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www.ildialogo.org Lettera aperta al Presidente della Camera onorevole Gianfranco Fini,di Roberto Malini - Gruppo EveryOne

Lettera aperta al Presidente della Camera onorevole Gianfranco Fini

di Roberto Malini - Gruppo EveryOne

Caro Presidente Fini, perché definire "gravi" e non "veritiere" le parole dei patrioti di un'Italia alla deriva?


Milano, 2 ottobre 2009. Caro Presidente Gianfranco Fini. Non siamo d'accordo con Lei che ravvisa elementi di "gravità oggettiva" nelle parole dell'onorevole Franco Barbato, che definisce lo scudo fiscale come uno strumento che servirà a rafforzare la mafia. Questa è un'evidenza che non sfugge ad alcun cittadino che abbia buonsenso. Non ci è possibile sondare i motivi per cui le Istituzioni abbiano varato uno strumento che favorirà la mafia, che ha già le mani su mezz'Italia ed è sempre più forte. Già si parla di un nuovo, triste "record" di "fatturato" per il 2009: 150 miliardi di euro! Giuseppe Pisanu ha dichiarato recentemente che un italiano su cinque è ormai sotto la mafia. E ora Le chiediamo, Presidente Fini - poiché La consideriamo una persona onesta, con il coraggio della denuncia - di passare un'ora del Suo tempo sul computer. Apra google o un altro motore di ricerca, quindi scriva uno dopo l'altro i nomi e cognomi di ministri, senatori e deputati italiani, aggiungendo poi la parola "mafia". Gli esiti di una ricerca tanto semplice la sorprenderanno. Se ricorda, il giudice Paolo Borsellino chiese con la forza della sua integrità e del suo coraggio di allontanare dalle Istituzioni non solo le personalità politiche condannate per reati di mafia, ma anche quelle il cui nome viene associato alla criminalità organizzata, anche solo per procedimenti in corso. Solo così si combatte questo terribile fenomeno. Così e impedendo il riciclaggio (cosa che il governo non fa), favorendo i controlli su persone sospette di connivenze mafiose (cosa che il governo non fa), agevolando il pentitismo (di fatto, però, non screditando i testimoni). Lo scudo fiscale entrerà nei libri di storia del futuro come un momento di vergogna per il nostro Paese. Ecco perché consideriamo personalità politiche come Di Pietro, De Magistris, Barbato, Giulietti o Rita Borsellino come veri patrioti, che tentano di restituire all'Italia una dimensione morale e civile decorosa, manifestando finalmente il coraggio di opporsi alla mafia anche quando essa infesti le Istituzioni. Le connivenze fra mafie e politica e l'espansione delle cosche al nord (oggi radicata e in crescita) furono denunciate da Paolo Borsellino poco prima di morire. Dovremmo tutti ricominciare da lì, dalle parole di un eroe, un eroe che la mafia la conosceva bene. Roberto Malini - Gruppo EveryOne

 


Venerdì 02 Ottobre,2009 Ore: 15:24
 
 
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