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www.ildialogo.org Il premier ferito,di Gloria Capuano

Controcorrente
Il premier ferito

di Gloria Capuano

Dopo il sistematico attacco alla reputazione si è passati a “lavorare” il corpo. (Berlusconi ferito)
                                                          (Gloria Capuano)
 
 
Il titolo indubbiamente d’effetto è tipico del comune giornalismo ma quand’anche veritiero non appartiene a un Giornalismo di Pace.
Per questo qui seguo con un secondo titolo:
 
E’ lecita una politica di sistematica denigrazione ?, e può o non può armare la mano dei più fragili?
                                                           (Gloria Capuano)
Torno, purtroppo costretta dall’attuale perdurante banalità della nostra politica italiana.
Gli argomenti che mi volteggiano dinnanzi agli occhi, irridenti alla mia sostanziale impotenza (non so se più culturale o solo semplicemente umana), sono tra tanti i seguenti:
-          Il dialogo. E si affaccia immediata una risposta: siamo certi che esista un dialogo (almeno  dove lo si millanta)?
A me pare che siamo sopraffatti da monologhi ( il mio compreso) senza speranze di sorta di disponibilità o capacità di decodificarci a vicenda. Purtroppo con una sola eccezione, quella del trionfo del luogo comune, che sia esso politico, religioso, o del comune epidermico sentire sembra essere l’unico spesso pericoloso collante.
-          Il linguaggio politico. In netta contrapposizione alla pretesa  sedicente innovazione, nella nostra politica si evidenzia qual è, un fossile granitico inamovibile scontro tra dx e sn.
A parte la noia, se quanto ho detto corrisponde alla realtà tutto c’è o ritroviamo tranne      l’innovazione.
-          Il fanatismo. Che per me è il vero cancro fino ad oggi privo di terapia da cui è affetta in larga misura anche se con meccanismi diversi larga parte dell’umanità. Il quale fanatismo è senza incertezze di sorta, l’antipolitica per eccellenza.
-          Le stranezze. Tra tante alludo alla stupefacente levata di scudi dell’Opposizione sia quella vera che quella d’accatto contro “lo scandaloso attacco alle Istituzioni da parte di  Berlusconi”
 
Qui mi fermo perché già così di carne sul fuoco ce n’è anche troppa.
 
Il dialogo.
Allora, come è possibile essere disponibili al dialogo se non esiste? Non esiste perché non trovo negli ambiti politici la capacità di un linguaggio che non percorra le usuali traiettorie delle altrettanto usuali contrapposizioni politiche, di un linguaggio cioè che non miri soprattutto a esasperare le emotività delle appartenenze con ogni mezzo o mezzuccio o menzogna. Di un linguaggio che ad altro non aspiri che a disarcionare con ogni espediente un governo allo scopo di soppiantarlo. E questo sorprendentemente lo trovo anche o forse soprattutto nei siti che puntano sul dialogo, siti nei quali serpeggia del resto scopertamente una violenza verbale e concettuale ( se tale è definibile la sudditanza a putrefatte ideologie) veramente paurosa perché non ammette vie di scampo e perché incita alla violenza di piazza.
Come possono tanti “intellettuali”che pur essendo ben consapevoli di fare da traino soprattutto ai più deboli o per carattere o per scarsa preparazione o per assenza dei tempi di riflessione ( sul tipo di colui che ieri ha lanciato il pesante souvenir del duomo che con le sue cuspidi avrebbe potuto non solo uccidere il bersaglio nemico, ma anche accecarlo), continuano ad insistere con aria di sufficienza e d’irrisione o, nel caso di politici, con dileggio e/o invettive accusatorie, fino a criminalizzare con disprezzo il presidente del Consiglio e ad esporlo a pubblico ludibrio anche su scala internazionale? Questo sarebbe dialogo? Montare lo scontro frontale tra concittadini è proposta di dialogo?
 
Linguaggio in politica.
     A me pare non essenziale, non… asettico, non conciliante, demagogico fino alla nausea, spesso    
      cinico e menzognero, troppo spesso violento e più programmato ad aizzare la gente contro un    
      capro espiatorio che a produrre argomenti ragionevoli.
Poniamo ad esempio la mai dimenticata celebrazione di Carlo Marx e dei suoi coltissimi  sacrosanti intenti, celebrazione che guarda a una visione socioeconomica secondo un criterio di giustizia mondiale. Nessuno si sognerebbe di giudicare l’uomo Marx dal fatto comprovato che “messa incinta” una donna, forse una donna di servizio, ha disconosciuto la paternità e indotto il suo fedelissimo facoltoso estimatore amico Friederich Engels ad assumersene il ruolo in sua vece. Si pensi quale marchio d’indegnità sarebbe stato indelebilmente incollato a un Berlusconi se fosse incorso in questo tipo di frangente. Invece nelle biografie di Marx non è dato particolare rlievo a questo…incidente di percorso e in lui anche l’uomo appare nel più avvincente e edificante dei modi, (come in realtà per la più parte deve essere stato, ma…).
L’obbiezione è facile: Carlo Marx non era un capo di governo.
 A parte che non vedo la differenza, ritengo anzi che Egli essendo un ideologo di grande spessore tanto da avere coinvolto tutta la dialettica politica non so se definire mondiale, dialettica che ancora sussulta, a maggior ragione ci si sarebbe atteso da lui un comportamento eticamente ineccepibile, quindi nient’affatto tale da poter essere occultato dai tempi storici.
 
Fanatismo
Non penso di attardarmi su questo cruciale e nefasto fenomeno nella seguente fuggevole  carrellata. Credo che basti dire essere il fanatismo l’effetto ultimo a valanga dell’assenza di dialogo e dell’inesistenza di un civile e umanitario linguaggio politico.Volendo però minimalmente arricchire il concetto posso aggiungere che il fanatismo che sia ideologico o nazionalistico o religioso o non so sotto quante altre facce esso possa sfociare, è l’espressione dell’impotenza umana a adoperare i suoi superiori attributi per il bene di tutti anzi che per il male. Sempre che si voglia credere essere nella facoltà dell’Uomo un libero arbitrio di specie. Credenza alla quale non intendo rinunciare nonostante le infinite dimostrazioni storiche e quotidiane che attesterebbero il contrario.
 
Stranezze
Troppe sono le cose che mi stupiscono del mondo politico, ad esempio lo stato d’allarme per la tanto venerata Costituzione e lo scandalo per essere stata indicata come una aberrazione la politicizzazione dei magistrati. Ma dove vivono, in che mondo vivono i nostri politici, oppure perché non si sentono in dovere di un minimo d’informazione prima d’eruttare con veemenza lo sdegno e lo scandalo per i rilievi sopraccennati?
La Costituzione. Prodotto encomiabile da rispettare e dal quale ci si dovrebbe sentire difesi tutti allo stesso modo e misura. Ma la Costituzione non è il Vangelo, anzi è l’espressione sì massima della volontà democratica di coloro che l’hanno stilata, ma risente e non poteva essere altrimenti delle urgenze ad essa all’epoca attuali.
Limitandomi esclusivamente alla mia personale esperienza ( chi è competente in materia saprebbe addurre molte altre testimonianze) ricordo che l’ex Presidente della Repubblica Cossiga già ai suoi tempi ravvisava l’opportunità di apportare delle modifiche alla Costituzione. Questo ricordo l’ho riesumato da una mia poesia del gruppo Impegno Civile che parla degli argomenti usati da Cossiga alla vedova Giorgeri, cioè del generale Giorgeri ucciso dalle brigate rosse. In sostanza esortava la donna a non sentirsi vittima della comune criminalità ma di una ineluttabile cioè legittima perciò comprensibile azione politica. Incredibile ma vero.
Non aggiungo altro, salvo a segnalare la necessità di attualizzare periodicamente la Costituzione senza che da nessuno si gridi allo scandalo, del resto il problema è trattato anche in Internet ( è interessante da consultare), e anche di aggiungere non senza ansietà che quando la presenza musulmana sarà maggioritaria nel nostro Paese (ma anche in Europa) saremo costretti a modificare certamente la Costituzione, ma in senso indubbiamente marcatamente peggiorativo con alto costo per la civiltà della famiglia e soprattutto delle donne, già in tutto il mondo fortemente penalizzate.
      Politicizzazione dei magistrati
La colpa, secondo me il merito, di Berlusconi a questo riguardo è di aver detto quello che la gente non ha l’ardire di dire avendo paura anche di pensarlo. E cioè che i giudici non dovrebbero essere politicizzati. Non intendo svolgere questo tema complesso ma solo rimarcare che esso è dibattuto da tanti, tanti decenni proprio nell’ambito giudiziario. Io stessa che facevo parte dell’Associazione Giuristi italiani, caso unico del tutto anomalo non essendo né avvocato e neppure giudice ma medico, ho partecipato con grande interesse a una serie di incontri promossi dalla suddetta Associazione, incontri assai animati tra giudici e avvocati che difendevano il diritto dei magistrati a impegnarsi politicamente e giudici e avvocati che ne motivavano l’inopportunità.
 Rappresentanti del popolo del tutto assenti o muti, e il motivo è semplice: tutti i cittadini hanno un timore reverenziale dei magistrati perché sanno che prima o poi potrebbero vedere il loro più o meno sostanziale destino dipendere proprio da questa specialissima categoria. Non a caso in genere dichiarano di averne assoluta fiducia, almeno durante l’annoso excursus procedurale. In realtà sono proprio questi cittadini a prendere con realismo il polso della situazione, quando parlano sottovoce tra di loro. Non posso riferire tutto quello che ho ascoltato perché personalmente ho conosciuto molti giudici assolutamente integerrimi, competenti, del tutto indenni da appartenenze di sorta. Per questo non ritengo opportuno evidenziare quei giudici dei quali non potrei esprimermi in termini del tutto elogiativi per non correre il rischio che si possano sommariamente confondere gli uni con gli altri. Un piccolo esempio dell’opinione popolare me lo concedo simulando parole fedeli nella sostanza di quel che ho avuto occasione di ascoltare:”Così ora se ci troviamo in un Tribunale dobbiamo informarci se il nostro giudice è di destra o di sinistra, tanto per sapere in anticipo quale sarà la nostra sorte”. Ad esempio in un contendere tra un proprietario e un gestore commerciale di un bene un giudice di destra potrebbe condividere le ragioni del proprietario, mentre uno di sinistra quello del gestore. Non credo di doverlo spiegare. E questo potrebbe accadere anche senza una deliberata consapevolezza, ed è reificabile perché, pur essendo i codici composti da ferrei articoli dettagliatamente scanditi, è tuttavia sempre materia molto duttile in mani esperte. Il Presidente Berlusconi ripeto non ha fatto altro che dare voce al popolo trovandosi egli stesso in una congiuntura identica a quella dal popolo paventata, e spiegato infinite volte di non stigmatizzare affatto la categoria dei magistrati ma solo quelli che antepongono la loro appartenenza politica al loro dovuto severo equanime ufficio.
Per quanto riguarda l‘altro “scandalo” dell’”accusa di parzialità” che Berlusconi avrebbe mosso ai Presidenti della Repubblica di sinistra ritengo sia bene tenere conto di una analoga considerazione. Non credo che Berlusconi intendesse addebitare ai Presidenti una deliberata volontà di esprimersi a favore della parte a Loro affine, ma piuttosto esprimere la sua perplessità che sia umanamente possibile che delle intime profonde radici ideologiche possano non turbare in assoluto la formazione di un giudizio nonostante il massimo della determinazione all’imparzialità. A me pare una riflessione ragionevole che non si può sottovalutare a cuor leggero.
Chiudo evidenziando l’assenza d’obbiettività di tutti coloro che fanno addebito al Presidente del Consiglio di aver gettato discredito sul Paese parlando in una sede internazionale in occasione del summit del partito popolare europeo del quale Egli fa parte. Non importa esaminare se Berlusconi abbia fatto bene o male a relazionare su certe anomalie italiane, ma a me sembra un’assurdità che un addebito di tale fatta venga mosso proprio da coloro che sistematicamente gettano fango sulla figura di un Capo di Governo, riuscendo così a contaminare l’opinione pubblica anche internazionale, a partire dal fatidico avviso di garanzia fattogli pervenire a Napoli in pieno G8 .
Mi è piaciuto Violante che in uno dei tanti talk show ha sintetizzato felicemente che lo scontro in atto in Italia è tra la democrazia e la legalità. Se poi vogliamo ammettere che come eloquio il nostro Premier spesso parta per la tangente, è cosa che esigerebbe una troppo complessa analisi. Nell’attenermi esclusivamente alle apparenze mi limito a dire che sfido chiunque a governare il nostro Paese, già in una congiuntura di massima difficoltà, dovendo difendersi dal malanimo distruttivo di una Opposizione e da un martellante assillo giudiziario. Non so come faccia a resistere nel clima esasperato nel quale è costretto a vivere.
Quindi termino con una idea…fantasiosa: come popolo presenterei un esposto contro ignoti nei confronti di chi con opere e/o parole ostacolano o impediscono di fatto al Presidente di assolvere serenamente al dovere di governare derivatogli dal responso elettorale, ciò che non può non danneggiarmi se riduce, come credo, le giuste risposte alle mie fiduciose aspettative.
 
16/ dicembre/ 2009


Giovedì 17 Dicembre,2009 Ore: 16:39
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 17/12/2009 17.42
Titolo:*** Quindi termino con una idea…fantasiosa ***
CARA GLORIA CAPUANO ...


*** Quindi termino con una idea…fantasiosa ***

Per i posteri, alcune note per ricordare ....


NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2009)!!!

IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE. L’uso da parte di un partito della Repubblica del Nome "Italia" è anticostituzionale, all’ennesima potenza!!!

IL PRESIDENZIALISMO: COSTITUZIONALE O PADRONALE?!

Vedi: http://www.ildialogo.org/filosofia/documenti_1260960052.htm


A TE, UN BUON NATALE E UN BUON ANNO ....

Federico La Sala
Autore Città Giorno Ora
Maria Pia Di Caro Torino 18/12/2009 01.23
Titolo:
Aggiungo idea fantasiosa...come persona privata e parte del popolo italiano farei una petizione o un esposto per avere al governo, tanto più alla presidenza, persone pulite... rispettose della legge e della magistatura, della costituzione. SICURAMENTE pulite dal punto di vista legale e non in conflitto perpetuo con la magistratura. Che ASSOLUTAMENTE non siano in conflitto di interessi con nulla e nessuno. Che non dispongano di mezzi di comunicazione con cui influenzare il giudizio delle persone, e che di fatto non possano privatizzare alcun mezzo di comunicazione. Questo lo dico perchè alle volte si riesce a capire la realtà al di là di tutte le storie e i discorsi più belli e anche della miglior retorica. Come già in passato le menzogne passano, la realtà prima o poi avrà il sopravvento e allora chissà cosa capiterà.... cosa penseranno coloro che vi hanno creduto in buona fede? Dal passato bisognerebbe imparare.
Autore Città Giorno Ora
gloria capuano roma 21/12/2009 16.42
Titolo:Buon Natale sig La Sala
Gentilissimo signore Federico La Sala.
La ringrazio degli auguri che ricambio di cuore.
Ascolti, lo sforzo massimo che compio su me stessa è quello di calarmi nel mio prossimo. Credo d'essere lontanissima dall'esserci riuscita, mi ritengo perciò un' apprendista. Però ci credo e non mi meraviglia di essere ai primi balbettii perché ho più di un sospetto che si tratti di un'operazione tra le più difficili. Ma anche tra le più indispensabili. E' molto probabile che tutto il resto, cioè proprio il tutto che ci circonda, e noi stessi, non possa maturare se insieme ancora tutti, noi, non impariamo a calarci nel nostro prossimo.
Sembra facile, ma -ripeto- sappiamo bene che è un traguardo quasi impossibile da raggiungere e soprattutto dai tempi lunghissimi.
Pensi, calarsi negli altri vuole dire entrare in altre vite vissute, in altri ambienti culturali, significherebbe conoscere i loro buoni o cattivi maestri, ogni personale psichismo, magari anche le diverse patologie o della mente o del carattere o dell'anima, e qui mi fermo perché ritengo l'enumerazione dei diversi aspetti della conoscenza interumana non computabile. Ma se poi ci aggiunge che il tutto deve filtrare attraverso il linguaggio veramente c'è da sentirsi sgomenti.
Per questo non mi offendo e tanto meno provo rancore se mi si contesta, pur che non mi si tolga la libertà di parlare. Mi permetta di sfiorare appena uno tra suoi argomenti e di provare a chiedersi se per caso Berlusconi esortando gli Italiani al grido di Forza Italia non abbia semplicemente mutuato un'espressione tipica del linguaggio calcistico senza che gli passasse neppure lontanamente per la mente l'intenzione di privatizzare l'Italia o il termine che la designa.
Per cortesia ci provi lasciando per un attimo da parte l'orgoglio di cui chi più chi meno siamo vittime.
Accetti la mia cordialità e di nuovo buon Natale.
Gloria Capuano
Natale 2009
Autore Città Giorno Ora
gloria capuano roma 23/12/2009 12.17
Titolo:cerco di farmi capire
Cara signora, è molto difficile rispondere a una innocente quale lei appare e sicuramente è. Non c'è ombra d'irrisione nel termine innocente, direi al contrario piuttosto di pensosa e rispettosa perplessità dettata dall'essere, io, un'utopista, che perciò quanto a innocenza davvero non le sono seconda. Sì perché qualcuno vuole ingannare o lei o me e non saprei quale delle due ipotesi mi dispiaccia di più. Potrei dirle iinolltre che probabilmente sarei la prima a firmare la sua petizione ma che forse ne sarei impedita perché sarebbe una petizione, come si usa dire oggi?, ad personam.
Il Parlamento avrebbe dovuto e potuto bloccare a tempo debito l'accesso alle candidature politiche a chi non ne risultasse degno, ma dubito che tutti sarebbero stati d'accordo nell'indicare proprio i requisiti da lei elencati. Io, cittadina in buona fede come lo è lei, avrei enumerato requisiti in buna parte dissimili o addirittura contrari a quelli che lei auspica.
Tuttavia, senza entrare nei particolari, sommariamente le do ragione.Ma non è stato fatto.
Ora come ora, chi è al Governo deve essere valutato soltanto per quello che fa, e capito per le intenzioni che ha. Non mi risulta che le nostre carceri siano stipate da dissidenti, sistematicamente torturati fino alla morte, e non mi risulta che chicchessia impedisca a lei o a me di esprimersi; questo mi suggerisce l'idea che la democrazia è salva. Ma la democrazia non è ancora perfetta, però è perfettibile direi all'infinito, e come? se non chiamando in causa le stesse Istituzioni segnalandone a torto o a ragione i limiti e le storture? Non mi sento di applaudire coloro che scambiano il diritto e dovere di critica ( che generalmente in Occidente non si lesina neppure al Padreterno) per lesa maestà. Circa poi una disamina punto per punto delle "anomalie" berlusconiane, costituendo l'abituale monotono quotidiano argomentare dell'Opposizione, mi pare superfluo ripeterci.Spero non me ne abbia, ho solo tentato di farmi capire. Comunque la ringrazio della sua attenzione.
Anche a lei i miei più cordiali auguri
Gloria Capuano

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