentono dislocai in strutture seminariali omosessuali e che, di conseguenza, se ne vanno. Questo delicato tema, così come altri della lista, è trattato così bene da P. Donald Cozzens nel suo libro "The Changing Face of the Priesthood" (Il volto mutevole del presbiterato). E' un peccato che questo eccellente scritto non sia stato nominato testo uffciale dell'Anno Sacerdotale, anche se pubblicato dieci anni fa. Altra occasione mancata.

6. Il ritorno del clericalismo. C'è molto più di una fascinazione per le tonache e berrette o per antichi paramenti e rituali. La parte insidiosa preoccupa quando tocca la predicazione e i preti cominciano ad ignorare i consigli parrocchiali che dovrebbero esistere in ciascuna parrocchia. Il tempo del "il parroco ne sa di più" sta tornando in fretta.

7. Il problema dell'evangelizzazione. Molti battezzati non vanno in chiesa, come hanno dichiarato i portavoce delle celebrazioni dell'Anno Sacerdotale, poiché le loro esperienze con la chiesa istituzionale sono negative. Ne conosco tanti. I battezzati continuano a lasciare e ad andare in altre chiese e sarà così finché persisterà la sensazione che la chiesa tratti le donne, i gay e i divorziati come cittadini di seconda classe, e fin quando chiunque dissenta dai suoi insegnamenti o dottrine verrà stroncato con durezza.

Molti cattolici ex-praticanti sono convinti che la chiesa sia preoccupata del sesso, ed è così, ovviamente (basta leggere dell'ossessione di S. Giovanni Mara Vianney, ben descritta in una delle sue meravigliose biografie)*.

8. Preti che hanno abbandonato. Queste persone, secondo i canoni vaticani, sono trattati come traditori.

Ma sono una facile risposta alle nostre richieste di avere più preti per le parrocchie. Durante l'Anno Sacerdotale il papa e i vescovi, che sono sgarbati con loro, dovrebbero scusarsi e definire strutture di dialogo così che il ministero di questi preti possa essere utilizzato per il bene della chiesa

9. Fiducia nei vescovi. Negli ultimi due pontificati, i vescovi hanno assunto lo stesso ruolo che avevano prima del Vaticano II, dei pupazzi in mano al Vaticano. Agli occhi di molti preti essi sembrano persone spaventate che non osano parlare d'altro che di aborto. Essi sono i fanalini di coda della chiesa, invece che i fari. E tutti ne subiscono le conseguenze. Ad esempio i vescovi, con la coda tra le gambe, hanno votato per imporre una traduzione ancora più mediocre dei testi liturgici. Avrebbero dovuto sollevare un polverone e protestare con forza contro la stretta del potere istigata dai burocrati vaticani. Avrebbero dovuto rifiutare di essere zittiti da un comitato aggressivo in maggioranza straniero.

10. Quindi molti preti anziani dichiarano "Vado in pensione, non ne posso più". Perché affermano questo? Perché questa rassegnazione, questa disperazione?

S. Giovanni Maria Vianney
* Il Santo afferma sul pericolo delle donne: "Alas, mio caro fratello, quanta poca purezza c'è nel mondo; quanto poco valore le riserviamo; quanto poco ci impegniamo per preservarla; quanto poco zelo abbiamo nel chiederla a Dio, dato che da soli non la possiamo avere.

No, mio caro fratello, non è una virtù conosciuta a quei famosi e stagionati libertini che sguazzano e si trascinano nella melma delle loro depravazioni, i cui cuori sono riscaldati e bruciati da un fuoco impuro ... (...)

Alas, non intendendo assolutamente estinguerlo, non cessano di alimentarlo ed infiammarlo con i loro sguardi, i desideri e azioni. In quale stato sarà una tale anima quando apparirà di fronte a Dio! Purezza!
"No, mio caro fratello, questa bella virtù non è conosciuta da colui le cui labbra non sono aperte e fungono da strumento che il Male usa per vomitare la sua impurità sulla terra e che si mantiene su di esse come pane quotidiano. Alas! Quella povera anima è solo oggetto i orrore in Cielo e sulla terra! No, mio caro fratello,questa virtù di grazia della purezza non è conosciuta a quei giovani i cui occhi e mani sono corrotti dagli sguardi e... (...)

Oh Dio, quante anime questo peccato trascina giù all'Inferno! ... No, mio caro fratello, questa virtù bellissima virtù non è nota a quelle ragazze mondane e traviate che mettono molta cura perfino nell'attirare gli occhi del mondo su di loro, che con il loro abbigliamento lezioso e indecente annunciano pubblicamente di essere strumenti del male di cui l'Inferno si serve per rovinare le anime - quelle anime che costano così tanto lavoro, lacrime e tormenti a Gesù Cristo! (...)

"Guardale, queste sfortunate, e vedrai migliaia di demoni intorno alle loro teste e al loro petto. Oh mio Dio, come può la terra sopportare cotante serve del Male? Una cosa ancora più sbalorditiva è come le loro madri possano mantenerle in un tale stato inadatto ad un Cristiano! Se non avessi timore di andare troppo oltre, direi alle loro madri che sono indegne quanto le loro figlie.

"Alas! Questi cuori peccaminosi e questi occhi impuri non sono altro che fonti di veleno che portano morte a chiunque li guarda o li ascolta. Come possono questi mostri di iniquità avere il coraggio di mostrarsi davanti a Dio che è così santo e così avverso all'impudicizia! Alas! Le loro misere vite non sono nient'altro che un contenitore d'olio utile per ravvivare le fiamme dell'Inferno per tutta l'eternità..."

Sui pericoli della danza: "Perfino più strenui, se possibile, furono i suoi tentativi di arrivare alla soppressione del divertimento come la danza, cui la gente si era appassionata ma che il Santo sapeva bene essere ricettacolo del peccato" Il Curato di Ars (S. Giovanni Maria Battista Vianney), di Dom Ernest Graf.